La Gazzetta dello Sport

Mister Li, 48 ore per l’ultima mossa

●Entro domani vanno rimborsati i 32 milioni a Elliott: Yonghong potrebbe ricontatta­re Commisso

- Massimo Lopes Pegna Marco Pasotto

L’attesa prosegue, ma ormai ha vita breve perché qualcosa entro domani sera succederà per forza. A quarantott­ore dal termine ultimo entro cui il fondo Elliott deve essere rimborsato dei 32 milioni versati come aumento di capitale al posto di Li Yonghong (basta l’evidenza della transazion­e bancaria), tutto continua a tacere. O almeno, così sembra. La trattativa con Rocco Commisso, da quanto risulta, non sarebbe più ripartita dopo che per la terza volta nell’ultimo mese Mr. Li ha abbandonat­o il tavolo, a un passo dalla firma, rifiutando l’offerta del magnate americano. Commisso aveva reagito tentando la linea dura, con un comunicato pubblico in cui spiegava i motivi per i quali l’affare non si era concluso. Puntando ovviamente il dito su Li. Ma nemmeno quello è servito a « stanare » Yonghong, che ha cambiato avvocati e advisor vari da un giorno all’altro e poi non avrebbe più preso contatti con il presidente dei Cosmos. Attenzione però alle apparenze, perché nelle ultime ore sono stati segnalati movimenti da parte di Mr. Li, che potrebbero anche portarlo a New York. Nessun contatto diretto con Commisso in programma, come assicurava­no anche nella tarda serata di ieri fonti vicine al magnate americano, ma potrebbe trattarsi di riunioni con i nuovi advisor prima di farsi vivo con la contropart­e.

SILENZIO Di certo occorrereb­be procedere con l’accelerato­re a tavoletta perché le lancette corrono e dei 32 milioni fino a ieri non c’era traccia. Il fatto che dall’entourage di Li non filtri particolar­e fibrillazi­one induce a ritenere che il numero uno rossonero disponga del denaro, ma abbia deciso di attendere fino all’ultimo per capire se riesce a strappare condizioni migliori a Commisso, o magari a un altro potenziale acquirente. L’alternativ­a è nota: se Mr. Li non avesse quei milioni e non riuscisse a chiudere, o meglio, a cominciare la pratica di compravend­ita del club, il Milan da venerdì sera dopo la chiusura delle banche inizierebb­e la trafila per passare nelle mani di Elliott. Situazione che consegne- rebbe a Li lo scenario economicam­ente più sfavorevol­e. Attenzione allora alla terza via. Il silenzio degli ultimi tre giorni infatti è particolar­mente intenso, totale da entrambe le sponde, e chi è vicino alla questione assicura che non si è più mossa foglia. Ma potrebbe anche trattarsi di una comprensib­ile cautela che nasconde un dialogo sottotracc­ia, trasferito da un piano mediatico a uno completame­nte privato e blindato. In altre parole, lo stupore sarebbe tutto sommato relativo se Yonghong si facesse vivo proprio all’ultimo con Commisso e se entro la deadline arrivasse un comunicato che dà la fumata bianca. MOSSE Un’ipotesi di lavoro da non escludere perché in questa vicenda troppe cose che parevano assodate hanno poi assunto un aspetto diverso. L’ottimismo di Commisso trasformat­osi più volte in delusione è un ottimo esempio, così come la tendenza di Li a sparigliar­e le carte. Di certo Commisso è stato il più vicino a chiudere l’affare, offrendo i 32 milioni per Elliott, il rimborso totale del debito col fondo di Singer (circa 380 milioni), 150 milioni di investimen­ti immediati nel club, il 30% delle quote azionarie e i ricavi cinesi a Yonghong. Dunque occhio alle lancette. E all’ultima mossa di Mr. Li.

LA SITUAZIONE Per non cedere il club al fondo, Li ha due strade: versare il denaro o cedere il Milan. Con un blitz a New York?

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ANSA/AFP Il presidente Li Yonghong, 48 anni, e Rocco Commisso, 68
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