La Gazzetta dello Sport

«Appello ai tifosi: rispettate Chris! E ora la Wada cambi le regole»

- Nel suo ufficio di Aigle, David Lappartien­t, francese di 45 anni, intervista­to da Pier Bergonzi Pier Bergonzi INVIATO A AIGLE (SVIZZERA)

«FROOME È IL MIO FAVORITO, MA VEDO BENE ANCHE NIBALI E BARDET»

DAVID LAPPARTIEN­T

QUI CON L’IRIDATO SAGAN

Alle 8 del mattino, l’ufficio di David Lappartien­t, sopra alla pista in legno di Aigle, è pieno di vita. Il presidente dell’Uci riceve delegati dei 180 Paesi affiliati, registra video messaggi, firma documenti e risponde alle domande che in questi giorni convulsi ruotano tutte intorno al caso Froome. Sabato il britannico andrà alla caccia della sue quinta maglia gialla e Lappartien­t sarà lì nella sua Bretagna. Martedì la corsa fa tappa a Sarzeau, il piccolo centro affacciato sul mare di cui il presidente dell’Uci è sindaco. «Situazione davvero kafkiana — dice Lappartien­t —. Veniamo da giorni complicati e cacofonici... Pensate che il quotidiano bretone Le Telegramme, molto diffuso in Francia, è uscito con due clamorosi titoli a tutta pagina. Lunedì ha scritto “Il Tour esclude Froome” e il giorno dopo ha titolato così: “L’Uci riammette Froome al Tour”... Questa è la sintesi che fa anche la gente. La verità è che pochi sanno come sono andate le cose. Molti ci chiedevano la testa di Froome a prescinder­e dai suoi diritti e dalle decisioni che noi abbiamo soltanto avallato».

Come sarà accolto Froome dai tifosi?

«Questo è il punto che mi sta a cuore. Non sono mai stato tenero con lui e con la sua Sky, ma faccio appello al senso di responsabi­lità del meraviglio­so mondo del tifo ciclistico. Te- mo che qualche esagitato possa rovinare la festa del Tour. Chris è stato assolto e merita il massimo del rispetto. Può non essere simpatico, ma deve poter fare al meglio il suo mestiere. Confido che la ragione abbia la meglio sugli istinti».

La decisione di assolvere Froome è stata presa dal tribunale antidoping dell’Uci.

«Noi abbiamo notificato il verdetto della Wada. Il 28 giugno ci hanno scritto che il test del 7 settembre alla Vuelta non aveva violato il regolament­o antidoping... L’Uci ha preso atto il 2 luglio, quindi molto rapidament­e ha comunicato l’esito della vicenda».

È una vittoria dei potentissi­mi avvocati di Sky?

«I fatti ci dicono che Froome ha potuto contare su molti, e molto buoni, avvocati. E ha potuto dimostrare che il regolament­o è perfettibi­le. La Wada ha già fatto una riflession­e su quella parte del regolament­o. Ci sarà un prima e un dopo sentenza Froome».

Nessuna persona di buon senso accetta che la decisone sia stata presa dopo quasi 10 mesi.

«È frustrante anche per l’Uci. La gente, in particolar­e, non capisce come mai Chris abbia potuto correre, e ad esempio vincere il Giro d’Italia, mentre era in attesa di giudizio. Ho espressame­nte chiesto al presidente della Wada, Craig Reedie, che venga adottata la sospension­e preventiva automatica anche per i casi di valori anomali di sostanze soggette a restrizion­e d’uso come il salbu- tamolo. Certo che i tempi d’inchiesta dovranno essere più rapidi. Ai tifosi del ciclismo dobbiamo dare certezze. Chi si presenta al via di una corsa deve poterla vincere e non può correre con un giudizio pendente. Non è giusto».

Sempre a proposito del caso Froome, c’è molto interesse sulla motivazion­e della sentenza. La renderete pubblica?

«Si tratta di motivazion­i scientific­he molto dettagliat­e che sono finite in una sentenza di 30 pagine. Ma non saremo noi dell’Uci a renderle pubbliche. Se ritiene, può farlo Sky».

Hinault si è esposto in maniera netta contro Froome...

«Bernard è l’idolo della mia giovinezza e gli sono troppo amico per non sapere qual è la sua natura. Io non sono d’accordo con quello che ha detto, ma è un uomo libero che non ha mai avuto peli sulla lingua. Credo che a lui non farebbe piacere avere Froome nel clan dei vincitori di 5 maglie gialle.... Essere ruvido, andare sempre all’attacco è nella sua natura».

Chi è il suo favorito per il Tour?

«Froome, naturalmen­te...uralmente... Ma vedo molto beneene anche Nibali e Bardet».

A che punto è laa riforma del ciclismo profession­istico? essionisti­co?

«Avanza. L’abbiamobia­mo presentata nell’ultimo ltimo Direttivo e la ren-renderemo pubblica lica nelle prossime me settimane. Ci saranno sempre pre i tre livelli di gare are e di squadre, con la possibilit­à per chi lavora bene ene di accedere all li-livello superiore.e. I tre Grandi Giri iri resteranno di tre settimane, e, ma gli organizzza­tori avranno o soltanto 2 e non 4 wild card. Pensiamo ad una piattaform­a digitale comunque per tutte le componenti del ciclismo profession­istico e ad una sola classifica mondiale».

Che cosa pensa della riduzione dei corridori al via da 9 a 8 nelle corse a tappe e da 8 a 7 nelle prove di un giorno?

«Sul piano della sicurezza ci stanno guadagnand­o sia i corridori sia gli organizzat­ori, e lo stesso si può dire per i risvolti agonistici. Nibali avrebbe vinto la Milano-Sanremo se tutte le squadre avessero avuto un uomo in più per tirare? Forse no».

Il profession­ismo ha squadre che stanno a galla con pochi soldi e altre che spendono circa 35 milioni di euro all’anno. Sono mondi diversi che si ritrovano nelle stesse corse.

«Stiamo pensando a un budget cap, un limite massimo oltre il quale le squadre non potranno spendere. Questo per evitare che i migliori, che hanno tutto il diritto di guadagnare bene, abbiano tutti la stessa maglia».

Si va verso l’abolizione delle radioline in corsa?

«Presto per dirlo, ma sono in molti a chiederlo.chie Potrebbe cambiare in mmeglio la strategia delle corse, mam ci sono aspetti legati alla sicusicure­zza che ci fannono riflettere. Di sicuro non ci saranno le radioliner­a ai Mondiali,diali, agli EurEuropei e nelle pro

veve in linealin olimpiche».

Avete Avet rinnovato la fiducia duc all’Italia per il Mondiale Mo di Vicenza 2020.

« È un bellissimo progetto p che speriamo di confermare al Congresso di settembre.sett Di Rocco sta lalavorand­o bene e con l’appoggio del nuovo nuov governo dovrebbero vreb esserci tuttete le garanzie».

«Froome è stato assolto e deve poter fare il suo mestiere. L’antidoping mondiale vari la sospension­e automatica anche per le sostanze a restrizion­e d’uso»

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