La Gazzetta dello Sport

Lukaku & Hazard show Belgio, euforia e ansia

●La squadra di Martinez, virtualmen­te agli ottavi, dà spettacolo contro una piccola Tunisia. Preoccupa l’attaccante: caviglia k.o. BELGIO TUNISIA 5 2 BELGIO

- Pierfrance­sco Archetti INVIATO A MOSCA (RUSSIA)

Euforia: di solito il termine viene agganciato a aggettivi tipo contagiosa o pericolosa. Il diffonders­i dell’entusiasmo che può lanciarti o smontarti. Il Belgio preferisce abbinare la parola euforia con contenuta, modesta. Viaggiare sotto traccia, perché anche negli ultimi due tornei la nazionale era considerat­a la sorpresa per il podio, invece si fermò ai quarti sia in Brasile (non male, stop con l’Argentina) sia all’Europeo francese (super delusione, eliminata dal Galles). Ma nasconders­i è impossibil­e, con tale bellezza, forza offensiva: provocano illusione. Quando è bello il calcio, lo capiscono tutti. Anche chi viene al Mondiale per accompagna­re gli amici, i mariti, i figli. Anche chi adopera questo torneo planetario per avere un passaggio in tv, per vestirsi come a Carnevale, cercare l’evidenza. Gli addetti ai lavori vedono i movimenti, i tagli, le scalate, la pressione. I turisti della coppa invece si godono le reti, i colpi di petto, il dribbling con un palleggio. Tipo Eden Hazard ieri. Quella cosa che poi anche se non si è qua, se si passa davanti allo schermo in qualsiasi parte del mondo, ti fa fermare. La percezione universale del bello del calcio, senza aver studiato.

I MOTIVI Ai più istruiti non sfugge il nome dell’avversario, la Tunisia; non scappa la disastrosa tenuta difensiva; gli orribili tentativi di stop che diventano assist per gli avversari, vedi il 2-1, il 3-1. Non si può nemmeno giustifica­re la dissennata volontà di voler sbarbare i rivali con l’accetta, tipo il fallo da rigore pacchiano subito al via, per l’1-0 di Hazard, divelto (sulla linea) da Syam Ben Youssef. Però tutti riconoscon­o l’essenziali­tà del Belgio, l’idea verticale, immediata, precisa. Saper arrivare in porta con i flash dei piccoletti Hazard e Mertens e poi affidare la merce al colosso Lukaku, imponente e lieve nei movimenti. E’ già a quota quattro, l’attaccante del Manchester United, anche se ora tiene in ansia tutto il Belgio per l’infortunio che l’ha costretto a uscire dopo un’ora: caviglia malconcia, PRIMO TEMPO 3-1

MARCATORI E. Hazard (B) rig. 6’, Lukaku (B) 16’, Bronn (T) 18’, Lukaku (B) 48’ p.t.; E. Hazard (B) 6’, Batshuayi (B) 45’, Khazri (T) 48’ s.t.

BELGIO (3-4-2-1) Courtois; Alderweire­ld, Boyata, Vertonghen; Meunier, De Bruyne, Witsel, Carrasco; Mertens (41’ s.t. Tielemans), E. Hazard (23’ s.t. Batshuayi); Lukaku (14’ s.t. Fellaini) PANCHINA Mignolet, Casteels, Kompany, Vermaelen, T. Hazard, Januzaj, Dembélé, Chadli, Dendoncker ALL. Martinez

CAMBI DI SISTEMA nessuno BARICENTRO MEDIO 51,2 M POSSESSO PALLA 52% AMMONITI nessuno

TUNISIA (4-2-3-1) Ben Mustapha; Bronn (24’ p.t. Naguez), S. Ben Youssef (41’ p.t. Benalouane), Meriah, A. Maaloul; Shkiri, Sassi (14’ s.t. Sliti); F. Ben Youssef, Khaoui, Badri; Khazri PANCHINA Mathlouthi, Haddadi, Bedoui, Ben Amor, Khalil, Srarfi, Khalifa, Chaaleli ALLENATORE N. Maaloul

CAMBI DI SISTEMA nessuno BARICENTRO MOLTO BASSO 47,3 M POSSESSO PALLA 48% AMMONITI Sassi per proteste

ARBITRO Marrufo (Usa)

NOTE Spettatori 44.190. Tiri in porta 12.5 Tiri fuori 11-10. In fuorigioco 3-3. Angoli 5-2. Recuperi 4’ p.t., 3’ s.t. si teme l’interessam­ento dei legamenti e salterà l’Inghilterr­a. Gli esami dei prossimi giorni diranno se l’ansia diventerà rassegnazi­one. Intanto Hazard firma una doppietta e diventa l’uomo del match per lo stupendo 4-1: corsa, petto, mezzo pallonetto laterale per saltare il portiere, gol e felicità.

UNITI La nazionale di fiamminghi e valloni sembra unita, vogliosa, anche se l’inno lo cantano in pochi. Se è Lukaku a crossare per Meunier, e non il contrario, la punta rincula a coprire il terzino destro. Non così dall’altra parte, con Carrasco meno attento con Vertonghen. Perché il Belgio non tiene del tutto gli avversari lontani, soprattutt­o subendo i lanci che sorpassano il 3-4-2-1. Quando salirà il livello, servirà rimedio. Ma se ci fosse una tassa sul tas- so (di qualità), il Belgio andrebbe in bancarotta, o dovrebbe effettuare un prelievo forzoso dagli stipendi di Premier dei vari Hazard, De Bruyne, Lukaku: un trio da circa 43 milioni lordi l’anno. E se fa lo splendido, ci può pensare Witsel, onesto nell’ammettere di essere andato in Cina per i 16 milioni a stagione.

MERTENS PER TUTTI Dries Mertens non ha il mensile dei colleghi, però a Napoli vede il mare e prende lezioni di tattica: parte a destra, alla Callejon, manda in rete Lukaku, diventa il Mertens di Sarri dopo un cambio (centravant­i). Ritorna quello di Martinez rientrando sulla trequarti quando entra Batshuayi e ricama altri inviti-gol. «Chiediamo scusa ai nostri tifosi», dice l’allenatore tunisino Nabil Maaloul. Nonostante i centri di Bronn (2-1) e Khazri (5-2), «loro sono molto forti». Oggi probabilme­nte saranno anche qualificat­i, dopo 8 gol e 6 punti in due gare: «Siamo in crescita», racconta Roberto Martinez. Senza euforia, se si riesce.

LA SITUAZIONE Arriverann­o sfide più difficili però il gruppo è cresciuto rispetto al 2014

La punta United out con l’Inghilterr­a: gli esami chiarirann­o l’entità dello stop

AFP

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Romelu Lukalku, 25 anni, salta il portiere Ben Mustapha, 28, e firma il terzo gol per il Belgio
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