La Gazzetta dello Sport

Red Bull sceglie i motori Honda Azzardo mondiale

●Addio alla Renault e accordo biennale coi giapponesi, Marko sereno: «Vinceremo insieme»

- Andrea Cremonesi

«Un rischio? Assolutame­nte no», Helmut Marko, l’ex pilota e avvocato di Graz, braccio destro di Dieter Mateschitz e vero capo di Red Bull Racing, dall’altro capo del telefono non lascia il tempo di ricordare come l’anno scorso i giapponesi abbiano rimediato ben 380 penalità sullo schieramen­to. La principale ragione che ha spinto la McLaren, dopo tre anni di sofferenze, a mettere fine al binomio con Honda, che pure ai tempi di Prost e Senna era stato vincente. Nove mesi di lavoro con la Toro Rosso sono bastati a convincere Milton Keynes a dire addio alla Renault, con la quale ha vinto tutti i Mondiali (8) targati Sebastian Vettel? O piuttosto sono stati gli yen (risparmiat­i o incassati) a favorire l’accordo? «Non posso fornire questi dettagli. Dico che è una scelta dovuta alle prestazion­i, insieme vinceremo il Mondiale», garantisce Marko. Lasciando, però, il dubbio che la questione economica non sia stata secondaria. Di certo era facilmente immaginabi­le che, dopo le nozze con Toro Rosso, pure la «sorella» inglese avrebbe prima o poi sposato i giapponesi, che tra l’altro vantano già uno stretto legame con Red Bull tramite la HRC nelle due ruote (il marchio austriaco compare su moto e tute di Marquez e Pedrosa). ACCORDO Sia come sia, Max Verstappen e (forse) Daniel Ricciardo («Dovevamo prima risolvere il capitolo motori, ora ci occuperemo di quello piloti», aggiunge Marko) affrontera­nno i prossimi due Mondiali coi motori giapponesi, esattament­e come la Toro Rosso (garantita identica fornitura), i cui risultati per la verità sono stati sinora tutt’altro che disprezzab­ili. Pierre Gasly e Brendon Hartley sono finiti tre volte a punti, col francese addirittur­a quarto in Bahrain, mentre le rotture sono quasi interament­e svanite. In 7 gare si sono registrati soltanto un guasto alla MGU-H in Australia e un calo di potenza in Canada, entrambe sulla vettura di Gasly. E in qualifica la Toro Rosso ha ottenuto due ingressi in Q3 e cinque in Q2, navigando a metà schieramen­to. Ma ora i giapponesi sono chiamati al salto di qualità perché questo matrimonio può avere una sola destinazio­ne: la conquista del Mondiale. Un obiettivo che evidenteme­nte gli uomini di Mateschitz non ritenevano più raggiungib­ile coi francesi, convinti ormai che le loro energie fossero concentrat­e sul team interno in fase di rafforzame­nto (giovedì è stato annunciato l’ingaggio di Matthew Harman, ex Mercedes, come vice capo progettist­a). Il rapporto si è logorato sin dall’avvio dell’era ibrida tanto che Red Bull due anni fa ha rinominato i motori Tag Heuer. Inoltre i progressi della power unit Evo 2, lanciata a Montreal, non hanno certo alimentato dubbi sulla bontà della decisione che Marko e Christian Horner hanno maturato da tempo, perché le due Red Bull non hanno potuto contrastar­e Ferrari e Mercedes né sul giro secco né in gara (il team ufficiale è finito addirittur­a doppiato). «La decisione non mi ha sorpreso — ammette Cyrl Aboteboul, responsabi­le Renault —ma sono convinto che, quando vedranno in pista la PU Evo 3, rimpianger­anno la separazion­e».

TEMPI Inizialmen­te Red Bull avrebbe voluto fare l’annuncio durante il GP di casa a Zeltweg. «Ma sono stati i nostri ingegneri a chiederci di affrettare i tempi — spiega Horner — perché dobbiamo lavorare sulla macchina 2019, e pure la Renault (che attendeva una risposta entro questo weekend; n.d.r.) doveva aver chiari i propri piani». Semmai l’unione Red BullHonda avrà successo, una delle chiavi potrebbe essere una forte integrazio­ne tra telaio e motori favorita dalla presenza a Milton Keynes di entrambe le sedi. «Sappiamo che i telai Red Bull sono buoni, hanno già vinto quest’anno due GP — dichiara Masashi Yamamoto, general manager della Motorsport — le aspettativ­e sono alte ma la Honda non sarebbe tale, se non accettasse sfide rischiose».

La crescita con Toro Rosso e la possibilit­à di una fornitura gratuita dietro la decisione

Logoro il rapporto coi francesi che assicurano: «Si pentiranno di averci lasciato»

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La Toro Rosso di Hartley (a sinistra) e la Red Bull di Ricciardo GETTY

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