La Gazzetta dello Sport

È la fine di un’era Non per Sampaoli: «K.o. che rafforza»

●Mascherano e Biglia dicono addio all’Albicelest­e. Ora spazio a Dybala, Icardi, Paredes e Martinez...

- Luca Bianchin INVIATO A KAZAN

La lunga marcia sembra un corteo funebre. I giocatori dell’Argentina escono insieme dallo spogliatoi­o e camminano in gruppo nel corridoio della zona interviste. Tutti vestiti uguali, sembrano prigionier­i in trasferime­nto e per loro la giuria popolare a Buenos Aires ha già scritto il verdetto: colpevoli. L’Argentina non vince una competizio­ne dalla Coppa America 1993 – doppio Batistuta in finale col Messico – e sembra aver buttato nel cestino una nuova generazion­e: buona parte del gruppone dei trentenni, giocatori nati dal 1986 al 1988, non giocherà un altro Mondiale. Messi, Aguero, Di Maria, Higuain, Armani, Guzman, Mercado, Ansaldi, Biglia, Fazio, Banega, Enzo Perez, Otamendi: praticamen­te in quei due anni c’è tutta la squadra. Il primo nella lista dei condannati però è il 58enne che si veste come i ragazzi. Sampaoli ha vissuto il Mondiale peggiore possibile, tra un presunto golpe di spogliatoi­o, un’autogestio­ne conclamata, figuracce da labiale ripreso in mondovisio­ne e scelte criticatis­sime. Ieri parecchi tweet velenosi per la sostituzio­ne tra Rojo e Fazio, su cui Mbappé ha avuto l’effetto di un tornado, e per la scelta di Meza, in campo nel finale al posto di Dybala. Paulo in quel corteo era uno degli ultimi: testa bassa e pensieri lontani, forse al 2022.

IL FUTURO Javier Mascherano no, lui ha parlato per primo ai giornalist­i ed è uscito da solo. Diretto come quando entra in scivolata, è arrivato al punto: «Da ora sarò solo un tifoso dell’Argentina». Significa che si ritira dal calcio delle nazionali e in sostanza con le partite importanti ha finito qui, perché da sei mesi gioca in Cina con l’Hebei. È stato anche ieri uno dei peggiori e, consideran­do che giocatore è stato, fa male al cuore. La stessa scelta, l’addio alla nazionale, è arrivata anche da Biglia mentre Sampaoli, di fronte alla stessa domanda, ha preso un’altra direzione: «Non penso di andarmene. È tutto troppo fresco per un’analisi. Questa frustrazio­ne mi rafforzerà come allenatore». Il Mondiale declassato a stage formativo. Se ripartirà, lo farà con una squadra da costruire. Nel 2019 ci sarà la Coppa America in Brasile e la nuova generazion­e potrebbe essere pronta per prendere il comando: Dybala, Icardi, Lo Celso, Paredes, Lautaro Martinez, Angel Correa, Ascacibar, Ocampos, Driussi e Gio Simeone hanno meno di 25 anni, Lanzini, Funes Mori e Lamela appena di più. Cristian Pavon invece è un caso a parte: è l’unico del gruppetto che è stato convocato per la Russia ma anche ieri ha dato la sensazione (netta) che il Mondiale sia ancora troppo grande per lui. Forse con un altro allenatore sarebbe diverso, infatti in Argentina si parla di Gareca, di Pochettino, di Gallardo, soprattutt­o del Cholo Simeone come possibili sostituti. C’è un problema: Sampaoli in caso di esonero ha una clausola. Per rimuovere lui e tutti i suoi tatuaggi, servono 20 milioni.

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Javier Alejandro Mascherano è nato a San Lorenzo l’8 giugno 1984
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