GLI IMPIANTI DEL 2006 E LA SVOLTA «GREEN»
Torino, olimpicamente parlando, è stata in questi giorni tutto e il suo contrario. Da una parte una sindaca Chiara Appendino letteralmente scatenata per tagliare il traguardo dei Giochi fino a minacciare addirittura le dimissioni per portare avanti il progetto, dall’altra un pezzo dello stesso Movimento 5 Stelle che vive la corsa ai Giochi come un boccone amaro da mandare giù.
RIGENERAZIONE Ieri la Sindaca è venuta a Roma di persona per illustrare lo «studio di fattibilità» a Diana Bianchedi, che dirige la task force del Coni che si occupa di vagliare le candidature. La mappa è ovviamente obbligata: gli impianti sono grosso modo tutti quelli del 2006 con ghiaccio nel capoluogo, sci alpino al Sestriere, sci nordico a Pragelato e il rilancio della contestata pista di bob e slittino di Cesana. Per il Villaggio, la Appendino guarda alla zona dell’ex Thyssen «per ricucire una ferita con la bonifica dell’intera area e la costruzione di un polo per la sicurezza sul lavoro». Le parole chiave del dossier sono «rigenerazione» e «innovazione», oltre naturalmente alla vocazione «green» della candidatura. Il punto forte sono i trasporti: si raggiunge tutto, si sottolinea nello studio, in meno di un’ora e mezza, un grande spazio viene dato alla mobilità elettrica. Niente Parco del Valentino, ma la Medal Plaza nel progetto occuperà il cuore della città, in piazza Vittorio Veneto.
SINDACA E VALLI Oggi la Appendino terrà una conferenza stampa mentre il presidente della regione Piemonte Sergio Chiamparino arriverà a Roma per sponsorizzare la causa di Torino olimpica, già sposata da diversi comuni della valle «olimpica». Lo sforzo progettuale sembra notevole, ma è a livello internazionale che complici i mal di pancia politici locali sull’argomento - la candidatura potrebbe faticare nonostante l’ottimo ricordo lasciato in sede Cio da Torino 2006.
>dell’ex Nell’area Thyssen gli alloggi degli atleti «per ricucire una ferita»