La Gazzetta dello Sport

Sospetti, insulti, sputi Froome-Francia, e ora?

●Sul Ventoux va più forte di Pantani e Armstrong. È accusato di doping (anche tecnologic­o), «processato» in tv per i dati in salita, sporcato di urina. Oggi è in Vandea, domani affronta il pubblico

- Ciro Scognamigl­io cscognamig­lio@gazzetta.it twitter@cirogazzet­ta

«IL CASO SALBUTAMOL­O È STATO IL PEGGIORE DEGLI INCUBI»

CHRIS FROOME 4 TOUR, 1 GIRO, 1 VUELTA

Non è stato un amore a prima vista. Ma neppure alla seconda e alla terza, se per questo. E la sensazione è che a Chris Froome non basterà neanche la piena assoluzion­e nel caso del salbutamol­o («È stato il peggiore degli incubi») per fare breccia nel cuore della Francia e del pubblico francese. La prima uscita pubblica del 33enne britannico di Sky è prevista già domani, alla presentazi­one dei team. Il passato racconta di insulti e sputi, lanci di urina e sospetti, gesti dell’ombrello e processi mediatici in television­e. Ma perché? E che cosa succederà adesso?

STORIA Froome sbarca nel pianeta Tour nel 2008, a 23 anni, con la Barloword. Ma non lascia traccia: 16° posto il miglior risultato di tappa, 88° a Parigi. Si rivelerà nel 2012, dopo la seconda piazza alla Vuelta 2011: parte da gregario di Wiggins, ma vince a La Planche des Belles Filles e in salita dimostra di andare più forte del capitano. A volte, platealmen­te: e arrivano le prime critiche. Nel 2013, l’inizio di un dominio interrotto solo da Nibali nel 2014. Froome annichilis­ce la concorrenz­a soprattutt­o sul Ventoux, il 14 luglio (festa nazionale in Francia), con accelerazi­oni devastanti in salita. E i sospetti di doping, fisico e tecnologic­o, cominciano a inseguirlo inesorabil­mente. Come i dati, impression­anti: Froome va in salita più forte di Pantani e Armstrong: 57’50” contro il 59’05” del Pirata nel 2000. In particolar­e, fa impression­e la «frullata» a 7 km dall’arrivo quando stacca Contador: 35 pedalate in 17 secondi. La Francia ha paura di un nuovo caso-Armstrong, l’onta di un plurivinci­tore cancellato dall’albo d’oro. La Francia mal sopporta chi «rischia» di diventare più importante del Tour stesso. La Francia non ha troppo in simpatia neanche l’armata Sky, che suscita invidie per i potenti mezzi: viene addirittur­a fatto notare il fatto che «monopolizz­ino» i parcheggi degli alberghi con i motorhome (che ospitano anche la cucina e la sala da pranzo dei corridori), e come gli altri ospiti — team a non — fatichino a trovare posto.

CLIMA Nel 2015 la tensione si acuisce dopo che Froome — stavolta sui Pirenei, a La Pierre Saint Martin, sempre il 14 luglio — assesta un tremendo colpo da k.o a rivali del calibro di Quintana, Nibali, Contador, Valverde. Sui dati in salita (sempre presunti: nessuno, al di fuori del corridore, conosce esattament­e il suo peso e la potenza), viene allestito un vero e proprio processo televisivo, con il team manager Dave Brailsford chiamato a difendersi. Mai visto prima: la maglia gialla spalle al muro. Un allenatore francese, consulente della tv, parla di livelli fisiologic­amente incomprens­ibili. Sulle strade, verso Mende, Froome si sente urlare «dopato» e viene colpito da un lancio di urina. Qualche giorno dopo, sulla Croix de Fer, gli «dedicano» un gesto dell’ombrello, mentre a La Toussuire gli sputano addosso. E dire che Froome, per carattere e attegvenzi­oni giamenti, è tutt’altro che arrogante: educatissi­mo, maneggia la lingua francese, non si abbandona mai a spacconate, sventola la bandiera della gentilezza.

PELLE Negli ultimi due anni, poi, si è visto un Froome ancora diverso. Meno dominatore in salita, meno «controllor­e» spietato, ma più capace di in- fuori dagli schemi: dalle azioni in pianura con Sagan agli affondi in discesa approfitta­ndo della distrazion­e dei rivali. Il percorso 2018, tra cronosquad­re, pavé, Alpe d’Huez e tappa pirenaica da 65 km, può esaltarlo, anche se per la prima volta affronta il Tour avendo nelle gambe il vittorioso Giro d’Italia.

MISURE Se il caso-salbutamol­o non si fosse risolto, il Tour si era portato avanti: «Non lo vogliamo, danneggia l’immagine e la reputazion­e della corsa». E il mito Bernard Hinault ci aveva messo il carico: «Froome è un baro, i corridori dovrebbero scioperare contro la sua presenza». Chris gli ha risposto: «Non posso parlare male di lui, fa parte dei grandi campioni. Magari con l’età ci si può confondere, sarò felice di spiegargli la situazione». Il direttore della Boucle, Christian Prudhomme, ha auspicato un clima «sereno», ma non è azzardato immaginare diffidenza e misure di sicurezza rafforzate per Froome, già abituato alla presenza di guardie del corpo.

Perché sembra sia passata questa equazione: vittoria giuridica ottenuta grazie alle enormi risorse umane — Mike Morgan, il legale delle star — e economiche — 10 milioni di euro — utilizzate. «Una cosa pazzesca, all’Uci non avevano mai visto un dossier così articolato, con così tanti esperti contattati e consultati», si è sentito dire (e la squadra non metterà a disposizio­ne gli atti). E poi, quali saranno le reazioni dei corridori? In diversi, da Bardet a Dumoulin, erano stati molto critici nei confronti di Froome. «Non vedo come possa non essere sanzionato», aveva detto il francese. «Fossi stato in lui, aspettando il giudizio non avrei corso», le parole dell’olandese. Il giudizio favorevole avrà convinto tutti? Il quotidiano Le Monde ha riferito l’opinione di un d.s. di una squadra del Tour, pochi minuti dopo la notizia: «Vomitevole». La Grande Boucle scatta dalla Vandea tra tre giorni.

LA CHIAVE

La Francia vive nella paura di un nuovo Armstrong e dei sette Tour cancellati

C’è grande invidia per la potenza economica di Sky e i suoi comportame­nti

SCORTATO

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BETTINI Chris Froome, 33, e la guardia del corpo nel 2017

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