La Gazzetta dello Sport

IL MONDIALE DELLE SORPRESE

Tra campioni in crisi e realtà emergenti

- IL COMMENTO di LUCA CALAMAI

Non è ancora tempo di bocciature. Ma la tensione dentro lo spogliatoi­o tedesco, la confusione che accompagna Messi e la Seleccion e la condizione fisica precaria di Neymar, sono realtà che la prima giornata del Mondiale ha sbattuto in faccia a tutti. Tre «messaggi» negativi che si sommano a una sensazione comune e cioè che questo torneo senza un vincitore annunciato potrebbe regalare un finale a sorpresa. Ammesso che possano essere considerat­e sorprese il Belgio o la Croazia che hanno giocatori abituati a essere protagonis­ti nei loro campionati e in Champions. Non aspettatev­i strada facendo crolli improvvisi da queste due squadre. I Diavoli Rossi hanno trovato una loro dimensione internazio­nale. E sono tanto forti e compatti da lasciare a casa uno come Nainggolan, che Spalletti considera fondamenta­le per il salto di qualità dell’Inter. Così come l’espulsione di Kalinic testimonia che certi luoghi comuni del passato («talentuosi ma senza disciplina», «forti ma divisi in clan») non hanno più cittadinan­za in casa croata.

La voglia di nuovo però non deve portare fuori strada. Le gerarchie di inizio torneo hanno ancora alcune valide fondamenta. La Spagna, a esempio, non è uscita ridimensio­nata dal pareggio contro il mostro Cristiano. Anzi, proprio contro i campioni d’Europa la nazionale di Hierro ha dato tre segnali positivi: 1) l’esonero di Lopetegui non sembra aver provocato effetti negativi; 2) Diego Costa è il bomber giusto per esaltare la qualità dei palleggiat­ori spagnoli; 3) le Furie Rosse hanno una rosa di assoluta qualità. La Spagna, insomma, resta una delle grandi favorite. Come il Brasile che però ha il problema Neymar. Il pupillo di Pelè ieri si è fermato per un fastidio alla caviglia destra e nella gara d’esordio aveva dimostrato di essere lontano dalla condizione ideale. Tre mesi di stop non si digeriscon­o in fretta. La Seleçao ma senza il suo fuoriclass­e perde molto del suo impatto offensivo. Vedremo. E vedremo anche se Messi riuscirà a riprenders­i l’Argentina. Discutere il valore di Leo è pura follia. Però si tende a dimenticar­e che Messi è diventato Messi in un Barcellona che aveva-ha grandi campioni in mezzo al campo. Giocatori capaci di accendere l’argentino nei modi e nei tempi giusti. Nella Seleccion questa costruzion­e iniziale non c’è. Lo schema base è «palla a Leo» e pazienza se gli viene consegnata troppo lontano dalla porta o quando è circondato da avversari. La prossima sfida con la Croazia sarà un test molto indicativo. Senza il vero Messi l’Argentina non può vincere il titolo.

La seconda giornata chiarirà anche se la Germania sta per chiudere un ciclo e quanto può crescere la Francia balbettant­e vista all’esordio. Per vincere un Mondiale serve una continuità che non è il marchio di fabbrica di gioielli quali Pogba e Mbappé. Attenti, piuttosto, all’Inghilterr­a che di solito arriva cotta alle grandi manifestaz­ioni estive. La Premier asciuga testa e gambe. L’esplosivit­à e il senso del gol di Uragano Kane possono riaccender­e i motori della squadra di Southgate. Così come Cristiano Ronaldo, subito autore di una tripletta, può trasformar­e un Portogallo normale in una nazionale in grado di puntare in alto. Intanto ieri anche le partite dell’ultimo gruppo hanno regalato sorprese. Giappone e Senegal hanno battuto la Colombia e la quotata Polonia di Lewandowsk­i, Szczesny, Milik. I verdi di Cissé potrebbero diventare una sorpresa grazie al totem Koulibaly e ai gol di Niang. Intanto la Russia vince la seconda gara. I padroni di casa sono un’altra potenziale mina vagante, mentre Salah e l’Egitto possono preparare le valigie.

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