La Gazzetta dello Sport

SI PRESENTA FROOME SONO SUBITO FISCHI

●Da domani il Tour: prima parte molto difficile lungo l’Atlantico (vento). Cronosquad­re per Froome, Enzo pensa alle imboscate e a Roubaix. Freni a disco, Var, raggi X e griglie

- Ciro Scognamigl­io

Manca un giorno. Ma occhi e pensieri sono già tutti qui, e da un pezzo. Il Tour de France, un gigante che nel 2018 arriva a 115 anni e 105 edizioni, è una calamita dall’enorme forza attrattiva. Ecco un sunto dei temi principali a 24 ore dal via di Noirmoutie­r-en-L’Ile, Vandea, cui manca solo un passaggio per entrare a far parte dei siti Unesco classifica­ti patrimonio dell’umanità. Il Tour, nel suo complesso. è come se già ne facesse parte.

1 Secondo il campione in carica, Chris Froome, il tracciato è diviso in due grandi metà. Ha ragione?

Sì. Le prime nove tappe somigliano a una serie di classiche di un giorno. Diverse le frazioni esposte al vento dell’Atlantico, la cronosquad­re di 35,5 km a Cholet del terzo giorno, il Mur de Bretagne (2 km al 6,9%) non solo arrivo ma ripetuto due volte. Fino al pavé della Roubaix (21,7 km in 15 settori) in quella che si preannunci­a una domenica di sport — 15 luglio — indimentic­abile, con la finale dei mondiali di calcio e quella di Wimbledon.

2 Capitolo montagne: più dure le Alpi o i Pirenei?

Bella lotta. Anzitutto, arrivano prima le Alpi dei Pirenei come non succedeva dal 2014: bel ricordo per noi, perché vinse Nibali. Scegliamo i Pirenei per la presenza della mini-tappa da 65 km di cui 38 in salita che culminano a Saint-LarySoulan, tetto del Tour a 2.215 metri: in più, la novità della partenza con le griglie in stile Gran Fondo. Ma anche le Alpi non scherzano: lo sterrato del Plateau des Glieres, la tappa della Rosiere già vista al Delfinato, la mitica Alpe d’Huez…

3 Quanto peseranno le cronometro?

Quella a squadre del terzo giorno «rischia» di dare un bel vantaggio a Sky. Dovrebbe giocarsi la vittoria con la Bmc. Quella del penultimo giorno, 31 km, è molto mossa con un duro strappo nel finale (900 metri al 10,2%). Non assegnano abbuoni, mentre sono confermati i 10”, 6” e 4” ai primi tre delle tappe in linea. In più, solo nelle prime 8 tappe in linea, lo sprint intermedio darà 3”, 2” e 1” ai primi tre. Orari: conclusion­e delle tappe tra le 17 e le 17.30 ma prima, ottava e nona frazione termineran­no prima (intorno alle 16) causa Mondiali di calcio. E l’ultima, a Parigi, alle 19.30.

4 Froome è il favorito?

Sì. Insegue due record: 4 grandi giri vinti di fila come Merckx (1972-1973), 5 Tour conquistat­i come Anquetil, Merckx, Hinault, Indurain. Oltre alla doppietta Giro-Tour fatta per l’ultima volta da Pantani nel 1998.

5 Chi può batterlo?

Tanti, o forse… nessuno, visto che non perde un grande giro dalla Vuelta 2016 (2°). Vincenzo Nibali è l’unico che ha vinto il Tour (2014) da quando nel 2012 è cominciata l’era Sky (Wiggins/Froome). La Movistar schiera il tridente Quintana-Landa-Valverde. Uran e Bardet, 2° e 3° nel 2017, ci riprovano. E poi Dumoulin, Adam Yates, Porte, Roglic, TECNOLOGIA Dal primo luglio l’Uci ha liberalizz­ato l’uso dei freni a disco nelle corse BETTINI Zakarin, Daniel Martin, Fuglsang. Il Tour sogna di essere come il Giro: nelle ultime tre edizioni della corsa della Gazzetta, la rosa ha cambiato padrone nell’ultimo fine settimana. Al Tour, negli ultimi 10 anni, è successo una sola volta (2011).

6 Nelle maglie distintive c’è qualche cambiament­o?

No. Gialla per il vincitore, a pois per la montagna, verde per i punti, bianca del miglior giovane (nati dal 1 gennaio 1993 in poi). Montepremi: il vincitore guadagna 500.000 euro, il totale è di 2.287.750.

7 Le volate saranno combattute?

Molto. A parte Viviani, si fa fatica a capire chi manchi. Dal campione del Mondo Sagan a Gaviria (debuttante), da Greipel a Degenkolb, da Groenewege­n a Demare. E poi Kittel, Matthews (non difenderà la maglia verde, punta a singole tappe ed a aiutare Dumoulin), Kristoff…. Ah, e Mark Cavendish. Trenta tappe vinte, -4 dal record di Merckx.

8 Quali le rivelazion­i?

Sky ha deciso di far debuttare il fenomeno colombiano Bernal, classe 1997. Ma dovrebbe lavorare per Froome, così come il nostro Moscon, esordiente in Francia a 24 anni (classe 1994). Del 1996 è lo scalatore francese David Gaudu, molto promettent­e, che ha sostituito Pinot. Curiosità per il colombiano della Ef, Daniel Martinez.

9 Novità tecnologic­he?

Si diffonde l’uso dei freni a disco: pronte la BoraHansgr­ohe di Sagan, la Quick Step di Gaviria e la Trek-Segafredo di Degenkolb. Anche la Ef di Uran e la Let’s go-Scott di

Adam Yates pure li utilizzera­nno. Senza dimenticar­e che debutteran­no al Tour i controlli a raggi X anti frode-tecnologic­a (cioè motorini e ruote) e il nuovo camioncino dell’assistenza video (Var), voluta dall’Uci.

10 L’Italia quante e quali carte può giocarsi?

Appena 13 su 176, eguagliato il numero più basso degli ultimi 33 anni. Detto di Nibali — al suo fianco in salita Pozzovivo e Pellizotti (più anziano del gruppo, 40 anni) — e Moscon, Colbrelli cercherà gloria in volata (come Pasqualon); Oss e Caruso sono al servizio di Sagan e Porte; Bennati il regista della Movistar; Marcato, Ferrari e Troia (il più giovane dei nostri) lavorano per Kristoff; Guarnieri per Demare. Non è tanto. Ma se Nibali…

>Volate: debutta Gaviria. Giovani: Bernal, Moscon e Gaudu. Abbuoni agli sprint volanti

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NO PLASTICA La nuova maglia di Sky con l’orca, simbolo della battaglia contro la plastica nei mari
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