All’Australia vincere non basta Deve anche tifare per la Francia
C’è poco da girarci attorno. Perché anche gli australiani sono smaliziati e diretti: le prime cinque domande al santone Van Marwijk sono precise e mirate sulla paura che la Francia non batta la Danimarca e che quindi un’eventuale vittoria dei Socceroos contro l’eliminato Perù diventi inutile. Vade retro biscotto. «Io guardo al nostro stare in campo e ai miglioramenti da mostrare – dice il c.t. dell’Australia –: il resto non m’interessa, la Francia è una grande squadra, con grande orgoglio». Come dire: voi fate il vostro che al Perù ci pensiamo noi.
DAL NONNO AL FIGLIO Nel frattempo è bellissima la storia di Matthew Ryan. Non per il tormentone dell’ipotetico biscotto fra Francia e Danimarca («Non mi interessano le altre squadre, e poi giocare per il pareggio è sempre pericoloso» dice il numero 1); ma perché ha chiesto ai suoi familiari chi volesse partecipare alla missione in Russia e hanno risposto «Vengo anch’io» in 27. Un esodo generazionale. «Si va da mio nonno che ha 70 anni a mio figlio che ne ha tre. Un giorno – dice col sorriso il portiere del Brighton – ho chiesto chi mi volesse seguire e mi sono ritrovato circa 30 persone... È la prima volta che familiari e amici mi accompagnano, ma un Mondiale forse capita una volta nella vita... Ed è bellissimo averli qui».
PAURA
E il Perù? Attimi di panico l’altro ieri in ritiro: Jefferson Farfan ha battuto la testa ed è stato privo di sensi svariati minuti. Si temeva il peggio, poi sono intervenuti i medici sia della Bicolor che quelli russi. «Li voglio ringraziare tutti – ha detto il c.t. Gareca –: ora cerchiamo di dare un giorno di felicità al nostro popolo». In campo ci sarà Guerrero, squalificato per doping ma graziato solo per Russia 2018. «Se sarà la mia ultima gara a un Mondiale? Io mi sento benone, forse no... E faremo di tutto per il nostro c.t».