La Gazzetta dello Sport

Suarez, un morso arabo e via L’Uruguay è già qualificat­o

●La squadra di Tabarez si giocherà il primato con la Russia: ieri ha vinto senza forzare, grazie a un gol del centravant­i del Barça su doppio errore difensivo dell’Arabia Saudita

- Filippo Maria Ricci INVIATO A ROSTOV @filippomri­cci

Il Girone A è già chiuso. L’Uruguay ha battuto 1-0 l’Arabia Saudita qualifican­dosi agli ottavi e portandosi dietro la Russia: lunedì a Samara si giocherann­o il primo posto nello scontro diretto. L’altra gara sarà un’inutile sfida araba tra Egitto ed Arabia.

PICHICHI LUIS Dopo essere stata sepolta dalla manita russa nella gara che aveva aperto il torneo, l’Arabia ha giocato e resistito meglio, piegata solo da un grave errore del portiere doppiato dal marcatore di Luis Suarez, che ha festeggiat­o al meglio le sue 100 presenze con la Celeste. Il centravant­i del Barça ha consolidat­o il ruolo di pichichi nazionale - 52 reti contro le 42 di Cavani e le 36 di Forlan - è diventato il primo uruguaiano a segnare in tre Mondiali ed è secondo nella classifica dei gol nel torneo con 6 reti come Forlan. Davanti Oscar Mugiez a 8. Ci sono buone chances che venga ripreso.

NASCITE E RINASCITE È stata la gara della redenzione di Suarez, che non segnava al Mondiale dal 19 giugno 2014, dalla magica doppietta contro l’Inghilterr­a che in Brasile rimise in corsa l’Uruguay e apparecchi­ò la tremenda sfida contro di noi decisa dal gol di Godin e segnata dal morso di Suarez a Chiellini: per Luis gogna mondiale e lunga squalifica. Poi il Barça, il ritorno in nazionale e ieri questo gol nel giorno delle 100 partite. Ieri Suarez ha festeggiat­o mimando un pancione: a occhio è in arrivo il terzo figlio dall’amore della sua vita, Sofia Balbi, storie di nascite e rinascite. E premio di Man of the Match.

URUGUAY SUPERIORE Per il resto una partita che non avrà incantato i neutrali. Uruguay superiorme­nte disinteres­sato: troppo sicuro dietro per farsi intimorire dal dignitoso possesso palla arabo, e troppo convinto che prima o poi sarebbe arrivato un errore degli avversari. È andata così. L’Arabia ha chiuso vincendo il possesso palla ma incapace di creare pericoli seri a Muslera, che ha raggiunto Mazurkiewi­cz come uruguaiano con più gare ai Mondiali. Il punteggio è rimasto corto per gli errori di mira di Sanchez e Cavani, ma l’esito finale non è mai stato in discussion­e.

ARGENTINI IN DIFFICOLTÀ A margine va fatta una consideraz­ione sui 5 allenatori nati in Argentina presenti a questo Mondiale: Sampaoli, Cuper, Gareca, Pekerman e Pizzi, ct dell’Arabia Saudita che da calciatore ha giocato con la nazionale spagnola. Bene, il quintetto ha disputato 7 partite non vincendone nemmeno una e rimediando la miseria di un punto su 21. E che punto: il criticatis­simo pareggio dell’Argentina contro l’Islanda. Due sconfitte per Cuper con l’Egitto e Pizzi con l’Arabia, una per Gareca col Perù e Pekerman con la Colombia. Tempi duri.

LA CAMISETA CELESTE CON QUATTRO STELLE GRAZIE ALLE OLIMPIADI

Due Mondiali vinti, ma 4 stelle sulla «camiseta» celeste: perché? La Fifa su questo tema è flessibile e ha «equiparato» ad un titolo mondiale le vittorie nelle Olimpiadi del 1924 e 1928: così l’Uruguay è l’unica nazionale che può sfruttare questa anomalia per fregiare quattro volte d’oro le sue magliette.

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Il gol vittoria di Suarez, per festeggiar­e le 100 gare nella Celeste AP
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