La Gazzetta dello Sport

Un digiuno lungo 5 anni Kimi non sa più vincere

●Bene al via, Raikkonen non è riuscito ad approfitta­re della debacle Mercedes e della punizione di Vettel. Battuto da suo... figlio Verstappen

- Luigi Perna

La costanza quest’anno è la dote migliore di Kimi Raikkonen. Senza il ritiro in Bahrain, quando investì senza colpe un meccanico della Ferrari ripartendo dopo il pit stop, e l’altro k.o. in Spagna per un calo di potenza, oggi il finlandese sarebbe vicino alla vetta del Mondiale, grazie a cinque podi nelle restanti gare. Anche domenica a Zeltweg «l’uomo di ghiaccio» è stato protagonis­ta di una buona prestazion­e, infilandos­i al via fra le Mercedes con una cattiveria sorprenden­te (peccato il lungo con cui si è fatto subito ripassare da Bottas alla curva 3) e duellando con Max Verstappen nelle prime battute. Il secondo posto finale, a uno sguardo dall’olandese e davanti al compagno di squadra Sebastian Vettel, è stato il giusto premio per una condotta regolare e per un ritmo notevole negli ultimi 10 giri, quando dal box della rossa gli hanno detto finalmente di spingere, sicuri che le gomme non avrebbero più ceduto.

GENERAZION­I Eppure Raikkonen non ha vinto, non è riuscito ad approfitta­re del doppio ritiro per guasti meccanici delle Frecce d’argento di Hamilton e di Bottas e neppure del fatto che Vettel per una volta partiva alle sue spalle, complice la penalità di 3 posizioni per avere ostacolato la Renault di Sainz nelle qualifiche. Kimi, autore del giro più veloce, si è fatto soffiare il trionfo da Verstappen nel feudo austriaco della Red Bull. E la ragione, oltre nella capacità da maestro con cui Max ha gestito il degrado delle gomme per 56 giri, è da cercare nel duello perso a inizio gara contro il baby Fenomeno, che lo ha passato con malizia (una toccatina alla ruota). In quel frangente si è vista tutta la differenza d’età e di aggressivi­tà fra il veterano Kimi e l’arrembante Max. D’altra parte Raikkonen, che compirà 39 anni a ottobre, ne ha quasi il doppio di Verstappen, 20. Quando ha debuttato in F.1, nel 2001, l’altro era un bambino. E quando ha vinto il Mondiale nel 2007, l’ultimo per la Ferrari, l’olandesino volante andava alle scuole elementari. Una volta Kimi ci scherzò su, dicendo: «Correvo in F.1 con suo padre Jos...».

NUMERI Il finlandese ha perso il confronto generazion­ale, confermand­o di non avere più lo spunto vincente dei tempi d’oro. Il team principal Maurizio Arrivabene l’ha difeso dalle voci di addio a fine stagione, anche per riconoscen­za al grande passato rosso di Kimi, che ha migliaia di sostenitor­i in tutto il mondo. Ma i numeri sono impietosi. A parte il biennio 2012-2013, quando era tornato in F.1 con la Lotus dopo la separazion­e dalla Ferrari e una parentesi di tre anni nei rally, il finlandese non ha più brillato. L’ultima vittoria risale infatti all’inizio del 2013, quando trionfò con la Lotus in Australia. Sono passate 104 gare (103 partenze) senza che Kimi sia riuscito a ripetersi. Nel 2014, tornato alla Ferrari, fu demolito da Fernando Alonso: 55 punti contro 161. C’è stato più equilibrio nelle quattro stagioni con Vettel, compresa questa. Eppure parliamo di 11 vittorie a zero per Seb. Nel 2018 il tedesco, leader iridato, ha già centrato tre successi e quattro pole position. Kimi è a secco. Ha fatto molto di più Valtteri Bottas, l’alter ego finlandese della Mercedes, che nel 2017 colse tre vittorie togliendo punti pesanti a Vettel e contribuen­do così al quarto mondiale di Hamilton. Mentre non è neppure paragonabi­le il pungolo reciproco che si danno Verstappen e Ricciardo alla Red Bull.

SVOLTA Perciò, a prescinder­e dall’esito del campionato, sarà giusto cambiare a fine anno. Come ha deciso il presidente Sergio Marchionne anticipand­o la promozione di Charles Leclerc sulla Ferrari nel 2019. Il ventenne monegasco, talento del vivaio Academy, è la risposta di Maranello alla Verstappen mania. È già andato a punti in 5 GP al debutto con l’Alfa Romeo-Sauber. Seb, amico di Raikkonen, avrebbe preferito un Kimi quattro (se si contano i tre contratti firmati dal 2015). Ma avere vicino un giovane emergente porterà freschezza e forse sarà anche da stimolo per il tedesco, senza contare lo sbocco per l’Academy. Leclerc è sotto contratto pluriennal­e con la Ferrari essendo un pilota junior del Cavallino. Perciò basta che la rossa eserciti la volontà di spostarlo dal team clienti alla prima squadra. L’annuncio è atteso entro fine agosto.

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