L’ASSENZA DI CASEMIRO PUÒ ESSERE DECISIVA
Dell’indispensabilità di Neymar nessuno discute, ma è il momento di capire quanto vale davvero questa Seleçao europea senza Casemiro. Una risposta potrebbe suggerirla Zidane: il brasiliano davanti alla difesa ha assicurato equilibrio (e 3 Champions) a un Real ideologicamente, a volte sconsideratamente, offensivo. Senza Casemiro – il cui peso specifico è paragonabile a quello di Busquets nel Barça – non si sarebbe mai permesso Modric, Ronaldo, Benzema più uno tra Isco, Bale o Vazquez. Non avendo centrocampisti con le stesse caratteristiche, Tite inserirà Fernandinho che nel City ha altri compiti tattici. Può darsi che gli affianchi Paulinho, in quella zona cruciale in cui altrimenti il Belgio potrebbe andare in superiorità con Hazard, Lukaku e gli inserimenti di un mediano. In ogni caso sarà un Brasile diverso, che con Marcelo ritrova un regista in più. Cresciuto a ogni gara, favorito non solo perché Germania, Messi e Ronaldo sono out, dispone di uno spettro di soluzioni irraggiungibili per le altre. Sa di essere più forte ma in passato ha pagato per sicurezza e superficialità.
Non sembra il caso del pragmatico Tite, chiamato però all’esame più complicato. Contro il primo rivale che non si limiterà ad aspettare (Svizzera), difendersi (Costa Rica), essere indeciso (Serbia) o tentare il colpo senza armi adeguate (Messico). Il Belgio fa gioco, sfida a viso aperto e si concede una mediana di trequartisti: anche se il grande spavento col Giappone pare abbia convinto Martinez a rinunciare a Mertens, e al fuori ruolo Carrasco, per Chadli e forse Fellaini. Se quel 3-2 ha dato la carica, o ridimensionato le aspettative, lo capiremo presto.