Seleção favorita Belgio e Croazia mine E la Francia sogna
●Nei quarti Neymar e soci in vantaggio ma Hazard è pericoloso. Uruguay outsider, Inghilterra in crescita
INVIATO A MOSCA
Ritorniamo al punto di partenza, alla vigilia di un Mondiale nel quale il Brasile era favorito d’obbligo perché più squadra, con più soluzioni e fuoriclasse. Ma la Germania rivendicava la sua storica regolarità, la Spagna il gioco più tecnico e raffinato, l’Argentina Messi e il Portogallo Ronaldo. Ebbene, non è il torneo delle previsioni facili questo, e la Svezia ai quarti ne è la metafora più compiuta. Ma al netto dei limiti della Seleçao europea (non certo quella del 1970), e delle turbe psicologiche di Neymar, nessuno fin qui ha dato la stessa sensazione di superiorità. L’impressione cioè di poter risolvere qualsiasi situazione, come il Real nelle ultime 3 Champions: non è un caso che la definizione di nazionaleclub inorgoglisca Tite. Oltretutto il Brasile è in crescita continua.
LE INSEGUITRICI Gli ottavi hanno invece un po’ ridimensionato il Belgio (che ringrazia l’harakiri giapponese) e la Croazia (che con la Danimarca ha un po’ perso il filo del discorso). L’Uruguay è irriducibile, è il piccolo villaggio gallico di Asterix, ma se manca la pozione magica Cavani è un’altra storia. E la Russia non potrà sempre difendersi a oltranza. Il rivale più credibile è forse la Francia, il cui futuro viaggia in parallelo con gli orizzonti ancora ignoti di Mbappé, ma è squadra, è completa, solida. Solo che, nel miglior dei casi, il tabellone la condanna alla semifinale col Brasile. Dalla quale potrebbe, dovrebbe, uscire il campione. Sei europee (2 in più del 2014), 2 sudamericane (una in meno), 3 nazionali confermate (Brasile, Francia, Belgio).
FRANCIA-URUGUAY Aggrappati a Cavani, ma è durissima che recuperi. E con lui verrebbe a mancare mezzo Uruguay, non solo perché gli ultimi 3 gol sono suoi. Si tratta del terminale perfetto per una manovra che sta riscoprendo accelerazioni letali quando i rivali si scoprono. L’alchimia con Suarez è da Nobel della chimica. Tabarez ha anche fatto un aggiustamento in corsa, spostando Bentancur sulla trequarti: da 4-4-2 a 4-3-1-2. Per questo Deschamps potrebbe tornare al doppio centrale, avvicinando Pogba all’indispensabile Kanté. La variabile indipendente è Mbappé, ma difficilmente l’Uruguay sarà sballato, e sbilanciato, come l’Argentina e concederà le stesse autostrade. Aspettando notizie su Cavani, Francia favorita.
BRASILE-BELGIO Non bella l’immagine regalata dal 3-2 col Giappone. Di colpo il Belgio ha perso sicurezza, fluidità di gioco e distanze. Quella difesa a 5, così bassa, lasciava il quadrilatero della mediana in balia dell’aggressività ordinata degli asiatici. Forse Carrasco esterno è troppo. Forse serve qualche aggiustamento alla Tite. Che però i suoi problemi li avrà dovendo rinunciare a colui che, con Neymar, sembra l’unico insostituibile: Casemiro squalificato. Probabile al suo posto Fernandinho, non la stessa cosa ma c’è di peggio. Se è recuperato ad alti livelli Willian, se torna Marcelo, e se Tite si studia la gara col Giappone, i favori sono suoi. Negli ottavi ha risposto alla strategia di Osorio difendendosi col 4-4-2, potrebbe replicare vista l’assenza grave. Come per Mbappé, se Neymar fa il Neymar è dura. Ma Hazard fin qui non ha tradito.
CROAZIA-RUSSIA Non davamo chance alla Russia con la Spagna. E invece. Colpa dei problemi spagnoli, del licenziamento di Lopetegui e di un calcio che se non è tiqui-taka (cioè andare in area palla al piede), e non ha più Xavi, è possesso noioso. Ma Cherchesov è stato lungimirante: difesa a 3, anzi a 5, Golovin primo a scattare dalla linea dei mediani e Dzyuba carrarmato davanti. Rinuncerà a questo atteggiamento con la Croazia? Difficile, anche perché gli esterni di Dalic s’accentrano tanto e lì serve caos per bloccarli. Però grazie a Modric, Rakitic, Rebic la Croazia verticalizza molto più della Spagna e potrebbe mettere a nudo i limiti della difesa russa. Ma qualche scricchiolio s’è avvertito, e non sarebbe la prima volta quando il torneo va in fondo (vedi l’Euro 2016). Pronostico per Modric, ma l’entusiasmo è una brutta bestia.
SVEZIA-INGHILTERRA Il più imprevedibile quarto. E non solo per la Svezia che, nel gruppo con Germania e Messico, mai si sarebbe immaginata tra le otto. Non è questione di riabilitare l’Italia: una squadra decente sarebbe qui. Però non c’è nazionale compatta, reparti stretti, cattiveria, spirito di gruppo, come quella scandinava. Nella quale c’è un uomo chiave, Forsberg, decisivo e nei meccanismi. E una difesa che non lascia spiragli. Non sarà facile per l’Inghilterra avere la meglio perché sul fisico la lotta è equilibrata. Di sicuro gara a rischio scorrettezze, rossi, gioco aereo e contropiedi svedesi.