La Gazzetta dello Sport

Unter alles Anche la Germania trova la sua Corea: ultima ed eliminata

●Senza gioco né grinta. E che errori sotto porta Kim & C., un’impresa anche per evitare il militare

- Luca Bianchin INVIATO A KAZAN LA MOVIOLA di FABIO BIANCHI

l sole a Kazan è alto ma non scotta. I tifosi tedeschi e i coreani guardano la partita serenament­e, giusto un po’ di sonno post-pranzo. La Germania ha già avuto due palle gol, è in controllo e tiene la palla. A destra, al centro, a sinistra. Ancora al centro, di nuovo a destra, poi indietro. Non sbagliano mai. Che cosa volete che succeda in un giorno così? In un giorno così succede la fine del mondo calcistico, niente di meno. Per la prima volta nella storia la Germania non arriva agli ottavi del Mondiale, per la prima volta dal 1982 non la vedremo nei quarti, per la prima volta da quando c’è internet va in crash Naver, il Google coreano. Inagibile per i troppi contatti. I giornalist­i di Seul lo raccontano con l’aria tranquilla, perché forse loro hanno capito: nel calcio non è tutto un Maracanazo, un gol di Grosso davanti al muro di Dortmund. Ci sono anche le disfatte fredde, con la tecnologia protagonis­ta.

I DUE GOL La Germania perde 2-0 con la Corea del Sud per due gol segnati oltre il 90’. Il primo è un tiro di Kim, un difensore, convalidat­o dalla Var: il tocco che lo ha liberato era una deviazione di Kroos carambolat­a su Süle. Il secondo è un contropied­e surreale. Non solo Neuer è in attacco, ma i tedeschi addirittur­a battono la rimessa su di lui. Con in zona Kroos, Özil, Reus e Brandt, imposta il portiere. Neuer la perde e Son va in fuga per la libertà: raddoppio a porta vuota. I social a quel punto stavano già esultando. Commenti più in voga: «Anche i tedeschi hanno avuto la loro Corea» (sì, ma noi siamo a due, 1966 e 2002) e «alla Germania in Russia va sempre male» (sì, ma gli scherzi sulla guerra fanno sempre ridere a metà). Fox Sports Brasile, esagerata, scrive «ahahah», solo che lo scrive con 271 caratteri: risate crudeli.

LE OCCASIONI Eppure non si era capito subito che sarebbe finita così. La Germania nel primo tempo ha avuto un paio di occasioni – la migliore, un destro di Hummels a centro area – e nel secondo ha rischiato di segnare subito con un colpo di testa di Goretzka e un tiro di Werner. Ecco, a inizio secondo tempo si sono visti i primi segnali forti. Quando da Ekaterinbu­rg è arrivata la notizia dei gol della Svezia al Messico, i tedeschi hanno saputo di dover segnare e Löw ha abiurato le scelte di formazione: dentro Gomez e Müller. Ogni minuto però la pressione saliva. Quando è entrato Brandt, mossa decisiva con la Svezia, è venuto il sospetto che i tedeschi fossero diventati scaramanti­ci. La Germania in ogni caso è stata lenta, bloccata come nelle giornate maledette. Gomez e Hummels hanno avuto l’occasione perfetta, che per i tedeschi è un colpo di testa a centro area, senza marcatura. Gomez l’ha messa a centro porta, Hummels addirittur­a ha colpito con la spalla. Avere il 74% di possesso, se concludi così, serve a poco.

LA COREA E ora? Il processone a Löw è già cominciato, ma è il caso di dire qualcosa sulla Corea. Shin, l’allenatore, è uno strano tipo che si taglia il ciuffo come Löw e si veste come lui: un imitatore. Jo, il portiere eroe, gioca in Corea ed è famoso perché si colora i capelli come De Gea. Son, la stella, segna anche per evitare il servizio militare, che a breve gli toccherà – e sono 21 mesi… – come a ogni coreano. Esenzioni previste solo in caso di grandi imprese e non è chiaro se un 2-0 alla Germania rientri nella casistica. Questo strano gruppo ha fatto l’impresa del Mondiale e, per crudele paradosso, è rientrato in albergo deluso: i coreani al 96’ pensavano di essersi qualificat­i, poi hanno scoperto che la Svezia non aveva perso. Non si fideranno mai più dei messicani. Per questo, alla fine, Kazan era fredda e triste. Müller, Özil, Brandt e Reus seduti in panchina a guardare nel vuoto. I coreani a centrocamp­o a parlarsi, abbracciat­i in un grande cerchio. E una ragazza tedesca a farsi un selfie sul luogo del delitto. Che cosa avesse da sorridere, non si è capito.

 ??  ??
 ??  ?? La gioia dei sud coreani lascia di stucco Mario Gomez dopo l’eliminazio­ne della Germania. A sinistra, Marco Reus e Thomas Müller sconsolati in panchina a fine gara EPA/AP
La gioia dei sud coreani lascia di stucco Mario Gomez dopo l’eliminazio­ne della Germania. A sinistra, Marco Reus e Thomas Müller sconsolati in panchina a fine gara EPA/AP

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy