Rafa Marquez «embargato» dagli Stati Uniti
●Il messicano è nella black list a stelle e strisce: niente contatti con qualsiasi cosa «made in Usa»
L’embargo per Rafa Marquez. All’icona messicana - che nel match contro la Germania è diventato il terzo giocatore di sempre a disputare 5 Mondiali dopo il connazionale Carbajal e il tedesco Matthäus - è stato vietato di avvicinare qualsiasi cosa, prodotto o persona o refolo di vento che abbia l’etichetta «Made in Usa» appiccicata addosso. Sembra un telefilm ma è la storia di una Lista nera.
COCA COLA CHI? Lo ha rivelato il New York Times secondo cui il giocatore della Tricolor, ex Barcellona per 7 anni con un pizzico di Verona, è dentro una blacklist del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti a causa di una presunta accusa (sempre negata dal difensore) di riciclaggio di denaro a favore dei cartelli della droga controllati da Raul Flores Hernandez, sospettato di essere uno dei più grandi narcotrafficanti degli Usa. Ergo, l’embargo: Rafa non può avere alcun tipo di contatto con persone, imprese e banche americane, a tal punto che la federazione messicana ha pagato in euro la sua fetta di compenso partecipativo elargito dalla Fifa. Qui in Russia, poi, si allena con una maglia diversa rispetto ai suoi compagni, priva degli sponsor, come quello della CocaCola. E se dovesse fare una conferenza stampa o un’intervista nelle mixed-zone, non dovrebbe avere dietro pannelli con sponsor americani o moderatori o interlocutori made in Usa.
MAI MVP «Prendiamo sul serio le azioni degli Usa - ha detto un portavoce della Federazione messicana -. Abbiamo organizzato ogni operazione per non violare le leggi». Curioso, ma la legge americana parla chiaro: nessun contatto. A tal punto che se Rafa risultasse essere il migliore in campo in una gara di Russia 2018, niente premio come Mvp, perché lo sponsor del riconoscimento è della Budweiser. Birra americana.