Halle amara per Federer Coric spezza il sogno
●>oger perde il n. 1 e la possibilità di vincere a Wimbledon il 100° titolo
Il Re è nudo. All’improvviso. Smette i vestiti della festa e si scopre senza la corazza da invincibile che per nove volte lo aveva protetto a Halle, uno dei tanti giardini di famiglia. Niente Decima per Federer sull’erba tedesca, una caduta che fa rumore per tradizione, storia e dimensione epica dello sconfitto, ma non sorprendente per la qualità di gioco espressa dal Divin Svizzero nell’ultima settimana, troppo alterna per garantirgli un’altra domenica da ricordare. Non contro il Coric in versione extralusso della finale, decisamente mordace con i suoi 11 ace e incredibilmente più centrato e freddo nei momenti caldi del match, cioè la fine del primo set e la fase centrale del terzo: «Amo i grandi palcoscenici, sono stati i sette giorni più belli e importanti della mia carriera».
FIDUCIA Uno stop che per Roger arriva dopo 20 vittorie consecutive sui prati e che stamattina, nell’eterna corsa tra i due fenomeni, restituirà di nuovo il numero uno della classifica a Rafael Nadal per appena 50 punti. Svanisce anche il sogno del Centenario, cioè la possibilità di conquistare il titolo numero 100 in carriera nel tempio sacro di Wimbledon, lo Slam prediletto in cui da lunedì prossimo si presenterà da campione in carica ma con ancora 98 tornei in bacheca, pur con l’opportunità di diventare il più vincente di sempre sull’erba (è a 172 successi, due in meno di Connors). Anche i ricchi (di talento) tremano e il Divino a Halle ha palesato il nervosismo e la stanchezza di chi avverte l’età e la grandiosità dei traguardi venturi, anche senza perdere la fiducia: «Complimenti a Borna, ha mostrato un livello più alto del mio. In queste due settimane ho giocato molto e mi sono allenato poco, ora mi focalizzerò sulla preparazione per Londra. Se avessi vinto quel primo set, chissà: ma in ogni caso penso che tra Stoccarda e Halle la mia sia stata un’ottima corsa».
PROMESSE Però Coric, lo si sapeva, è un cavallo di razza, come certificano la risposta aggressiva e la straordinaria difesa con cui annulla i due set point per Federer nel tie break, e poi la gestione del parziale decisivo: «E’ un sogno che si avvera, un evento per me straordinario». Nonché la vittoria più importante, per prestigio e significato, di una carriera da predestinato e fin qui segnata, è vero, dal successo a Marrakech dell’anno scorso, ma soprattutto da un paio di stagioni grigie proprio nel momento della maturazione attesa. Il croato a 17 anni batteva Nadal e a 18 Murray, ma l’avvicinamento al vertice si è rivelato più complesso del previsto: «Troppe aspettative e troppi cambiamenti tecnici mi hanno nuociuto». Da novembre si è affidato a mago Riccardo Piatti a Bordighera, che si è dato due anni per farne un giocatore da top ten. Intanto lo ha già portato al numero 21, la sua classifica da oggi, ovviamente best ranking e decisamente più consona al tatuaggio che il Next Gen si è fatto incidere sul bicipite destro: «Non c’è niente di peggio nella vita che essere ordinari». Benvenuto, campione.
50
IL NUMERO
I punti che oggi separeranno Nadal, numero 1, da Federer, numero 2: 8.770 a 8.720
Finale (1.983.595 ): Coric (Cro) b. Federer 7-6 (6) 3-6 6-2.