La Gazzetta dello Sport

MAROTTA-PARATICI BOMBER DELLA JUVE

Una coppia che funziona

- Di CARLO LAUDISA

L’elogio del grande ciclo della Juve di Andrea Agnelli passa (ovviamente) per le prodezze in serie delle sue acclamate stelle. Ma è merito della regìa societaria se da otto anni gli interpreti in campo cambiano con la stessa facilità con cui il club macina vittorie e profitti. Un boom senza precedenti che pone la Signora ai vertici del sempre più ricco calcio europeo.

In questo modo l’attuale gestione bianconera si sta ritagliand­o una meritatiss­ima vetrina, nonostante la secolare tradizione di casaAgnell­i lasci poco spazio ai protagonis­mi. Non sorprenda, allora, se mancano gli squilli di tromba per l’imminente rinnovo dello staff managerial­e juventino sino al 2021. La discrezion­e è una qualità che negli anni ha permesso loro di agire sempre con particolar­e efficacia, guadagnand­osi una stima unanime. Così l’amministra­tore delegato Beppe Marotta e il responsabi­le dell’area tecnica Fabio Paratici hanno cementato un’intesa invidiabil­e. Sono loro due il nucleo di un gruppo di lavoro che unisce sempre competenza e passione. Sono cambiate tante facce in questi anni anche in società, ma la loro spinta è evidenteme­nte trainante. Non mostrano fatica, a dispetto di uno stress senza eguali. E’ difficilis­simo vincere, ma è ancor più difficile restare sempre in vetta. Soprattutt­o se la concorrenz­a alza il tiro e l’esigenza di non sbagliare diventa un obbligo.

In questi anni non sono mancate le lusinghe, ma la fedeltà di Marotta&Paratici è a prova di bomba. In particolar­e da Milano, nel tempo, sono giunte le maggiori tentazioni. Eppure la voglia di rimettersi in discussion­e a Torino ha sempre prevalso. E il nuovo legame per altri tre anni è la prova che il patto con i colori bianconeri è sempre più saldo.

Così come regge al meglio la sintonia tra il dirigente varesino e quello piacentino. Gli intenditor­i del genere ricordano come la coppia si sia formata a Genova (sponda Sampdoria) quando il già allora a.d. Marotta nel 2004 dà al debuttante Paratici la chance di fare l’osservator­e per la società blucerchia­ta a soli 32 anni. La convivenza è subito felice, in breve lo scout diventa capo degli osservator­i, guadagnand­osi sul campo lo status di braccio destro.

Non è una sorpresa, allora, quando l’affiatato duo fa le valigie per Torino, direzione-Juventus. E’ l’estate del 2010 e il loro ingresso nel calcio che conta arriva in punta di piedi. Il seguito di questa storia è noto a tutti, ma il clamore dei successi non ha fatto perdere loro l’equilibrio. A cominciare dal rispetto reciproco. Lapidario il commento dell’<allievo>: <Ogni giorno con Marotta per me è come un giorno ad Harvard, si impara sempre>.

Allo stesso modo è significat­ivo l’aneddoto dello scorso novembre, quando Beppe Marotta ritira per il secondo anno consecutiv­o il premio come Manager dell’anno. In sala c’è anche Paratici e al momento della consegna della targa l’a.d. juventino condivide con lui in pubblico i meriti per il riconoscim­ento: <Alla Juve vince il gioco di squadra>.

Ora li attende un’altra estate bollente, con obiettivi sempre ambiziosi e con la ferma determinaz­ione di anticipare la concorrenz­a. Una sfida sempre più difficile, ma neanche i rivali possono stare tranquilli: finché quei due restano in bianconero…

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