La Gazzetta dello Sport

DA FIGLIO A «MARITO» AUGURI SIGNOR JUVE «SI’, IL CLUB E’ IL MIO CUORE»

TRAGUARDO SPECIALE PER UN TOTEM BIANCONERO, PRIMA CAPITANO E POI PRESIDENTE. «CONTINUATE A VINCERE, COME SAPETE È L’UNICA COSA CHE CONTA...»

- LA STORIA di NICOLA CECERE

«Compio novant’anni, un traguardo importante. Ho già ricevuto auguri, congratula­zioni, grandi testimonia­nze di affetto. Mi hanno cercato in tanti e voglio ringraziar­e tutti pubblicame­nte». Giampiero Boniperti, l’uomo fattosi Juve, affida all’Ansa la sua felicità e la sua gratitudin­e in maniera da poter raggiunger­e il grande popolo bianconero (e i molti avversari che lo hanno stimato) su ogni piattaform­a mediatica. Non è mai stato personaggi­o, sia da giocatore che da dirigente ha sempre preferito i fatti alle parole «anche perché il pallone ti può smentire a ogni partita». Però oggi è un giorno speciale e sotto la torta con le candeline bianconere il festeggiat­o ha voluto mettere una letterina scritta di suo pugno . «Sto seguendo il Mondiale alla tv, il calcio mi appassiona sempre. Peccato davvero che non ci sia l’Italia ma per fortuna le soddisfazi­oni continuano ad arrivarmi dalla mia amata Juventus. E’ stato un anno eccezional­e dopo una lunga serie altrettant­o eccezional­e. Voglio fare i compliment­i alla società e ai giocatori che sono stati straordina­ri, ma il mio abbraccio va soprattutt­o ai tifosi che sempre mi ricordano e mi danno segnali di grandissim­o affetto. Nella festa per l’ultimo scudetto ho persino visto sventolare un’enorme bandiera con il mio ritratto e non nascondo che mi ha fatto emozionare. Alla Juve posso fare solo un augurio: continuare a vincere perché, come sapete, rimane sempre l’unica cosa che conta».

IL BOMBER E Boniperti di vittorie ha una ricca collezione. Il suo periodo agonistico va dall’immediato Dopoguerra al 1961 e ha visto i bianconeri conquistar­e cinque volte il tricolore (con due Coppe Italia). In quelle stagioni Giampiero ricoprì due ruoli di fondamenta­le importanza. Per una decina di annate agì da centravant­i puro. Sommava grinta a tecnica, carattere a eleganza stilistica. Volendolo accostare ad attaccanti bianconeri di epoche più recenti si potrebbe partire da Boninsegna (che però diede il meglio nell’Inter), transitare per Bettega (che è stato uno dei suoi acquisti eccellenti) e finire a Del Piero, preso «bambino»: l’ultimo dei suoi colpacci. Ecco, provando a fare un mix delle qualità di questi tre campioni arriveremm­o assai vicini al nostro festeggiat­o (che fu pure capocannon­iere nel torneo 1947-48 con 27 reti).

IL REGISTA Nella seconda fase della carriera, l’anno prima che arrivasser­o Sivori e Charles, il bomber si trasformò in una mezzala di regia. Vogliamo dire Pirlo? Sì, ci può stare per indicare la capacità di organizzar­e il gioco partendo dalla propria metà campo. Aggiungend­oci una spruzzatin­a di Luisito Suarez che all’epoca, nel Barcellona, era il re dei lanci da quaranta metri e il seltz di Michel Platini, cioè l’effervesce­nza nel dribbling unita all’abilità negli inseriment­i e nelle conclusion­i.

IL RIVALE PIÙ STIMATO Giampiero decise di smettere al termine della partita-massacro contro l’Inter Primavera (9-1) che celebrò lo scudetto 1961. Uscendo dal campo consegnò le scarpette al magazzinie­re sussurrand­ogli: «Te le regalo, non mi servono più». Aveva appena visto all’opera Sandrino Mazzola, il primogenit­o di capitan Valentino. L’avversario che ha più stimato. «Ancora adesso, se debbo pensare al calciatore più utile, a quello da ingaggiare assolutame­nte, non penso a Pelè, a Di Stefano, a Cruijff, a Platini, a Maradona... O meglio, penso anche a loro, ma solo dopo Valentino Mazzola». Una delle sue rare e perciò ancora più preziose frasi sul periodo di calciatore, che spiega probabilme­nte l’avversione al derby. «Il Toro è la squadra che mi fa soffrire e che temo maggiormen­te».

LUI E L’AVVOCATO E allora niente stracittad­ina. Al massimo vedeva il primo tempo... Già, le fughe dallo stadio del Boniperti dirigente diventaron­o in breve un must bianconero. In cabina di regia ce lo aveva messo Gianni Agnelli, col quale era nato un rapporto speciale sin dagli anni Cinquanta. All’alba degli anni Settanta, quindi, l’Avvocato si affidò al suo vecchio capitano e Giampiero lo ripagò allestendo formazioni assai competitiv­e. Se Platini rappresent­a il fiore all’occhiello di tante brillanti campagne acquisti, e Del Piero l’ultimo crack, è lecito pensare alla Juve di Trapattoni come squadra di riferiment­o della ultra ventennale gestione nella quale il club ha conquistat­o tutti i trofei internazio­nali, nove scudetti e tre Coppe Italia. I vari Zoff, Gentile, Spinosi, Cabrini, Furino, Morini, Brio, Scirea, Causio, Tardelli, Benetti, Bettega e pure i gregari di lusso tipo Marchetti, Cuccureddu o Altafini, occupano un posto di rilievo tra i ricordi di questa esaltante avventura che è stata la sua vita.

LO STOP Il presidente (oggi onorario) juventino non ha mai voluto spiegare perché si arrivò alla separazion­e definitiva del ’94 dopo quella breve dal febbraio ’90 al ’91. In molti cronisti tentarono di strappargl­i qualcosa di diverso dalle frasi di circostanz­a («Oh, carissimo, come sta il papà? Salutamelo caramente»), ma nemmeno il passare degli anni ha ammorbidit­o questo piemontese doc che oggi aggiunge un altro traguardo alla sua collezione. «La Juve non ce l’ho nel cuore, è il mio cuore». E allora che batta ancora a lungo, presidenti­ssimo.

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è nato a Barengo (To) il 4 luglio 1928. Attaccante, nella Juve dal 1946 al 1961: 462 gare e 182 gol, 5 scudetti, 2 Coppe Italia. In Nazionale 38 gare e 8 gol. Gestisce il club dal 1971 al 1990 e dal 1991 al 1994: vince 9 scudetti,...
ANSA GIAMPIERO BONIPERTI è nato a Barengo (To) il 4 luglio 1928. Attaccante, nella Juve dal 1946 al 1961: 462 gare e 182 gol, 5 scudetti, 2 Coppe Italia. In Nazionale 38 gare e 8 gol. Gestisce il club dal 1971 al 1990 e dal 1991 al 1994: vince 9 scudetti,...
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● 1 Boniperti con John Charles e Omar Sivori: i tre giocarono insieme dal 1957 al 1961 ● 3 Con Michel Platini: il francese arrivò alla Juve (1982-87) proprio grazie all’allora presidente ● 4 Con Alessandro Del Piero, l’unico ad aver segnato di più in...

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