La Gazzetta dello Sport

Lewa? No, Niang! E il Senegal stupisce

●Un autogol e il granata, che poi si fa male, stendono la Polonia: l’Africa rialza la testa. Male Szczesny

- Stefano Boldrini INVIATO A MOSCA

Mamma Africa si è svegliata, ha guardato con il sorriso chi aveva dato per morto il calcio del continente nero e ha trascinato il Senegal verso il 2-1 sulla Polonia. Non sappiamo se lo spirito di Bruno Metsu, invocato alla vigilia dal ct Aliou Cissé, reduce della splendida squadra del Mondiale 2002, abbia avuto un occhio benevolo per i Leoni della Teranga, ma l’autogol di Cionek e il pasticcio generale nell’azione del 2-1 di Niang sono stati gli episodi chiave del successo. Niang, premiato Man of the Match, è stato il terzo incomodo del duello a distanza Lewandowsk­i-Mané. Male il polacco, maluccio l’attaccante del Liverpool, bene Niang, sempre presente nel vivo del gioco. Il calciatore del Torino è stato il miglior portabandi­era della nostra serie A, in un match in cui, tra i 46 uomini a disposizio­ne, ben 10 rappresent­avano il campionato italiano. Con gli azzurri fuori dal torneo, bisogna aggrappars­i a queste cose e magari al Senegal, la squadra che, con l’Islanda, ha il fascino della leggerezza.

AFRICA ALL’EUROPEA Il Senegal ha vinto all’europea, in una gara in cui la banda di Cissé è sempre stata padrona del copione tattico. Aggressivi­tà, copertura degli spazi, rispetto delle posizioni: alla faccia di chi ancora crede alla favola delle nazionali africane belle, ma sbadate. A parte il portiere Khadim Ndiaye, la truppa di Cissé frequenta in blocco i campionati europei. Si vede. Il problema è un altro: a forza di imbrigliar­e l’istinto e la libertà di pensiero, le squadre africane rischiano di perdere la loro natura. I cloni non sono mai una buona cosa. Il Senegal di Cissé ha però lasciato spazio al talento di Niang e ha proposto due esterni bassi niente male: il diciannove­nne Wague a destra e Sabaly a sinistra. I due hanno dato i maggiori sussulti al match, insieme a Niang, abile ad avviare l’azione dell’1-0, in cui Mané ha fatto la cosa giusta servendo il pallone a Gueye: il destro del centrocamp­ista dell’Everton è stato deviato dallo «spallino» Cionek, spiazzando Szczesny.

NIANG SUPER L’azione del 2-0 è stato un manifesto della confusione. Il Senegal stava preparando un cambio, mentre Niang era uscito per farsi medicare. L’attaccante del Torino ha ricevuto il via libera per rientrare, ma i polacchi non si sono accorti del suo ritorno. Un passaggio scriteriat­o di Krychowiak ha liberato Niang verso la porta e il 2-0 è stato un bacio all’Africa intera. Il Senegal ha controllat­o l’assalto polacco, con Sané e Koulibaly padroni dell’area. Milik si è fatto vivo solo con un tocco al volo, Lewandowsk­i è stato l’assente illustre. Più vivo, nel suo spicchio di partita, il sampdorian­o Kownacki: in una Polonia così imbolsita, merita un atto di fiducia. Il gol di Krychowiak è arrivato al tramonto: deviazione di testa sulla punizione calciata da Grosicky, il migliore della banda di Nawalka. Le parole di Niang sono un messaggio al popolo senegalese: «Siamo orgogliosi di questa vittoria. Abbiamo preparato bene il match. Il mio gol? Sono rientrato in campo e ho avuto l’occasione per segnare: non potevo sbagliare».

 ??  ?? GOL DA DERBY Il granata Mbaye Niang, 23 anni, supera lo juventino Wojciech Szczesny, 28, in uscita e va a segnare il 2-0 per il Senegal AP
GOL DA DERBY Il granata Mbaye Niang, 23 anni, supera lo juventino Wojciech Szczesny, 28, in uscita e va a segnare il 2-0 per il Senegal AP

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