Löw rimane al suo posto Guiderà lui la rifondazione
GERMANIA
● (p.f.a.) L’unica volta in cui il matrimonio tra Joachim Löw e la Germania rischiò davvero la fine fu nel 2012, dopo la semifinale persa con l’Italia all’Europeo. Allora la riflessione dell’allenatore fu profonda e le spinte dell’ambiente per l’esonero costanti. Löw rimase, divenne campione del mondo due anni dopo, uscì all’Europeo 2016 in semifinale e di nuovo disse di dover pensare al futuro. Come ha fatto mercoledì scorso dopo la prima eliminazione della Germania ai gironi di un Mondiale. Altra richiesta di riflessione da parte del Bundestrainer, con sue invocazioni di cambiamenti e misure drastiche per rialzarsi, quindi ieri l’annuncio che nulla cambierà: Löw rimane al suo posto. La federazione non ha mai pensato di licenziarlo, in virtù anche di un contratto fino al 2022. «Grazie per la fiducia, darò il massimo per ripartire», ha detto il tecnico che si prende carico della ricostruzione: il materiale umano è fresco e abbondante; le sue scelte saranno per alcuni dolorose, nessuno finora ha detto di volersi ritirare. Löw dovrà capire anche il suo gradimento in spogliatoio, calato come quello di critica e tifosi. Secondo il quotidiano «Faz», che si avvale di una fonte anonima, il comportamento di Löw e Bierhoff, per alcuni trattamenti di favore ai big (Neuer per primo) e l’organizzazione della trasferta, non ha favorito l’armonia. La Germania ora cerca di voltare pagina senza cambiare la guida.