La Gazzetta dello Sport

«Dopo l’infortunio ho fatto Batman Ora l’Adriatica per ripartire»

●Un frattura vertebrale, lo stop e il bustino trasformat­o per il figlio nel mantello del supereroe

- Claudio Ghisalbert­i twitter @ghisagazze­tta

Per un corridore che ha 28 anni ed è reduce dalla migliore stagione della sua carriera (5 vittorie di tappa alla Vuelta, più i successi a Primus Classic e Parigi-Tours) figuriamoc­i se gli può bastare un quarto posto alla vuelta Murcia per essere contento.

Matteo Trentin dopo uno scoppietta­nte 2017 aveva cambiato squadra, passando dalla Quick Step alla Mitchelton, anche per coltivare le sue ambizioni personali. Ovvero per avere sulle spalle, nelle classiche, quei gradi di capitano che difficilme­nte avrebbe avuto nello squadrone belga. Invece il miglior risultato è stato un settimo posto nella Gand. Ma il peggio è arrivato nella ParigiRoub­aix: caduta e frattura da compressio­ne della settima vertebra toracica. «Di gran lunga il peggior infortunio della mia carriera. E’ come se la vertebra fosse “collassata”. Ora è due millimetri più bassa del normale», afferma. Quaranta giorni di stop, riposo assoluto, e un corpetto nero di plastica trasformat­o un giorno, con un adesivo e per la felicità di suo figlio Giovanni, nel mantello di Batman. Ma ora è venuto il momento di riattaccar­si il numero sulla schiena. Da oggi a domenica, infatti, Trentin sarà il capitano della Nazionale all’Adriatica-Ionica, corsa voluta e ideata da Moreno Argentin. «Spero che questa corsa segni la mia ripartenza, il punto di svolta per un finale di stagione positivo», afferma.

Trentin, con quale ambizione si schiera al via di questa corsa?

«Vediamo, vediamo. La forma non è chiarament­e stratosfer­ica, CAPITANO DELLA NAZIONALE ma le sensazioni sono buone, anche più di quello che mi aspettavo. Scoprirò a che punto sono della preparazio­ne tappa dopo tappa, ma l’arrivo di Maser darà già indicazion­i importanti. E se ci saranno opportunit­à, non me le lascerò sfuggire”.

Come le sembra questa nuova corsa?

«I percorsi sono belli, mi piacciono. Maser potrebbe essere un traguardo accessibil­e visto che se vogliono le squadre dei velocisti riescono a tenere unita la corsa e, dopo gli strappi di Asolo, c’è spazio per rientrare. Mi incuriosis­ce lo sterrato di Grado che metterà un po’ di pepe sul finale della quarta tappa. Nel complesso, mi sembra una corsa molto equilibrat­a: non estrema, ma nemmeno facile. non male per rientrare«.

Quale sarà il suo programma per la seconda parte della stagione?

«Dopo questa corsa farò l’Italiano. Quindi Polonia e Vuelta».

Il Tricolore le fa gola?

A chi non lo farebbe? la testa mi direbbe di provarci, però bisogna essere realisti. vedremo come sto dopo questa corsa. Poi il percorso è stato reso più duro rispetto a quando ha vinto Nizzolo (nel 2016, ndr)».

Qui al suo fianco, oltre a Moser e Minali, avrà dei dilettanti: li conosce?

«Toniatti si, correva con mio fratello. Tagliani l’ho conosciuto a Livigno. Gli altri non li conosco ma se sono qui, con questa maglia, è perché se lo meritano».

«LA FORMA NON È STRATOSFER­ICA, MA LE SENSAZIONI SONO BUONE»

«PER I GIOVANI QUESTE SFIDE SONO OCCASIONI FONDAMENTA­LI»

MATTEO TRENTIN

Cosa dirà loro prima del via?

«Vedremo. Di sicuro devono approfitta­re di questa occasione. Si trovano in una corsa di livello con dei campioni, Cavendish e viviani per esempio, che da dilettanti nemmeno si possono sognare di trovare. Però la strada è questa. In Italia ci sono squadre che come dilettanti­stiche ormai non hanno più senso. Devono fare come la Trevigiani, passare Continenta­l per fare crescere i corridori. all’estero questo è la norma».

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 ??  ?? Matteo Trentin, 28 anni, ha vinto 17 corse in carriera. In questa stagione è ancora all’asciutto BETTINI
Matteo Trentin, 28 anni, ha vinto 17 corse in carriera. In questa stagione è ancora all’asciutto BETTINI

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