La Gazzetta dello Sport

Ragazze d’oro Fioretto, trionfo europeo

●Da 33-37 a 41-40: per le fiorettist­e è il 9° titolo in 10 edizioni. Alice: «Quando conta non manchiamo mai»

- Foto: Errigo, Mancini, Volpi, Cini

Ancora l’oro. All’ultima stoccata, piazzata a tre secondi dalla fine, 41-40 in un assalto che sembrava nelle mani della Russia, avversaria di sempre. Ancora loro: il fioretto femminile a squadre non tradisce mai, anche in questi Europei di Novi Sad, che sembravano stregati per l’Italia, che dopo 4 giornate ancora non aveva sentito l’inno. L’urlo è sempre del Dream Team e il nono oro negli ultimi 10 Europei (e l’altro è stato un argento...) è uno dei più belli, sofferti, emozionant­i. Per come è arrivato, con Alice Volpi salita in pedana per l’ultimo match con uno svantaggio di 33-37 e uscita vincitrice. E perché al penultimo appuntamen­to della stagione — mancano solo i Mondiali di Wuxi in calendario fra un mese — riscatta una stagione senza la solita parte da schiaccias­assi, con “solo” 2 vittorie e 3 secondi posti in coppa del Mondo. «Perché quando ci sono gli appuntamen­ti importanti noi non manchiamo mai — sorride la Volpi —, lo volevamo troppo questo oro, abbiamo lottato col cuore. E ora partiamo per i Mondiali per difendere il titolo di un anno fa».

SQUADRA La finale meno stellare del solito della capitana Arianna Errigo è stata risollevat­a dalle più giovani. La più esperta, dal 2009 protagonis­ta del Dream Team, è andata in crisi e ha pagato un parziale di 1-8 con la Ivanova, in quello successivo ha lottato contro la sua natura di attaccante e si è difesa per non lasciar scappare troppo le russe. Prima aveva visto Camilla Mancini fare il fenomeno con una sfida da 8 a 2 contro la campioness­a olimpica, mondiale ed europea in carica,

la numero 1 del ranking Irina Deriglazov­a. E Alice Volpi ha fatto il resto. L’allieva di Giovanna Trillini è stata chiamata per la prima volta a chiudere l’assalto in una finale che conta. E’ il ruolo più delicato, sia quando devi difendere il vantaggio sia, come ieri, quando c’è bisogno di una rimonta. Nei 3 minuti a disposizio­ne la 26enne senese ha tirato fuori una delle prove più belle in carriera: salita in pedana sul 3337, ha firmato il 39 pari a 36 secondi dalla fine. E’ salita 40-39, non ha tremato quando la Ivanova ha piazzato il 40 pari (a -15”) e poi ha infilato il 41-40 decisivo (a -3”), un contrattac­co. Spiega Alice, da tempo legata con l’olimpionic­o del fioretto, Daniele Garozzo: «Ero tranquilla, perché sapevo che le mie compagne ci credevano. Non è stato un peso, né ho sentito la responsabi­lità. Tutto l’assalto è stato tosto, a turno abbiamo vissuto alti e bassi, ma ci siamo tifate dall’inizio alla fine. Mi hanno insegnato che in squadra si vince e si perde tutte insieme e, quindi, qualunque fosse stato il risultato finale le avrei avuto al mio fianco». Esulta la Errigo: «Il Dream Team è il fioretto azzurro che sa trovare sempre nuove interpreti e questa è una vittoria importante perché lo dimostra. Questa medaglia ha un peso specifico notevole, forse più delle altre che ho finora vinto».

INFINITE E’ una storia che non finisce mai, che ha superato le pause per maternità di Elisa Di Francisca (appena tornata ai tricolori) e Martina Batini (fra qualche giorno dovrebbe riprendere ad allenarsi dopo aver dato alla luce Leonardo poco più di un mese fa). «Sono forti — esulta il c.t. Andrea Cipressa —, prima dell’ultimo assalto ho detto ad Alice: prendila per mano tu questa squadra. Ora abbiamo bisogno di Arianna, perché senza di lei non solo facciamo fatica a vincere, ma perdiamo. È una bella squadra, sempre». Il fioretto chiude gli Europei con sei medaglie (1 oro, 3 argenti e 2 bronzi) e con la squadra femminile regala il primo oro all’Italia. «Forse abbiamo lasciato per strada qualcosa, perché Daniele (Garozzo) era in vantaggio 14-11 e ha perso la finale. Ma alla fine il bilancio del nostro Europeo è positivo. Noi ci siamo sempre».

SPADISTI La settima medaglia è della spada maschile, di ritorno sui podi che contano dopo l’argento olimpico di Rio 2016. Settimi un anno fa, protagonis­ti di una stagione di alti e bassi in coppa del Mondo, senza Paolo Pizzo che sta tornando dall’infortunio a un gomito (sarà in pedana ai Giochi del Mediterran­eo), Marco Fichera, Enrico Garozzo, Andrea Santarelli e Gabriele Cimini (all’esordio europeo) hanno battuto la Svizzera per il bronzo. Il capolavoro di giornata però è la rimonta dei quarti con l’Ucraina, ripresa e superata di una stoccata, 1615, dopo che gli azzurri avevano aperto l’assalto con uh parziale di 0-7. «Un assalto rocamboles­co — commenta Fichera — Santarelli ha recuperato, poi Enrico Garozzo ci ha portato in vantaggio. Io ho chiuso al minuto supplement­are, con l’Ucraina che aveva vinto la priorità, se non avessi toccato, il successo era loro». Un segnale importante da una squadra che in stagione non ha mai tirato al completo. Enrico Garozzo pensa ai Mondiali: «Ora li preparerem­o con più tranquilli­tà».

 ??  ??
 ??  ?? SPADISTI DI BRONZODa sinistra: Andrea Santarelli, Gabriele Cimini, Marco Fichera e Enrico Garozzo. La spada torna sul podio dopo l’argento di Rio 2016 BIZZI
SPADISTI DI BRONZODa sinistra: Andrea Santarelli, Gabriele Cimini, Marco Fichera e Enrico Garozzo. La spada torna sul podio dopo l’argento di Rio 2016 BIZZI

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy