La Gazzetta dello Sport

Gattuso a metà Lui pianifica ma quante ansie E il Milan prova a trovare pace

● Pesano le incertezze societarie, di mercato ed europee, ma il tecnico rossonero ci sta mettendo la faccia, anche con i giocatori

- Marco Pasotto MILANO

RINO FREME E CHIAMA MIRABELLI 5 VOLTE AL GIORNO PER I RINFORZI

DÀ SEMPRE IL 120%, SIAMO TUTTI SERENI AD AVERGLI AFFIDATO IL MILAN

MARCO FASSONE

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IL NUMERO i punti conquistat­i dai rossoneri con Gattuso. In questo parziale (24 gare) il Milan è quarto

Ma alla fine quante sono queste telefonate giornalier­e? Quaranta come sostiene Mirabelli, o «soltanto» cinque come ha detto l’altro giorno Fassone? Si fa per scherzare, ovviamente: il numero conta poco, ciò che conta sono i contenuti delle conversazi­oni fra Rino Gattuso e il suo direttore sportivo. Contenuti troppo spesso soffocati, cristalliz­zati prima ancora di prendere forza se è vero, come racconta l’a.d., che allenatore e d.s. già da un mese gli hanno consegnato una lista con possibili partenti e potenziali entranti dove fino a questo momento si è mosso pochissimo. Per cause – svizzere – di forza maggiore.

DUBBI Il problema è che le lancette corrono, quest’anno il mercato chiuderà con un anticipo di quasi due settimane rispetto alle precedenti sessioni, ma soprattutt­o le vacanze stanno finendo. Quelle dei calciatori, s’intende. E quando i calciatori si avviano al rientro, per un allenatore sarebbe buona norma avere le idee chiare. Almeno a grandi linee. Per esempio un anno fa Fassone chiarì che avrebbe provato a mettere a disposizio­ne di Montella il maggior numero di acquisti possibili in tempo per il raduno, e fu di parola. Stavolta, invece, i dubbi riguardano tutte le aree del club e l’allenatore sta vivendo una situazione poco invidiabil­e. Fra tre giorni a Milanello si presentera­nno i primi calciatori (arriverann­o in tre scaglioni fra sabato, domenica e lunedì) e i punti di domanda affollano il cielo sopra il centro sportivo rossonero: ballano, in ordine sparso, l’eventuale cessione societaria, il mercato e la partecipaz­ione all’Europa League, appesa al Tas. Ci si attendeva che due di questi bivi basilari fossero, nel bene o nel male, chiariti prima che la squadra tornasse sul campo, ma così non è stato. Si è trascinato tutto settimana dopo settimana, fra un presidente che farebbe un figurone al club degli scacchi e una battaglia con la Uefa dai tempi infiniti. Situazioni che si portano ovviamente dietro il quasi totale immobilism­o sul mercato. SALDO Ecco, Gattuso sta per riaccoglie­re i suoi ragazzi in questa situazione, a metà fra programmaz­ione e lecita apprension­e. Sono queste le due parole chiave dell’ultimo mese e mezzo e la seconda si è fatta strada sempre di più. Chi lo conosce lo descrive con il consueto approccio al lavoro: meticoloso, passionale, totalizzan­te. Ma anche piuttosto inquieto. Perché la società gli chiederà nuovamente la qualificaz­ione in Champions e il mercato potrà dare una mano relativa. Fassone l’altro giorno ha parlato di «saldo zero» fra acquisti e cessioni, quindi se arriverann­o quei tre acquisti inseriti nella lista dei desideri, bisognerà salutare qualcuno. E comunque, se Mr. Li sarà ancora al timone, dal portafogli­o uscirà poca moneta. Un altro aspetto che agita i pensieri di Gattuso riguarda le eventuali ripercussi­oni di un’esclusione dall’Europa. Lungo il primo scorcio d’estate, Rino ha parlato personalme­nte con diversi giocatori per tranquilli­zzarli e disinnesca­re preventiva­mente eventuali mal di pancia. Si è speso come sempre in prima persona, anche perché da esperto combattent­e ha già annusato l’aria: al di là delle dichiarazi­oni di rito, da quanto filtra più di un rossonero si riserva di fare le proprie valutazion­i in caso di estromissi­one dall’Europa.

PESO C’è poi un discorso di programmaz­ione spicciola: sviluppo della preparazio­ne, amichevoli, dettagli logistici che Rino ama curare maniacalme­nte e che per forza di cose non sono maneggiabi­li come vorrebbe. A chi gli sta vicino ha confidato il timore di metterci sempre e comunque la faccia, senza sapere la piega

SU RINO GATTUSO

che prenderann­o gli eventi. Come dice spesso, sente addosso tutte le responsabi­lità e il peso di dover dare risposte importanti alla piazza. Perché lui sa bene di essere il frontman di questo Milan. Ma, nella sua idea, metterci la faccia dovrebbe equivalere a percepire garanzie sufficient­i per non farla sbattere a terra. Gattuso è stufo di essere quello che non dorme mai e che lavora venticinqu­e ore al giorno, così come gli dà fastidio la perenne etichetta «tutto cuore e grinta». Luoghi comuni che sta provando a levarsi di dosso, in attesa che ricominci una stagione dove lui chiede solo di lasciarlo lavorare. Ma dove per ora, più che i palloni, a rotolare sul campo sono i punti interrogat­ivi. Se il club riuscisse a risolverne qualcuno, Rino quella faccia «brutta e con la barba» non avrebbe timore di sbatterla.

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Rino Gattuso, 40 anni, allenatore del Milan dal 27 novembre 2017 LIVERANI
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Massimilia­no Mirabelli, 48 anni, d.s. rossonero dal 2017 GETTY

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