La Gazzetta dello Sport

Perisic sull’onda «Questa Croazia può superare quella del ‘98»

●Il croato dell’Inter spinge i compagni: «Crediamo in noi, possiamo migliorare la semifinale di 20 anni fa»

- Filippo Maria Ricci INVIATO A SOCHI

L’analisi non fa una piega. «Sinora sono stato meno incisivo in attacco. È perché sto lavorando parecchio in fase difensiva e in copertura. Va bene così, l’importante è la squadra e la squadra sta funzionand­o». Ivan Perisic, ieri. La risposta a una domanda che chi ha visto sinora la Croazia può essersi fatto: il Mondiale dell’interista è buono, quasi ottimo, ma in fase offensiva gli si può chiedere di più, nonostante il gol all’Islanda nella gara che, dei titolari, hanno giocato solo lui e Modric.

LA RICORRENZA Ivan parla da Sochi, dove la Croazia è arrivata lunedì per acclimatar­si in vista della sfida coi russi di sabato. Caldo umido e 15 gradi in più rispetto al nord. Ivan parla nel giorno dei 20 anni dal Croazia-Germania di Francia, quarto vinto 3-0 con reti di Jarni, Vlaovic e Suker. La storica conquista delle semifinali: «Mi ricordo bene quella gara. Era un sogno allora proprio come lo è oggi. Allora da tifosi, oggi da protagonis­ti. Siamo qui per questo, non vediamo l’ora di giocare. Sono stati fatti tanti paragoni tra le due squadre, quella di allora e quella di oggi: loro hanno fatto la storia e noi siamo vicini alla possibilit­à di rifarla, spero di fare ancora meglio: siamo consci delle nostre qualità, crediamo in noi stessi e abbiamo grande fiducia».

NON SI FIDA Nel 1998 la Croazia andò in vantaggio e perse la semifinale con la Francia, padrona di casa. Stavolta gli organizzat­ori arrivano un turno prima. Non è possibile nemmeno avvicinare la Russia di Cheryshev alla Francia di Zidane, ma Perisic non si fida. «La Russia ha attaccato nelle partite del gruppo e si è difesa con la Spagna, facendo la cosa giusta visto che sono riusciti a passare. Noi abbiamo visto le loro 4 gare e siamo pronti ad affrontarl­i in entrambe le loro versioni: più o meno offensivi. Sono una squadra pericolosa che gioca in casa, vantaggio notevole. A livello di singoli non mi va di fare nomi, perché la loro forza è il gruppo, sono compatti». CAMBIO POSITIVO Quando si parla di questa Croazia viene spesso fuori il ricordo del cambio di allenatore: Ante Cacic fu cacciato a due giorni dalla sfida decisiva con l’Ucraina, sostituito con Zlatko Dalic: «Dopo una serie di risultati negativi è stato deciso di cambiare, ed è andata bene. Il nuovo c.t. ha portato idee differenti, abbiamo fatto bene contro l’Ucraina e poi nel playoff con la Grecia. E ora qui in Russia. Il cambio ha portato ciò che ci serviva». Accanto a Perisic c’è Ante Rebic, che alla stessa domanda sul cambio di c.t. risponde con una risata: «Io prima non venivo chiamato… Meglio che risponda Ivan!». Il resto della squadra non è variato, sì però la mentalità e il modo di affrontare le gare. Perisic c’era ed è ancora lì, è arrivato a 70 presenze in nazionale. Anche se in Russia ha compiti tattici differenti. «Conta la squadra. Tutti mi chiedono di Luka Modric e io spero che possa arrivare a lottare per un premio individual­e, iniziando con quello di miglior giocatore del Mondiale. È il nostro leader e noi cerchiamo di spingerlo il più possibile. Perché il suo successo è anche il nostro: se lui può aspirare a qualcosa d’individual­e vuol dire che la Croazia ha fatto bene».

IL NUOVO CT DALIC HA PORTATO IDEE DIFFERENTI, MOLTO BENE CON LUI

IVAN PERISIC PUNTA DELLA CROAZIA

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(AFP) Ivan Perisic, 29 anni, dell’Inter, esulta dopo il gol all’Islanda
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