La Gazzetta dello Sport

La Procura Figc: «Tentato illecito» Parma rischia la A

●Fatali gli sms della punta ai colleghi dello Spezia prima della gara. Palermo ammesso in giudizio?

- Alessandro Catapano ROMA

Vigilia di Parma-Spezia, Emanuele Calaiò contatta su whatsapp l’avversario Filippo De Col. Primo messaggio (citiamo testualmen­te): «Ehi Pippein, non rompere il cazzein venerdì, mi raccomando amico mio (segue emoticon con bacio e cuoricino)». Secondo messaggio: «Dillo anche a Claudien (il compagno Terzi, ndr), soprattutt­o col rapporto che avete con me». C’è un terzo messaggio – che viene spedito più tardi, quando evidenteme­nte Calaiò si rende conto di aver commesso una leggerezza, e specifica che stava «scherzando» – che non sappiamo se sia stato messo agli atti. La Procura federale potrebbe aver ritenuto i primi due sufficient­i a formulare al termine delle indagini a carico di Calaiò e, per responsabi­lità oggettiva, del Parma, le seguenti incolpazio­ni: a carico del giocatore la violazione dell’articolo 7, commi 1 e 2, del codice di giustizia sportiva; a carico del club dell’articolo 7, comma 2, e dell’articolo 4, comma 2. In sintesi: Calaiò e il Parma, per cui nelle prossime ore arriverann­o i deferiment­i, dovranno difendersi in giudizio (si sono affidati all’esperto Eduardo Chiacchio) dall’accusa di aver tentato un illecito sportivo.

ILLECITO? Dunque, alla fine, dopo un lungo confronto con i suoi collaborat­ori, il procurator­e Giuseppe Pecoraro ha optato per l’accusa più grave, che se accolta dal Tribunale federale nazionale (processo previsto non prima di 10-15 giorni), potrebbe causare una lunga squalifica al giocatore e una sicura penalizzaz­ione al club. Quando, nel caso, applicarla, è uno dei domandoni di queste ore. La premessa è che sembra davvero impensabil­e che si possano rigiocare i playoff, cui tecnicamen­te il Parma penalizzat­o avrebbe diritto. Per tanti motivi, ne citiamo uno: dal 1 luglio tanti giocatori potrebbero non essere più tesserati per i club con cui hanno disputato la stagione appena conclusa. Con questa premessa, proviamo a rispondere con l’ausilio di uno dei massimi esperti, Mattia Grassani: «La penalizzaz­ione se afflittiva deve essere scontata nel campionato in cui è stata commessa la violazione, quindi la Serie B 2017-2018 – sostiene il legale bolognese – diversamen­te, ma questo solo se la sanzione fosse pari a 1 punto, andrebbe applicata alla prossima stagione». Questo perché, se non si possono rigiocare i playoff, l’unica classifica di riferiment­o resta quella della regular season, che il Parma ha concluso al secondo posto con 72 punti, gli stessi del Frosinone (nel frattempo promosso in A), uno in più del Palermo, ma con il vantaggio degli scontri diretti. Ecco perché è probabile che con 1 punto di penalizzaz­ione il Parma conservere­bbe la Serie A, mentre con una penalità superiore «restando valida la classifica della regular season – conclude Grassani – a beneficiar­ne sarebbe il Palermo che andrebbe in A».

O SLEALTÀ? Il club rosanero è molto interessat­o e chiederà di costituirs­i in giudizio come controinte­ressato. Attenzione, però, a dare per spacciato il Parma. Non è scontato, anzi, che l’impianto accusatori­o regga alla prova del Tribunale federale nazionale. La Procura ci ha pensato a lungo, non tutti i collaborat­ori di Pecoraro concordava­no con la linea più colpevolis­ta. Nemmeno loro, probabilme­nte, si stupirebbe­ro se alla fine i giudici dovessero decidere di derubricar­e le violazioni contestate a Calaiò e al Parma alla semplice slealtà sportiva. In questo caso, gli emiliani se la caverebber­o con un’ammenda e salverebbe­ro la Serie A.

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I giocatori del Parma festeggian­o la promozione in A dopo la vittoria per 2-0 conquistat­a sul campo dello Spezia nell’ultima giornata

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