La Gazzetta dello Sport

Niang-gol il derby con Szczesny è suo La Russia è super

●Tre gol dei padroni di casa, virtualmen­te qualificat­i: oggi l’Uruguay può sancire l’aritmetica. L’Egitto di Cuper e Salah prenota il volo per il Cairo

- Alessandra Bocci INVIATA A SAN PIETROBURG­O

Dopo il sette brutto, il raddoppio bellissimo: c’è tutta la Russia in festa dentro l’Arena di San Pietroburg­o, perché il ritorno di Salah forse faceva paura, perché la Piazza Rossa era esplosa di gioia con i cinque gol all’Arabia Saudita, ma l’Arabia Saudita era ovviamente la squadra più debole del girone, e il popolo russo, sempre incline all’esaltazion­e ma anche al fatalismo, temeva di scoprire di aver sognato un sogno troppo breve. Invece ecco che è arrivato il bis contro l’Egitto, un’altra squadra che non ha un palmares da favola, ma se non altro ha un top player. E anche l’Egitto è passato via, con le speranze di Pallone d’oro di Mohamed Salah naufragate nella

Neva e la Russia sempre più su: prima del Mondiale aveva giocato sette partite senza vincerne nemmeno una, il morale era sotto i piedi e le critiche spesse come il cemento. Ora la Russia è praticamen­te qualificat­a e sarebbe la prima volta che capita in epoca non sovietica: nei tre tornei giocati finora non aveva mai passato un turno.

ENTUSIASMO Merito di Cheryshev, l’attaccante patriota che arriva dalla Spagna meno scintillan­te (Villarreal, anche se è cresciuto nel Real Madrid), merito del genio di Golovin che per la verità questa volta non ha avuto bisogno di brillare, merito di un attaccante russo dalla testa ai piedi, Dzyuba, giocatore dell’Arsenal, ma quello di Tula. Va detto che anche questo banco di prova non è stato troppo impegnativ­o, perché l’Egitto con il suo fuoriclass­e fuori fase è durato un tempo. Equilibrat­o il primo, con un possesso palla crescente per gli africani, anche se piuttosto sterile visti i tanti errori nell’ultimo passaggio. La Russia è partita fortissimo, ha saputo aspettare e calmarsi di fronte alle sfuriate improvvisa­te degli egiziani con Ignashevic e Zhirkov sempre attenti, ha affondato il colpo con freddezza all’inizio del secondo tempo. L’autogol viene da lontano: tiro di Golovin, ribattuta del portiere, Zobnin riprende, cerca Dzyuba e trova il disperato anticipo del difensore egiziano. A quel punto l’Egitto cerca di rimettersi in carreggiat­a, ma Momo Salah, pescato in area da Mohsen che stranament­e ne fa una giusta, si gira con eleganza, evita Kutepov e si ferma come se avesse visto un cobra. Quando si riprende, dopo un attimo, è tardi. Tardi anche perché i russi hanno capito che possono davvero affondare, se anche Salah resta di marmo in mezzo all’area, lui che non perdona mai. La tempesta è breve e perfetta: prima Mario Fernandes imbecca Cheryshev con un delizioso rasoterra ed è 2-0, nonostante il tentativo di chiusura alla disperata di Elneny, poi è Dzyuba a raccoglier­e un lancio di Kupetov bruciando Gabr e stendendo tutto l’Egitto. Ecco, va così. Un Paese appena rientrato nel giro mondiale ne è già uscito, mentre la Russia balla, anche se gli scettici diranno che finora ha trovato solo compiacent­i sparring partner.

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Toro batte Juve Niang in ginocchio: ha segnato a Szczesny
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