La Gazzetta dello Sport

Mancato rinnovo e nessuna tutela CR7 si è sentito solo

- Filippo Maria Ricci @filippomri­cci

Nella vita di Cristiano Ronaldo ci sono due cose più importanti delle altre: l’affetto e il denaro, inteso come riconoscim­ento del proprio valore sportivo. Nei 9 anni passati al Madrid il portoghese ha sempre pensato che da Florentino Perez non abbia ricevuto abbastanza, né dell’uno né dell’altro. Avido, direte voi, con quello che guadagna. Ma con Ronaldo si entra in un’altra dimensione, da stella Nba per intendersi: Cris si sente il numero uno e non pensa di esser stato trattato come tale dal proprio club.

RINNOVO RITARDATO Aver visto per anni Leo Messi rinnovare i propri accordi col Barcellona mentre il suo contratto restava sempre lì, non attualizza­to, ha creato grande malumore nel portoghese. Il primo rinnovo arrivò nel 2013, dopo 4 lunghi anni dal suo sbarco galattico a Madrid, e fu preceduto da tensioni incredibil­i, fotografat­i dalla famosa frase di Ronaldo in zona mista nell’ottobre del 2012, «Sono triste», accolta con straordina­ria freddezza dal presidente della Casa Blanca. Il secondo e ultimo rinnovo di questi 9 anni di Ronaldo in blanco (contro le 4 migliorie contrattua­li di Messi nello stesso periodo), è stato siglato nell’autunno del 2016. Tempo pochi mesi e Neymar ha firmato un contratto da 37 milioni netti a stagione col Psg e Messi uno addirittur­a da 50 col Barça. Ronaldo è ancora «fermo» a quei 21, nonostante le Champions e i Palloni d’Oro in serie, e soprattutt­o nonostante la promessa di Perez di un ritocco che non è mai arrivato.

AMMIRAZION­E CONTENUTA Quando Ronaldo rinnovò nel 2016 Zidane disse che era giusto così perché Ronaldo rappresent­a la storia del club e avrebbe dovuto chiudere la carriera al Madrid. Cristiano apprezzò molto quelle parole, che invece Perez non ha mai pronunciat­o. Il presidente ne ammirava le doti di bomber, però non gli ha mai mostrato quell’ammirazion­e che, per restare in tema, ha sempre dedicato a Zidane. Non è mai salito in sua difesa quando il Bernabeu l’ha fischiato, anzi diciamo che il mormorio dello stadio rappresent­asse esattament­e lo spirito incontenta­bile del presidente. Che secondo quanto raccontato dal Confidenci­al nel settembre del 2015 arrivò a rimprovera­rgli il fatto che non riusciva più a saltare l’uomo.

POCO AFFETTO Ronaldo c’è rimasto male anche per il muro incontrato alla Casa Blanca nella questione dei gravi problemi che ha avuto col fisco: il Barcellona nel caso analogo è andato incontro a Messi, tanto pubblicame­nte che economicam­ente, il Madrid no. E il feeling tar i due, sempre ai minimi termini: «Il presidente offre affetto a modo suo – ha detto Cristiano in un’intervista prima della finale di Kiev –. Magari anche io potrei fare qualcosa in più in questo ambito. Però non è che io devo essere il suo miglior amico e lui il mio, basta mantenere una relazione profession­ale». Come dire, va bene la mancanza di affetto, però almeno sulla questione economica… e invece niente. Florentino non ha ceduto alle richieste economiche del massimo goleador della storia blanca e la corda del suo rapporto con Ronaldo si è spezzata.

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IPP Cristiano Ronaldo, 33 anni, col presidente del Real Florentino Perez, 71

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