Milan, ore decisive Tra Italia e Usa il futuro rossonero sembra un poker
●Yonghong resta in silenzio e la trattativa non riparte: il magnate Usa aspetta, ultimi giorni per i 32 milioni
«No signal». Per dirla alla Rocco Commisso, che di tv ne mastica eccome, potremmo parlare di trasmissioni sospese. Solo che, in questa storia, il magnate italoamericano che ha costruito il suo impero nel settore delle televisioni via cavo ha le mani legate: non gli resta che aspettare un segnale da Mr. Li, che per il momento continua a tacere, come succede ormai da cinque giorni.
ATTESA L’offerta del patron dei Cosmos per diventare proprietario del Milan è sempre sul tavolo: i 32 milioni da rimborsare a Elliott, i 380 del debito totale con il fondo di Singer, più 150 milioni da investire subito nel club, il 30% delle quote azionarie e i ricavi provenienti dal mercato cinese. L’entusiasmo della settimana scorsa, però, si è trasformato in sconforto nel giro di un weekend: la trattativa si è arenata sui silenzi del presidente rossonero e Commisso ha deciso di aspettare le mosse di Yonghong. Un cambio di strategia necessario, visto che le carte giocate finora non hanno portato ai risultati sperati: Commisso ha lanciato ultimatum e alzato la voce provando a «stanare» il suo interlocutore; ha chiesto un confronto diretto, depurato il più possibile da intermediari, studi legali o advisor. Dall’altra parte, però, nessuna risposta. Ed è difficile aspettarsi sviluppi significativi in giornata: oggi negli Stati Uniti si festeggia il giorno dell’Indipendenza e un Paese intero si ferma.
SUPPLEMENTARI Quello che ormai appare chiaro, è che per Mr. Li la proposta dell’imprenditore di origini calabresi non è abbastanza soddisfacente. Yonghong vuole di più ed è pronto a portare la partita ai supplementari: per farlo dovrà restituire entro venerdì i 32 milioni dell’ultimo aumento di capitale al fondo Elliott, che li aveva anticipati (e che, in caso di scadenza non rispettata, potrebbe escutere il club direttamente, senza passare dai tribunali). A 72 ore dalla deadline, insomma, tutto lascia pensare che il n.1 rossonero non possa più bluffare, che la somma sia effettivamente a sua disposizione e che il bonifico partirà. In caso di pagamento al 90’, ovvero lo stesso 6 luglio, resta da capire se per Singer sarà necessario verificare la presenza «fisica» del denaro sul proprio conto corrente o se basterà un documento che attesti che il versamento è stato eseguito: il particolare non è da sottovalutare, visto che Mr. Li ha abituato in passato a pagamenti sul filo. Spettatori interessati: i «soliti» Stephen Ross (padrone dei Miami Dolphins) e la famiglia Ricketts (al comando dei Chicago Cubs). Se i piani cinesi dovessero saltare, sono pronti a scendere in campo e a trattare con Elliott.
VERSO IL TAS Commisso aspetta Yonghong e il Milan aspetta il Tas, a questo punto senza troppe speranze di presentarsi a Losanna con un nuovo socio di maggioranza. La strategia rossonera per provare a cancellare l’anno di stop in Europa targato Uefa, si sa, punterà su tre nodi: rimandare alla passata proprietà le responsabilità dei conti in rosso nei bilanci del triennio analizzato a Nyon, sottolineare la sproporzione della pena rispetto alla violazione e dimostrare che le modifiche apportate «in corsa» al business plan non sono affatto poco credibili, come riportato nelle motivazioni della sentenza. Il verdetto arriverà entro il 19-20 luglio: «Non so quali percentuali di riuscita avremo», ha detto l’a.d. Fassone ai tifosi. Di sicuro il risultato finale sarà quello stabilito dalla terna arbitrale di Losanna: niente supplementari, almeno in questo caso.