Parnasi ai pm «A Palozzi i soldi, a Civita solo un favore»
«Ipermessi per mandare avanti il progetto dello stadio della Roma non c’entrano nulla». Il costruttore Luca Parnasi, in attesa che il gip decida sulla sua scarcerazione, racconta così le sue verità rispetto ai politici locali coinvolti nell’inchiesta della Procura romana. «Palozzi mi chiedeva continuamente soldi, a Civita ho fatto un favore mettendomi nei suoi panni come padre, ma non gli ho mai dato denaro». Il tutto nel lungo interrogatorio di ieri, durato 11 ore, parlando dell’ex vice presidente del Consiglio Regionale del Lazio, e dell’ex as- sessore regionale Michele Civita. Questi ultimi, ieri, hanno discusso davanti al Riesame le istanze per chiedere la revoca o l’attenuazione delle misure cautelari dopo gli arresti del 13 giugno. Il Tribunale della Libertà s’è riservato di decidere.
VERBALI DEPOSITATI Intanto la Procura, per rafforzare il suo impianto accusatorio, ha depositato la parte dell’interrogatorio di Parnasi in cui il costruttore racconta dei suoi rapporti con esponenti politici. Nel corso del confronto, Parnasi aggiunge: «Nell’ultima campagna elettorale Palozzi mi chiamava spesso chiedendomi un contributo e abbiamo concordato il contratto con la società Pixie, al fine di giustificare la dazione della somma di denaro. Non avevo bisogno di quel contratto né di quei servizi. Tuttavia non volevo far figurare il mio nome accanto a quello di Palozzi perché stavo tentando di costruire un rapporto con i 5 Stelle».