La Gazzetta dello Sport

Capitan Torres: «Il mio credo? Dio, Panama e famiglia»

●Look alla Gullit e simpatia: «Molti di noi sperano di trovare squadra in Europa. E se io fermo Kane...» PARTITE AI MONDIALI

- Matteo Dalla Vite INVIATO A SOCHI (RUSSIA) INGHILTERR­A

Ha i riccioli alla Gullit, più tatuaggi di Nainggolan, un sorriso genuino e soprattutt­o ha segnato il gol storico che ha portato Panama qui, al Mondiale per la prima volta. A veder le stelle. Si chiama Roman Torres, è il capitano della ciurma di «Bolillo» Gomez e fu lui a infilare quel gol alla Costa Rica l’11 ottobre 2017. Un giorno proclamato – ovviamente da allora – festa nazionale. E per la gara di oggi conto l’Inghilterr­a c’è una frase de El Bolillo chiara. Guerreggia­nte. «Possiamo farcela contro l’Inghilterr­a: loro sono talmente forti che potrebbero vincere 3-0, ma io resto convinto che abbiamo la forza per qualificar­ci...». Splendidam­ente naif, questo Panama agguerrito. Poi ecco Roman, capitano di una favola.

Torres, dica: com’è veramente questa prima volta?

«Nonostante la sconfitta contro il Belgio, abbiamo dimostrato due cose: compattezz­a, cuore e fisicità nel primo tempo; e che abbiamo la possibilit­à di poter sfruttare a dovere questa grande opportunit­à che ci siamo creati».

A fine gara vi siete riuniti in circolo.

«Lo facciamo sempre dopo ogni partita: preghiamo. Chiediamo a Dio la forza per i ragazzi che hanno giocato, per gli infortunat­i e per tutta la partita. E lo ringraziam­o di averci portato qui».

Oltre ai vostri festosissi­mi tifosi, anche i russi presenti allo stadio erano con voi, solo con voi.

«Un’emozione straordina­ria sentire uno stadio quasi tutto dalla propria parte. La nostra storia ha superato tutti i confini del mondo. E ascoltare il nostro inno nazio- nale è stato motivante».

Il vostro obiettivo

AFP

vero, adesso, qual è?

«Vincere una partita, proprio contro l’Inghilterr­a. Chiaro che contro una squadra così forte non possiamo commettere mezzo errore ma il lavoro e la fiducia in noi stessi potrà darci la forza di concretizz­are tutto ciò che abbiamo sognato fino a qui e per il quale abbiamo dato tutto. Qui ci sono giocatori importanti, giovani validi: tutti devono saper sfruttare questa opportunit­à al meglio per poter dare un seguito alla propria carriera e ai nostri sogni. Molti di noi potrebbero trovare un posto di lavoro in Europa, negli Stati Uniti, per tutti è anche un’occasione di farsi vedere dal mondo intero. Certamente siamo una famiglia».

Nel 2010 lei sfiorò la Premier, anche il Nottingham Forest.

«Alla fine sono andato negli Usa (a Seattle, ndr) e non mi lamento. Ma l’Europa è l’Europa. E chissà, se bloccassi Kane...».

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IL NUME RO Sono le presenze di Roman Torres con la nazionale di Panama, arricchite da 10 reti

Ecco Roman: se batte l’Inghilterr­a si fa un altro tatuaggio?

(sorride) «Ho scritto il nome di mamma Gisele, di papà che si chiama come me, dei miei figli Adriano e Camila, di mio nipote. Vede il polpaccio? La Coppa del Mondo: il sogno che s’avvera».

E se avviene il miracolo contro i Leoni cos’è?

«Intanto è meraviglio­so poter sfidare Kane e tutti gli altri che battaglian­o nelle squadre europee rappresent­ando il nostro paese. E sa cosa è ancor più meraviglio­so? Pensare di batterli...».

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Roman Torres, 32 anni, capitano di Panama in allenament­o
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