La Gazzetta dello Sport

L’errore, poi il riscatto la magica notte di Toni campione di semplicità

●Da un suo passaggio sbagliato è nato il gol svedese, ma la stella del Real ha saputo reagire: «Noi contro gli scettici»

- Pierfrance­sco Archetti INVIATO A MOSCA

La coppa del mondo è stata consegnata ieri sera a Sochi. L’ha vinta di nuovo la Germania, i giocatori si sono buttati sul prato come a Rio de Janeiro quattro anni fa, Joachim Löw, che stavolta aveva una maglia meno aderente ma studiata per i suoi bicipiti, è entrato in campo saltando, ha abbracciat­o tutti il suo staff, mentre il giocatore simbolo stavolta è stato Toni Kroos e non Mario Götze. Il «nuovo Messi», come si diceva quando era ragazzino, è stato lasciato a casa perché la rosa della Germania è talmente ricca e fresca che si può permettere di non portare l’eroe del Maracana, colui che gli ha passato la palla (André Schürrle) e anche il suo possibile successore, un ventiduenn­e chiamato Leroy Sané. Mentre a Sochi i giocatori si sono fatti trascinare in scene d’entusiasmo, in patria sono cominciati subito i cortei con le auto, la «Bild» ha messo in prima pagina il titolone Jaaaa!!, e Angela Merkel ha dimenticat­o la lite con il ministro dell’Interno Seehofer sui migranti per mandare subito un messaggio a Oliver Bierhoff: ragazzi siamo orgogliosi di voi. Poi si è preparata a ricevere la squadra alla Porta di Brandeburg­o, finché suo marito Joachim Sauer, che non entra mai in questioni politiche ma questo è soltanto sport, le ha sussurrato: «Cara, tutti stanno festeggian­do come se fosse finito, ma il Mondiale continua». Era finito soltanto se la nazionale avesse perso e anche pareggiato, siamo onesti, come stava facendo prima dei 5’ di recupero. Ma Toni Kroos al minuto 94 e 42 secondi ha segnato il 2-1.

IL RISCATTO La Germania è salva, può restare in corsa per gli ottavi. Kroos ne è il simbolo: errore e riscatto. «Il gol della Svezia è tutta colpa mia» ha detto l’autore del sorpasso. «Ma ci sta che su quattrocen­to passaggi ne possa sbagliare due. L’importante è avere gli attributi per rialzarsi, anche se non sono in tanti ad accorgerse­ne». Kroos da inizio torneo è sempre molto scettico e infastidit­o dalle critiche: «Alcune sono giuste, altre no, si ha quasi l’impression­e che in Germania molti addetti ai lavori fossero contenti di vederci fuori dalla coppa. Invece non gli rendiamo la vita facile». Kroos è nel mirino perché sembra stanco, poco brillante: è stato l’ultimo ad arrivare in ritiro, il due giugno, a causa della finale di Champions.

IL FUTURO Grazie a lui, unico tedesco ad aver preso quattro AP Champions, però il Mondiale della Germania non è finito, per evitare la prima uscita della storia nei gironi e non dipendere da altri risultati, adesso i bianchi devono battere la Corea del Sud mercoledì con due gol di scarto: a parità di punti conta la differenza reti, non lo scontro diretto. Joachim Löw spiega: «Vedremo, sarà dura anche la prossima partita. Questa vittoria è stata anche fortunata, perché arrivata alla fine, però meritata. Eravamo anche in dieci per l’espulsione di Boateng, Rudy si era rotto il naso. Özil fuori per la prima volta ai tornei nella mia gestione è una scelta pensata, ma la creatività di Mesut ci tornerà utile». Sul tavolo non c’era la coppa.

 ??  ?? Toni Kroos, 28 anni, festeggiat­o dopo il gol
Toni Kroos, 28 anni, festeggiat­o dopo il gol

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy