Andersson, niente vertigini «Il bello deve ancora venire»
●Il c.t.: «Il gruppo è il segreto scandinavo E ora nessuno ha intenzione di fermarsi»
Epensate che siano soddisfatti? Niente affatto. I guerrieri in giallo, quelli che lottano ma poi esibiscono facce educate e proclami gentili, non si accontentano. A cominciare dal condottiero, il c.t. Janne Andersson, che ha formato un gruppo capace di fare a meno di Ibrahimovic e se non glielo nominate più è felice, fra l’altro anche i tifosi si ribellano sul web: #nozlatannoproblem. «Se pensate che io sia diventa- to il simbolo della squadra mi abituerò a convivere con questa idea, ma non è il mio modo di ragionare. La nostra forza è il gruppo. Sentire i tifosi cantare il mio nome dopo il successo con la Svizzera mi ha reso orgoglioso e ho pensato che fosse giusto andare sul campo con i miei ragazzi per salutare e ringraziare. Noi condividiamo tutto. E’ questo il nostro segreto», ha detto Andersson.
ORCHESTRA
Un segreto semplice: quando non hai un leader ingombrante devi puntare sull’orchestra. «Quello che abbiamo raggiunto non lo abbiamo ereditato da nessuno, ce lo siamo meritati. Ma non abbiamo intenzione di fermarci qui. Nel mio gruppo nessuno si pone limiti, siamo realisti ma anche ottimisti e crediamo nelle nostre possibilità. Il football è uno sport di squadra, non dimenticatelo mai » . Sembra un’altra dichiarazione di guerra al fuoriclasse lasciato a casa, ma ormai più che di battaglia con Zlatan è ora di parlare di battaglia d’Inghilterra. Già cominciata, a giudicare dai messaggi scherzosi rivolti su twitter dal tennista Kyle Edmund, impegnato a Wimbledon, al suo coach svedese Rosengren. Si sono allenati, uno con la maglia dell’Inghilterra, l’altro con quella svedese. «Let’s go England!», ha scritto il tennista. Un classico del football, in fondo.