La Gazzetta dello Sport

«ALISSON È ORO AMMIRO PERIN MERET COLPISCE: DA GRANDE CLUB» Zenga

«LA ROMA CHIEDE 80 MILIONI PERCHÉ AI TOP CLUB SERVONO PORTIERI TOP: BAYERN E LIVERPOOL LO SANNO... SE RESTA, DONNARUMMA GIOCA ANCHE CON REINA»

- L’INTERVISTA di ANDREA ELEFANTE

Ventotto anni dopo, il record d’imbattibil­ità di un portiere in un solo Mondiale è ancora suo: 518’ a Italia ‘90, dal debutto al gol di Caniggia in semifinale. Sette Mondiali dopo, Walter Zenga davanti alla tv si annoia un po’ di più: «Ho visto diverse partite con una delle due che tirava solo a farla finire. Ma la seconda giornata promette bene: mi sa che il Brasile tornerà a fare il Brasile e contro la Croazia sono cavoli dell’Argentina. Loro giocano tanto, troppo, per vie centrali: delle grandi è quella che rischia di più».

E quella che «rischia» di più di vincere il Mondiale?

«Prima che iniziasse ho detto Brasile, e ribadisco. Troppo squadra, e con troppe individual­ità: per dire, Tite deve ancora giocarsi Douglas Costa che può essere devastante».

Come ha visto i portieri, finora?

«Anzitutto non vedo Oblak e mi spiace: manca uno dei più forti, lo candido a diventare il numero uno al mondo. Oggi se la gioca con Alisson. Fra quelli che ci sono, direi che Schmeichel dimostra che buon sangue non mente e che De Gea è partito con il piede sbagliato».

E però lo United gli starebbe per rinnovare il contratto a una ventina di milioni a stagione...

«Beato lui... Però, diciamolo: quante volte ha salvato lo United quest’anno? Se Mourinho lo ritiene un top degno di stipendio top, di sicuro è perché è convinto della scelta che fa».

Oggi si spende per un portiere molto più di un tempo: la Roma per Alisson chiede 80 milioni.

«Beh, se io nel 1988 valevo più di dieci miliardi ci sta che girino certe cifre. Se il City sborsa barche di soldi per dei terzini, è normale che i grandi club investano su un ruolo fondamenta­le. Per un grande portiere spendi tanto perché ti dà tanto, e quando non ce l’hai ti penti, chiedere per informazio­ni al Bayern e al Liverpool. E comunque oggi il mercato lo fa chi compra e offre, non chi vende e accetta le offerte».

Possiamo dire che in Italia non siamo i più ricchi, ma i portieri migliori li abbiamo ancora noi?

«Ci sono scuole cresciute, tipo quella brasiliana: Alisson è un fenomeno, ma anche Ederson non è male. Però la scuola italiana resta la migliore, sì: un nostro portiere in un campionato estero non ha mai problemi, mentre non è sempre vero il contrario. Senza aggiungere nulla su Buffon e Donnarumma — si è già detto tutto — penso a quanti ne abbiamo: tanti più degli altri. Penso al ricambio: ai progressi di Perin, alla personalit­à di Cragno, al talento di Meret. Ma anche alla regolarità: dunque a Sirigu, che gioca ad alti livelli da anni».

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Ci prova lei?

«No, la lascio a Roberto. Però lo interpreto, e quando dice che ha ancora qualcuno di interessan­te da testare credo si riferisca a Meret. Visto dal vivo, impression­a: presenza fisica, dominio dell’area, personalit­à, freddezza, tecnica. Ha tutto».

Fosse nella Roma, lei venderebbe Alisson?

«Domanda da girare a Monchi. Dipende se c’è una soluzione B, anzitutto. Ma forse, prima ancora, dal momento finanziari­o del club: se certe esigenze sono o non sono più forti della volontà di costruire una base solida e duratura. Anche se poi, quando ti chiede il Real, tutti questi discorsi possono anche passare in secondo piano».

E fosse nel Napoli che portiere prenderebb­e?

«Che portieri, non portiere. Ai miei tempi il titolare era il titolare, punto: non è più così. Ne servono due a una squadra che vorrà vincere a tutti i costi lo scudetto. E se De Laurentiis ha scelto Ancelotti e Carlo ha accettato, il motivo può essere solo quello».

Ci fa due nomi, allora?

«Io prenderei Meret, con un portiere esperto alle sue spalle. Reina sarebbe stato perfetto: magari Cech, perché no?».

Zenga a 24 anni avrebbe fatto la scelta di Perin?

«Lo ammiro: ha deciso di andarsi a giocare il posto. Troppo facile dire: “No, lì non vado perché forse non giocherò”. Se non si offende, un pochino mi rivedo in lui: quella che sembra follia è solo amore per il gusto delle sfide».

Perché Reina a 36 anni sceglie il Milan?

«Perché sceglie di finire la carriera in un grande club. Se resta Donnarumma, gli fa da chioccia; se non resta, il Milan ha comunque un gran bel titolare».

E nella scelta di Gigio potrà pesare... il «peso» di Reina?

«Per uno che a 18 anni sembrava averne 40 come Buffon (e Buffon 18 come Gigio, in verità...) Reina non sarà un peso, anzi. E comunque, se resta al Milan, per me gioca Donnarumma».

E Zenga dove «gioca» il prossimo campionato?

«Mi piacerebbe tanto risponderl­e, invece mi tocca dirle che aspetto: che altro dovrei fare? Il calcio è così: ti sputa fuori in un attimo e in un attimo ti riprende. Spero che anche stavolta non abbia sputato troppo lontano».

 ?? IPP ?? WALTER ZENGA Bandiera Inter negli anni ’80 e ’90 e n°1 della Nazionale dal 1986 al 1992, 58 anni, ha iniziato ad allenare nel 1998 negli Usa e in panchina ha girato il mondo. In Italia, dopo il Brera, ha guidato Catania, Palermo, Samp e Crotone, con...
IPP WALTER ZENGA Bandiera Inter negli anni ’80 e ’90 e n°1 della Nazionale dal 1986 al 1992, 58 anni, ha iniziato ad allenare nel 1998 negli Usa e in panchina ha girato il mondo. In Italia, dopo il Brera, ha guidato Catania, Palermo, Samp e Crotone, con...
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