La Gazzetta dello Sport

L’ASSENZA DI CASEMIRO PUÒ ESSERE DECISIVA

- di FABIO LICARI

Dell’indispensa­bilità di Neymar nessuno discute, ma è il momento di capire quanto vale davvero questa Seleçao europea senza Casemiro. Una risposta potrebbe suggerirla Zidane: il brasiliano davanti alla difesa ha assicurato equilibrio (e 3 Champions) a un Real ideologica­mente, a volte sconsidera­tamente, offensivo. Senza Casemiro – il cui peso specifico è paragonabi­le a quello di Busquets nel Barça – non si sarebbe mai permesso Modric, Ronaldo, Benzema più uno tra Isco, Bale o Vazquez. Non avendo centrocamp­isti con le stesse caratteris­tiche, Tite inserirà Fernandinh­o che nel City ha altri compiti tattici. Può darsi che gli affianchi Paulinho, in quella zona cruciale in cui altrimenti il Belgio potrebbe andare in superiorit­à con Hazard, Lukaku e gli inseriment­i di un mediano. In ogni caso sarà un Brasile diverso, che con Marcelo ritrova un regista in più. Cresciuto a ogni gara, favorito non solo perché Germania, Messi e Ronaldo sono out, dispone di uno spettro di soluzioni irraggiung­ibili per le altre. Sa di essere più forte ma in passato ha pagato per sicurezza e superficia­lità.

Non sembra il caso del pragmatico Tite, chiamato però all’esame più complicato. Contro il primo rivale che non si limiterà ad aspettare (Svizzera), difendersi (Costa Rica), essere indeciso (Serbia) o tentare il colpo senza armi adeguate (Messico). Il Belgio fa gioco, sfida a viso aperto e si concede una mediana di trequartis­ti: anche se il grande spavento col Giappone pare abbia convinto Martinez a rinunciare a Mertens, e al fuori ruolo Carrasco, per Chadli e forse Fellaini. Se quel 3-2 ha dato la carica, o ridimensio­nato le aspettativ­e, lo capiremo presto.

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