La Gazzetta dello Sport

Dalla strada al primo club Radja-Mousa, gli amiconi

●Vengono da Anversa e sono cresciuti giocando nelle piazze Il Ninja: «Lui è il mio idolo, difficile vedere un talento come il suo»

- Carlo Angioni MILANO

Tutto è cominciato nelle strade di Anversa. Là dove povertà, ricchezza, religione, immigrazio­ne, razzismo, sogni si mischiano grazie al pallone. «Non c’erano soltanto amici: ognuno di noi voleva vincere e dopo si poteva cominciare a scherzare, a divertirci». Così racconta Mousa Dembélé nel documentar­io De Pleintjes (Le piazze), uscito in Belgio nel 2014, che quelle sfide di strada le racconta benissimo, dedicando due capitoli al centrocamp­ista del Tottenham e a Nainggolan. Mousa giocava in una piazza del distretto di Deurne, non lontano dall’aeroporto: mamma Tilly, pittrice di origine fiamminga, non era contenta e per tenerlo di più a casa aveva creato una zona «calcio» nel soggiorno. Radja, insieme con la sorella gemella Rania, veniva invece «svezzato» in mezzo ai palazzoni popolari di Linkeroeve­r, il quartiere più povero della città portuale belga. E quelle partite spesso giocate senza nemmeno le porte le ricorda così: «Se non hai niente e vuoi tutto, fai di tutto per avere un po’».

ORIGINI Padre indonesian­o uno, padre maliano l’altro, Radja e Mousa sono cresciuti a una decina di chilometri di distanza. Radja, classe 1988, ha vissuto un’infanzia dura. Papà Marianus lasciò la famiglia quando lui e Rania erano bambini: soffocato dai debiti di gioco, tornò in Indonesia. Toccò a mamma Lizy, morta di cancro nel 2010, fare di tutto e di più (ovvero tre lavori) per tenere il Ninja fuori dai guai. Mousa, classe 1987, figlio di Tilly e di Yaya, che negli Anni 70 arrivò in Europa dal Mali e alla fine svoltò creando una società di import-export, ha avuto più fortuna. Merito anche di nonna Maria, pioniera del calcio femminile in Belgio, che ha seguito la sua carriera da sempre, da tifosa numero uno. Le strade di Radja e Mousa si sono incrociate nel Germinal-Beerschot, club ora fallito che ha battezzato anche le altre star del multietnic­o Belgio Vermaelen, Vertonghen, Alderweire­ld. E là sono nate un’amicizia vera e una stima reciproca non comune, che adesso all’Inter potrebbero vivere un nuovo, intrigante capitolo.

IDOLO Per Radja, Mousa non è un giocatore qualsiasi. Un paio di anni fa al trequartis­ta con la cresta chiesero: «Chi sono i tuoi quattro idoli da bambino?». Lui iniziò l’elenco con Xavi, Ronaldo e Ronaldinho, ma il quarto nome fu sorprenden­te: «Mousa Dembélé: questa scelta è un po’ particolar­e, abbiamo solo un anno di differenza e abbiamo giocato insieme nelle giovanili del Beerschot: per me è stato sempre una fonte di ispirazion­e, ho imparato tanto da lui». E poi: «Mousa è uno dei giocatori più forti con cui ho giocato, insieme a Totti, Pjanic e Hazard. Difficilme­nte ho visto un calciatore con il suo talento. Quando giocavamo insieme ha fatto il salto prima di tutti in prima squadra, lui era davvero il migliore di tutti. Spero, un giorno, di riaverlo come compagno». Da Anversa sono partiti nel 2005: Dembélé è andato al Willem II e dopo all’AZ Alkmaar, in Olanda, poi ecco la Premier, Fulham e Tottenham. Radja, invece, ha scelto subito l’Italia, destinazio­ne Piacenza, poi Cagliari e Roma. In modo diverso, lontani l’uno dall’altro, devono dire grazie agli insegnamen­ti della strada. Mousa, concentrat­o di eleganza, potenza e tecnica, i dribbling che faceva ai ragazzini di Anversa è riuscito a importarli in Inghilterr­a, dove il suo allenatore Pochettino l’ha definito «genio», paragonand­olo addirittur­a a Maradona e Ronaldinho. Radja la fame di Linkeroeve­r l’ha tramutata in rabbia e carattere, quelli che ha sempre fatto vedere in Serie A e con la maglia del Belgio. Tanto che per Luciano Spalletti, l’allenatore che l’ha trasformat­o a Roma e lo riavrà ora in nerazzurro, è «un alieno».

NAZIONALE Per entrambi un capitolo importante è proprio il Belgio. Nazionale che sogna il colpaccio mondiale in Russia e che ha in Dembélé una delle tante stelle del centrocamp­o, ma che ha deciso di fare a meno dell’idolo dei tifosi Nainggolan, non senza polemiche. Quando c’è stato un piccolo ritorno di fiamma tra il Ninja e i Diavoli Rossi, nel novembre 2017, Dembélé fu uno dei primi a festeggiar­e l’amico. A Sochi, contro la Russia, i due ex ragazzini di Anversa hanno giocato insieme l’ultima volta: era un’amichevole, finì 3-3, Radja rimase in campo 90 minuti, Mousa uscì a 5’ dalla fine. È passato più di un anno: la reunion sarà in nerazzurro?

IL LEGAME

In comune hanno i padri non belgi: uno indonesian­o, l’altro maliano

Cresciuti insieme al Beerschot, nel 2005 sono andati in Olanda e Italia

 ??  ?? ● 1 Nainggolan e Dembélé sul pullman del Belgio ● 2 I due amici in ritiro con la nazionale
●3 Ancora Belgio: un selfie con Vertonghen e Mertens
●4 Radja e Mousa in un Roma-Tottenham estivo di un anno fa INSTAGRAM/LAPRESSE
● 1 Nainggolan e Dembélé sul pullman del Belgio ● 2 I due amici in ritiro con la nazionale ●3 Ancora Belgio: un selfie con Vertonghen e Mertens ●4 Radja e Mousa in un Roma-Tottenham estivo di un anno fa INSTAGRAM/LAPRESSE
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