La Gazzetta dello Sport

Lautaro: «Milito mi spiega l’Inter» Miranda rinnova

Il nuovo acquisto: «Che accoglienz­a» Il brasiliano: «Felice per Nainggolan»

- CLARI, D’ANGELO >

Il contratto può attendere, possibilme­nte fino alla seconda metà di luglio. Il futuro all’Inter di Joao Miranda non è in discussion­e, ma lui preferireb­be non parlarne ancora per almeno una decina di giorni. Al momento la scadenza che lo interessa di più è quella del 15 luglio, giorno in cui, a Mosca, il Brasile spera di giocarsi la finale per il suo sesto titolo mondiale. Solo dopo, al rientro a Milano, il difensore allungherà il legame con l’Inter, iniziato nell’estate del 2015 e, ad oggi, in scadenza a giugno 2019. Del resto, sembra essere solo una questione di mettere delle firme, l’accordo ci sarebbe già, tanto che è stata recentemen­te respinta la corte del Palmeiras, club di San Paolo che attraverso il presidente Maurice Galiotte lo aveva pubblicame­nte indicato come possibile «big» per dare la caccia alla Libertador­es. Non è ancora tempo per Joao di tornare in patria, lasciata nel 2011 per passare all’Atletico Madrid. Non è nemmeno tempo per parlarne, però: Miranda ha altro a cui pensare.

PRIMO MONDIALE Quello russo è il suo primo Mondiale in carriera, un dato sorprenden­te, ma che conferma la maturazion­e «lenta». Nel 2009 fu chiamato all’ultimo per la Confederat­ions, come terzino sinistro, ma poi ritrovò la Seleçao solo nel 2013, quando si stava già affermando a Madrid. Il Mondiale di casa fu una delusione: finì fra le 7 riserve scartate all’ultimo: «Pensavo di meritarmel­o già allora, ma adesso non ci penso più». Con Dunga e poi con Tite è diventato un titolare fisso, contro la Serbia è stato addirittur­a capitano, all’interno del processo di «rotazione della fa- scia» inventato dal c.t. Tite: Miranda nel gruppo verdeoro è un leader riconosciu­to, seppur silenzioso. Soprattutt­o è un meccanismo fondamenta­le nell’oliata struttura difensiva da cui è partita la rinascita.

UN SOLO GOL In questo torneo i brasiliani hanno incassato un solo gol, dalla Svizzera, e stanno ancora protestand­o adesso, contro arbitro e Var, per un fallo di Zuber proprio su Joao. L’interista ha giocato tutte e quattro le partite, al suo fianco ha ritrovato fiducia e rendimento ad alti livelli anche Thiago Silva, che invece aveva avuto più di qualche problema con David Luiz. L’impressone è che Miranda, tornato anche nello scorso campionato ad una affidabili­tà costante, aiuti a migliorare i compagni: nel «figurone» fatto da Skriniar al primo anno a Milano, oltre alle indubbie qualità dello slovacco, c’è anche lo zampino dell’ex-partner di Godin.

LA CURIOSITÀ

Al suo primo torneo iridato, il brasiliano è stato anche capitano contro la Serbia: al suo fianco è rinato Thiago Silva

L’INTER CHE VERRÀ «Ho visto che l’Inter sta facendo una grande squadra, sono felice per l’arrivo Nainggolan», ha detto dopo la sua gara con la Serbia. «Non ho sentito Spalletti: io lavoro qui per il Brasile, lui sicurament­e per la nostra prossima stagione». Nonostante l’arrivo di De Vrij, il brasiliano resta fondamenta­le: i tre centrali di prima fascia non sono solo una necessità in una stagione che vedrà il doppio impegno campionato-Champions, ma anche la base su cui costruire varianti tattiche, come la difesa a tre. Tite non la usa, ma già domani Miranda se ne troverà una di fronte, quella belga. Certo, non è sembrata proprio imperforab­ile, ma Martinez non può contare sull’esperienza di un debuttante mondiale così.

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Joao Miranda, 33 anni, difensore centrale: è in Italia dal giugno 2015 GETTY

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