IL MONDIALE DELLE SORPRESE
Tra campioni in crisi e realtà emergenti
Non è ancora tempo di bocciature. Ma la tensione dentro lo spogliatoio tedesco, la confusione che accompagna Messi e la Seleccion e la condizione fisica precaria di Neymar, sono realtà che la prima giornata del Mondiale ha sbattuto in faccia a tutti. Tre «messaggi» negativi che si sommano a una sensazione comune e cioè che questo torneo senza un vincitore annunciato potrebbe regalare un finale a sorpresa. Ammesso che possano essere considerate sorprese il Belgio o la Croazia che hanno giocatori abituati a essere protagonisti nei loro campionati e in Champions. Non aspettatevi strada facendo crolli improvvisi da queste due squadre. I Diavoli Rossi hanno trovato una loro dimensione internazionale. E sono tanto forti e compatti da lasciare a casa uno come Nainggolan, che Spalletti considera fondamentale per il salto di qualità dell’Inter. Così come l’espulsione di Kalinic testimonia che certi luoghi comuni del passato («talentuosi ma senza disciplina», «forti ma divisi in clan») non hanno più cittadinanza in casa croata.
La voglia di nuovo però non deve portare fuori strada. Le gerarchie di inizio torneo hanno ancora alcune valide fondamenta. La Spagna, a esempio, non è uscita ridimensionata dal pareggio contro il mostro Cristiano. Anzi, proprio contro i campioni d’Europa la nazionale di Hierro ha dato tre segnali positivi: 1) l’esonero di Lopetegui non sembra aver provocato effetti negativi; 2) Diego Costa è il bomber giusto per esaltare la qualità dei palleggiatori spagnoli; 3) le Furie Rosse hanno una rosa di assoluta qualità. La Spagna, insomma, resta una delle grandi favorite. Come il Brasile che però ha il problema Neymar. Il pupillo di Pelè ieri si è fermato per un fastidio alla caviglia destra e nella gara d’esordio aveva dimostrato di essere lontano dalla condizione ideale. Tre mesi di stop non si digeriscono in fretta. La Seleçao ma senza il suo fuoriclasse perde molto del suo impatto offensivo. Vedremo. E vedremo anche se Messi riuscirà a riprendersi l’Argentina. Discutere il valore di Leo è pura follia. Però si tende a dimenticare che Messi è diventato Messi in un Barcellona che aveva-ha grandi campioni in mezzo al campo. Giocatori capaci di accendere l’argentino nei modi e nei tempi giusti. Nella Seleccion questa costruzione iniziale non c’è. Lo schema base è «palla a Leo» e pazienza se gli viene consegnata troppo lontano dalla porta o quando è circondato da avversari. La prossima sfida con la Croazia sarà un test molto indicativo. Senza il vero Messi l’Argentina non può vincere il titolo.
La seconda giornata chiarirà anche se la Germania sta per chiudere un ciclo e quanto può crescere la Francia balbettante vista all’esordio. Per vincere un Mondiale serve una continuità che non è il marchio di fabbrica di gioielli quali Pogba e Mbappé. Attenti, piuttosto, all’Inghilterra che di solito arriva cotta alle grandi manifestazioni estive. La Premier asciuga testa e gambe. L’esplosività e il senso del gol di Uragano Kane possono riaccendere i motori della squadra di Southgate. Così come Cristiano Ronaldo, subito autore di una tripletta, può trasformare un Portogallo normale in una nazionale in grado di puntare in alto. Intanto ieri anche le partite dell’ultimo gruppo hanno regalato sorprese. Giappone e Senegal hanno battuto la Colombia e la quotata Polonia di Lewandowski, Szczesny, Milik. I verdi di Cissé potrebbero diventare una sorpresa grazie al totem Koulibaly e ai gol di Niang. Intanto la Russia vince la seconda gara. I padroni di casa sono un’altra potenziale mina vagante, mentre Salah e l’Egitto possono preparare le valigie.