Gioia Berruti: «Che godimento Mi rivedo in lui: resti se stesso»
●L’olimpionico di Roma 1960: «È sempre più la bella copia di come ero io»
«Ho rivisto me stesso, la bella copia di me stesso»: Livio Berruti, l’indimenticabile campione olimpico dei 200 a Roma 1960, oggi 79enne, è felice per l’exploit di Filippo Tortu. «La gara mi ha dato un godimento psicofisico – ha detto –: ha corso bene, senza sbavature. Ho visto una bellissima corsa, fatta con serenità e gioiosità, affrontata nello stesso modo con cui lo facevo io ai miei tempi. Tortu mi ha fatto rivivere il mio passato felice, l’ho ringraziato per questo, mi ha fatto rivivere i momenti più belli della mia carriera sportiva. Questo ragazzo diventa sempre più la bella copia del mio passato» dice. E quasi si commuove.
IL CONSIGLIO «Dopo la gara – racconta Berruti – ho tentato di telefonare a Filippo, ma non prendevo la linea, allora gli ho scritto un messaggio, ringraziandolo per quel che aveva fatto e per il modo in cui l’aveva fatto. Corre con lo stesso mio cipiglio, con la voglia spasmodica di fare bella figura, come correvo io, leggero, sereno, senza l’affanno di dover vincere per forza, ma con la voglia di fare bella figura e naturalmente di battere gli avversari. Lo sport è una cosa bellissima se si fa senza rabbia, senza voler primeggiare a tutti i costi. Si vince anzitutto con se stessi, battendo tutti i timori, le ansie da prestazione. Un consiglio? Rimanga se stesso, a 20 anni ha una carriera lunga davanti, un futuro luminoso. Ai miei tempi già a 24-25 la carriera era quasi finita, non c’erano le tecniche di allenamento di oggi. Ora invece si matura fino ai 30. Tortu può andare molto lontano. Deve però stare attento a non farsi abbagliare dal successo e dall’interesse dei media. Continui a fare sport come ha sempre fatto, con il piacere di farlo».