La Gazzetta dello Sport

È Pippo show Al traguardo le pubblicità personaliz­zate

●All’arrivo i cartelloni di 2 aziende italiane All’orizzonte il progetto «Sprint Academy»

- MADRID si.ba.

Venerdì sera allo stadio di Moratalaz, a Madrid, poco prima della finale dei 100, si è assistito a una scena curiosa. Due addetti del meeting hanno posizionat­o in zona traguardo, e a favore di telecamere, i cartelloni di due sponsor italiani, per poi toglierli subito dopo la prestazion­e da 9”99 del brianzolo. Gli stessi marchi erano visibili durante la semifinale, corsa sul rettileo opposto, e dietro ai blocchi della finale. Aziende italiane che cercano visibilità in un meeting in terra straniera, oltretutto senza che sia prevista una copertura televisiva nel nostro Paese (erano presenti gli inviati di Sky e Mediaset). Una scena inedita, per lo meno per l’atletica azzurra di questi ultimi anni.

GLI STRISCIONI La spiegazion­e, ovviamente, ha a che fare con Filippo Tortu e apre uno squarcio sul mondo che gli ruota attorno. Perché a Madrid, oltre agli affetti più stretti — papà Salvino, mamma Paola, il fratello Giacomo, la nonna Titta —, erano presenti anche altre persone. Attorno a Filippo si muove un gruppo vasto, fatto di amici e di parenti che però hanno an- che competenze specifiche in ambito sportivo, ma anche di marketing e di comunicazi­one. L’impression­e è che si stia infatti sviluppand­o un progetto complesso. Si chiama «Sprint Academy» ed è stato ideato da Salvino Tortu, che in passato, oltre a essere stato uno sprinter, ha avuto un ruolo da dirigente in Publitalia. Nel progetto che sta sostenendo Filippo è coinvolto anche Natale Bellati, anche lui ex di Publitalia, che si occupa degli aspetti di marketing, mentre Marcello Magnani resta il manager per gli aspetti agonistici e Chiara Signorotto si occupa dei rapporto con i media. Per il meeting di Madrid c’era la sensazione che Tortu potesse fare qualcosa di grande, che potesse battere il record di Mennea, così si è bussato alle porte di alcune aziende dicendo: «In questo meeting Filippo può fare la storia, siete interessat­i a mostrare il vostro marchio?». Così sono arrivati in Spagna con striscioni, telecamere, un fotografo incaricato di seguire Filippo, un backdrop per le interviste.

BOOM VIDEO Il piano ha funzionato. Ovviamente non ha reso chissà quali cifre — chi avesse voluto comprare dalla federazion­e spagnola il diritto di cronaca per mostrare tre minuti di meeting, avrebbe speso 2000 euro —, ma è stato un test interessan­te, una «prima» che può essere replicata e che, soprattutt­o, mostra le potenziali­tà del ventenne brianzolo sul piano del marketing e della visibilità. Del resto, la risposta del pubblico dei social ha dato ragione all’intuizione avuta alla vigilia dallo staff di Tortu: a ieri sera, il video del 100 da record corso a Madrid, ripreso dalla Fidal su Facebook, aveva colleziona­to oltre 300.000 visualizza­zioni. «Abbiamo avuto la sensazione che l’aspetto commercial­e, nell’atletica, fosse poco sviluppato — racconta Chiara Signorotto —, così ci abbiamo provato. Filippo ha grandi margini anche sotto l’aspetto social, ogni giorno 34000 persone iniziano a seguirlo su Instagram». C’è da dire che se Filippo è così sereno e concentrat­o sull’atletica, questo accade anche perché non ha un interesse smanioso per i social. «Questo tipo di struttura aiuta Filippo a concentrar­si soprattutt­o sulla sua attività — continua Signorotto —. Cerchiamo di mantenere attorno a lui un clima familiare, che lo faccia stare bene».

LA CHIAVE Attorno al brianzolo c’è un piano che tocca agonismo ma anche marketing

In meno di 24 ore il video del record su Facebook è stato visto 300.000 volte

VELOCITÀ E poi c’è l’aspetto più tecnico del progetto, quello dell’Academy. L’idea è quella di far nascere un centro di eccellenza per i velocisti, con a disposizio­ne anche strutture mediche e fisioterap­iche, che però sia a disposizio­ne anche degli atleti di altre discipline, come lo short track, il bob e lo skeleton, che abbiano al centro il lavoro sulla velocità esplosiva. Una specie di accademia, simile a quelle di Nick Bollettier­i nel tennis, ma aperta a sport diversi. ANSA ANSA

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