La Gazzetta dello Sport

Club all’attacco: «Sconcertat­i, fare chiarezza in tempi rapidi»

●La nota dei gialloblù: «Assistiamo ad aggression­i da tesserati di altre società»

- Andrea Schianchi PARMA

Il colpo è durissimo perché inatteso, e la reazione è rabbiosa. Il Parma non ci sta e nel comunicato ufficiale parla di «sgomento» e «sconcerto» per aver appreso di essere accusato di tentato illecito. «Non riusciamo a concepire come testo e tenore dei messaggi possano integrare una fattispeci­e così grave e siamo convinti che chi dovrà giudicare lo farà nel rispetto delle norme, della giustizia e del buon senso. Il Parma continua a nutrire la massima fiducia nella Giustizia Sportiva, ma chiede che la verità venga stabilita nel modo più rapido possibile, per rispetto nei confronti del club e dei suoi tifosi». Nella nota si ricorda inoltre che nessun dirigente del club emiliano è mai stato convocato dagli inquirenti e si «auspica che, come sono stati resi pubblici molti dettagli delle indagini, possano essere resi pubblici, da subito o al termine del procedimen­to, anche i testi dei messaggi, affinché tutti gli sportivi italiani possano avere contezza degli stessi».

AZIONE A Parma sono convinti che non si possa perdere la A per un paio di messaggini «goliardici» (Ceravolo, autore del terzo «whatsapp», non è stato nemmeno deferito). Ma il club percepisce un senso di accerchiam­ento: «Già nel recente passato, il Parma ha dovuto sopportare danni di immagine in ordine ad accuse infamanti rivelatesi infondate, senza ricevere tutele (riferiment­o alla vicenda delle scommesse post Parma-Ancona del 2017, ndr). Nelle ultime settimane sta assistendo a un crescendo di dichiarazi­oni aggressive e insinuanti da parte di tesserati e dirigenti di altre società, senza che nessuno abbia censurato questi comportame­nti o mosso un dito. Il Parma non è mai entrato a far parte di questo circo. Continuerà a starne fuori. Ma non ha alcuna intenzione di partecipar­e a un processo mediatico, dove giorno dopo giorno si alternano notizie contrastan­ti e la Società si ritrova ad apprendere dai giornali l’evoluzione dell’inchiesta. Per primi vogliamo chiarezza, giustizia e rispetto delle norme». Il sospetto, a Parma, è che qualcuno da fuori stia soffiando sul fuoco, magari forte di appoggi all’interno della stanza dei bottoni. Non resta che il tempo dell’attesa: il più lungo e il più logorante.

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Luca Carra a.d. del Parma

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