La Gazzetta dello Sport

Il ballo di Simone, tra colpi di genio e follia

●Il tecnico che lo allenò nelle giovanili dell’Atalanta: «Quel rigore in Nazionale? Vi racconto cosa combinò in un derby...»

- Stefano Cantalupi

Lo strano caso del Dottor Simone e Mister Zaza. Risolvere un cubo di Rubik è più semplice che inquadrare calcistica­mente il ragazzone nato a Policoro, uno che ha molte doti, ma altrettant­i momenti di «down». Non ci sono mezze misure, quando si tratta di lui: può segnare la rete dello scudetto (contro il Napoli nel 2016) e andarsene pochi mesi dopo, può adattarsi malissimo alla Premier League e benissi- mo alla Liga, in Nazionale può far gol al debutto e poi… va beh, inutile riaprire quella ferita. Prendere Halilovic è stata una scommessa, corteggiar­e Zaza pure: al Milan incerto di questo periodo servono guizzi di fantasia, e il d.s. Mirabelli non si sta facendo pregare.

MAI BANALE Fino allo scorso marzo, Simone era fidanzato con Chiara Biasi, una «influencer»: ecco, il termine è perfetto anche per lui, così contagioso in tutto ciò che fa. Perfino la Juve, la squadra più noiosament­e solida d’Italia, con Zaza in rosa visse un’annata pazza, risalendo dal 14° al 1° posto. In quella stagione, Simone aveva il 7 sulla schiena: «SZ7» non suona bene come il CR7 che oggi sognano i bianconeri, ma il suo contributo fu utilissimo, anche per la capacità di incidere entrando nella ripresa. Da Torino in poi, lo step di crescita successivo prevedeva proprio quello, diventare un bomber titolare da 20-25 gol a campionato. E a Valencia, archiviata l’infelice parentesi tra le bubbles del West Ham, pareva tutto pronto per il decollo: uscì dai blocchi con un gol a partita nella Liga, dietro solo a Messi, prima di smarrirsi in litigi col tecnico Marcelino e finire in panchina a guardare Rodrigo e Santi Mina divertirsi al posto suo. DISCHETTI DA BRIVIDI Se non altro, la depression­e post-rigore fallito contro la Germania è un ricordo ormai superato. Tanto da poterci ripensare con ironia, come fa Giuseppe Butti, l’uomo che lo allenava 16enne all’Atalanta: «Quando s’è esibito in quella rincorsa bizzarra davanti a Neuer, si sono stupiti tutti tranne me. In un derby contro gli Allievi dell’AlbinoLeff­e decise di battere un rigore a due tocchi, peraltro pasticcian­do col compagno – racconta –. Lo punii severament­e, ma era un ragazzo d’oro e sapevo che sarebbe diventato forte, aveva voglia, tecnica e cattiveria da top player. Se il Milan lo prende fa un affare, a 27 anni dovrebbe aver ormai trovato il suo equilibrio». Già. Dovrebbe.

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AP Simone Zaza, 27 anni, ha debuttato in Nazionale nel 2014

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