LEADER DEL MONDIALE «Ho sbagliato io nel finale, forse mi aiuterà la strategia»
●Non sono bastate le informazioni di Giovinazzi e Kvyat e Seb fa autocritica: «Ho esagerato nell’ultimo tentativo e la pioggia ci ha complicato la vita»
Una seconda fila con il broncio per Sebastian Vettel, ma non è colpa della sindrome di Barcellona, legata ai problemi con le gomme ribassate che aveva colpito la Ferrari a metà maggio in Spagna. Su questo punto la squadra non transige, né accetta paralleli che sarebbero impropri: «Speravo di fare meglio nell’ultimo tentativo — riconosce il tedesco —, ma evidentemente ho esagerato. Quando schiacci troppo, alla fine il rischio è proprio quello di sbagliare. Perdi la traiettoria migliore e, anziché fare progressi, peggiori». Dopo un venerdì poco felice (ma il lavoro sulle due SF71H non era quello di cercare il limite, a differenza della Mercedes), sono stati incrociati i dati provenienti dai test al simulatore di Antonio Giovinazzi e quelli che ha portato di persona Daniil Kvyat, che in serata è arrivato al Paul Ricard per partecipare a una riunione con gli ingegneri e il team.
ONESTÀ Rimane la consapevolezza che i tempi sul passo-gara rilevati in FP2 lasciano ben sperare per oggi: «Possiamo essere competitivi, certo. Fra l’altro, adotteremo una strategia diversa rispetto agli altri e chissà che questo non apra situazioni impreviste in gara». Rosse competitive, dunque, «anche se è difficile dire se la pole fosse effettivamente alla mia portata. Penso che avrei potuto guadagnare forse un decimo, un decimo e mezzo rispetto al mio tempo finale: ma poi sarebbe bastato?». Nessun riferimento al motore Spec 2.1 portato dalla Mercedes in Francia, ma il riferimento di Sebastian non è assolutamente casuale. «Di sicuro le qualifiche per noi non sono state semplicissime, anche a causa della pioggia, ma siamo cresciuti in fretta. È vero, però, che nel finale mi sembrava di non avere un feeling perfetto con la macchina. Avevo intuito quasi subito di poter essere stato meno veloce nel secondo tentativo rispetto al primo, e il cronometro lo ha confermato».
GOMME Una variabile importante, a parità di strategia su una sosta, potrebbe essere la differente durata dei pneumatici rispetto alle Mercedes (al via con le supersoft, al pari delle Red Bull, ultrasoft per le SF71H): «Vedrò cosa sarà possibile fare in gara», ribadisce Sebastian, nonostante la configurazione del tracciato per questo GP non sembri favorire molto i sorpassi. «Avevo girato qui nei test un paio di anni fa (gennaio 2016; n.d.r.), ma da allora il tracciato è cambiato e l’asfalto è stato rifatto. Non solo: ULTIMO IRIDATO FERRARI è risaputo il fatto che in queste condizioni, per di più quando dopo tanto sole piove e poi la pista si asciuga, è come correre sullo shampoo… Dicevano che le FP3 sarebbero state asciutte, invece… Non ho molta fiducia per le previsioni. Andremo in griglia, poi vedremo. L’unica difficoltà in pista arriva dalla mancanza di punti di riferimento, ma è questione di abitudine. È vero che tutte le vie di fuga sono colorate, però la cosa non crea reali problemi nella guida».
PROVE NEGATIVE? NO, SONO STATO SOLO DISCRETO NON PERFETTO
KIMI RAIKKONEN
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DELUSIONE E proprio un errore fra la curva 3 e la 4 nell’ultimo tentativo, dovuto probabilmente al tracciato umido in quel settore, ha vanificato le possibilità di recupero di Kimi Raikkonen, che si è dovuto accontentare di un 6° tempo insoddisfacente: «Però nel complesso non reputo queste qualifiche totalmente negative. Semplicemente, ci è mancata la capacità di azzeccare il giro perfetto, e il mio è stato alla fine solo discreto. Sappiamo bene, però, che al di là delle gomme diverse e della strategia, in gara ogni cosa può cambiare». Serve un cambio di passo, però: guai regalare punti alla frecce d’argento nel primo vero crocevia della stagione. ● I punti di vantaggio in classifica di Sebastian Vettel (sopra) su Lewis Hamilton alla vigilia del GP di Francia ● Le gare in cui Sebastian Vettel è partito in 2a fila: Australia, dove poi vinse e Spagna (4o). Sempre col terzo tempo
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