Lopetegui al Real E tutto era già finito prima di cominciare
Il Mondiale della Spagna è finito tre giorni prima del suo inizio. In quel pomeriggio del 12 giugno quando il Real Madrid ha annunciato il suo nuovo allenatore: Julen Lopetegui. Eravamo in volo con Luis Rubiales, da Mosca a Krasnodar: che turbolenza per il presidente. Il nuovo responsabile della federcalcio si è visto coinvolto suo malgrado in una crisi senza precedenti, che ha gestito in maniera nobile ma deleteria per la sua nazionale. Ha chiesto al Madrid di aspettare un attimo ad emettere il comunicato, uscito invece dopo 5 minuti. Infuriato con Lopetegui e con Florentino Perez, Rubiales ha cacciato via il tecnico trasformando Fernando Hierro da dt a ct. Qualcosa si è rotto, nel ritiro si è creata una sensazione di sconforto e smarrimento che la stampa ha fatto immediatamente propria soffiando sul fuoco del pessimismo. LE ACCUSE I giocatori hanno reagito d’orgoglio con il Portogallo e poi dopo le critiche ricevute per le prestazioni con Iran e Marocco si sono risentiti, criticando la prensa, accusandola di averli uccisi troppo presto o, peggio, di non aiutare la nazionale. Dalla Spagna la potente sponda madridista ha puntato il dito su Rubiales, dimenticando il comportamento di Perez e sottolineando solo quella che anche per una parte importante della stampa è stata giudicata come una reazione d’onore autodistruttiva. Hierro, con alle spalle una sola esperienza, negativa, in panchina, non è riuscito a tappare falle sempre più grandi. E la barca è affondata. Adesso Rubiales deve cercare di rimetterla a galla. Non c’è un candidato chiaro, autorevole, con le spalle abbastanza larghe per rilanciare la nazionale e il presidente federale è scosso: il rapporto col Madrid è ai minimi termini, così come quello con Javier Tebas, presidente della Liga. La Spagna era arrivata in Russia tra le favorite, forte delle 20 partite senza k.o. di Lopetegui, torna a casa squassata.