La Gazzetta dello Sport

Spagna jolly Diego Costa Uruguay Suarez morde

●Un rimpallo sul ginocchio dell’attaccante diventa il gol-vittoria La squadra di Queiroz si difende a oltranza ma poi sfiora il pari

- Luca Bianchin INVIATO A KAZAN

La ragazza iraniana piange in tribuna, inquadrata dalle telecamere, con la tempera rossa della bandiera che cola sulla guancia. Intorno, per la prima volta da due ore c’è silenzio. La Spagna ha vinto 1-0 tornando prima nel girone assieme al Portogallo, e fin qui è tutto logico. Ha segnato Diego Costa, e non è che sia una gran novità. Iran-Spagna però è stata una partita emozionant­e, a tratti surreale, un classico Davide contro

Golia con finale cinico. L’Iran ha giocato la partita della vita e ha ampiamente rischiato di pareggiarl­a. Ansarifard a inizio secondo tempo è andato a pochi centimetri dal vantaggio, Taremi per due volte nel finale ha sfiorato l’1-1 dell’immortalit­à. Un gol ci sarebbe anche stato, una deviazione di Ezatolahi, ma le telecamere della Var hanno confermato un fuorigioco già segnalato in diretta dal guardaline­e, aggiungend­o un tocco di mano. Quando lo hanno avvisato, il 6 dell’Iran era ancora a terra a esultare in preghiera.

IL CATENACCIO PERSIANO Hierro nel primo tempo ha avuto l’81% di possesso palla ma ha vinto con un rimpallo. Iniesta e Silva, i due migliori, hanno scambiato sulla trequarti, poi don Andres ha trovato Diego Costa. Quando il centravant­i si è girato in area, Rezaejan ha cercato di allontanar­e ma ha finito per colpirlo sul ginocchio e scatenare la carambola maledetta. Gli offensivis­ti avranno pensato che Queiroz, insomma, se l’era meritato. Sullo 0-0 ha fatto solo la fase difensiva e l’Iran ha giocato con un 4-5-1 mutante. La difesa a volte sembrava a cinque, altre a sei, qualche volta veniva voglia di contare fino a sette. Spesso tutta la squadra era in 25 metri davanti alla sua porta, con una ammirevole noncuranza del concetto di estetica: a un recupero palla seguiva spesso un rinviaccio, con palla in zone del campo desertiche. Queiroz forse si sarà pentito perché l’Iran, in svantaggio, ha trovato il modo di essere pericoloso con ripartenze e palle ferme. Chissà, se avesse giocato così dall’inizio…

LE VUVUZELA DEL 2018 La Spagna, che pure ne ha viste tante, raramente ha vissuto una partita così al Mondiale. Hierro non si è inventato nulla, giusto un Lucas Vazquez per Koke in un 4-14-1 con Carvajal di nuovo titolare, ed è tornato in hotel contento a metà. Certo, la Roja ha vinto di fortuna e ha rischiato fino al 90’, però la partita è stata troppo particolar­e per essere presa alla lettera. Un po’ per l’approccio estremo dell’Iran, un po’ per l’ambiente. Gli iraniani in tribuna, a spanne almeno 20-25mila, erano armati di trombette biancoross­overdi modello vuvuzela. Un marchingeg­no di plastica che ha fatto un rumore dannato per tutta la sera, escluso il minuto dopo il gol. Quando Cunha ha fischiato la fine, i rossi sono rimasti a terra, distrutti e sfiniti. Cristiano però davanti alla tv non può non essersi preoccupat­o: gli iraniani sono pericolosi, sempre che si riprendano.

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Il rimpallo vincente premia Diego Costa, 29 anni, che segna l’1-0 EPA

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