Bentancur brothers, una squadra all’italiana per domare Mbappé
●Il play della Juventus sta giocando un gran Mondiale, oltre a lui anche Caceres, Vecino, Torreira e Laxalt: tutti titolari per Tabarez PARTITE AI MONDIALI PARTITE AI MONDIALI
Non avremo ancora Cristiano Ronaldo, ma metà dell’Uruguay che lo ha mandato a casa è roba nostra. Delle otto squadre rimaste in corsa, l’Uruguay è - ancora più della Croazia - quella maggiormente targata Serie A. Cinque convocati «italiani» da Tabarez, tutti titolari oggi contro la Francia. Uno fa parte della vecchia guardia, gli altri sono i principali artefici di quel rinnovamento che ha portato la Celeste oltre la vecchia ricetta «Suarez, Cavani e difesa». A Nizhny saranno ancora più importanti, vista l’assenza di uno degli ingredienti principali, il Matador.
DON RODRIGO Un tunnel di tacco, a Bernardo Silva: Rodrigo Bentancur ha attirato così l’attenzione anche dei più distratti, nell’ottavo contro il Portogallo. Gli amanti delle statistiche avevano già drizzato le antenne per un dato dei gironi: il più giovane ad aver toccato almeno 200 palloni. Se trovate il record cervellotico, il gesto tecnico non può lasciare indifferenti, ed è la ciliegina su un Mondiale giocato da protagonista e da numero 10. Così continuo, così qualitativo, forse alla Juve non lo avevamo visto, anche perché il fresco 21enne ex Boca in bianconero ha trovato spazi saltuari, chiuso com’era da intoccabili nel ruolo. Non è un caso che nelle ultime settimane siano spuntati svariati club interessati (Lotito ha fiutato l’affare, Barça e Atletico alla finestra). Non è in discussione il suo influsso sul cambio di registro dell’Uruguay, oggi squadra che non disdegna il possesso palla e la costruzione del gioco. Anche perché Tabarez ha inserito nei meccanismi Lucas Torreira, il mini regista della Samp, promesso sposo dell’Arsenal. Convocato per la prima volta a marzo, l’ex punta esterna, piazzata davanti alla difesa da Oddo al Pescara («Altrimenti non andrai mai oltre la Serie C»), ha presto cominciato a recuperare e ripulire palloni anche sul palcoscenico mondiale. In patria sono impazziti vedendolo rincorrere dappertutto Ronaldo, estirpandogli anche qualche pallone di forza, nonostante una struttura fisica non
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● proprio uguale a quelle del portoghese: «Cinque anni fa giocavo nelle giovanili del Wanderers, adesso sono qui. E’ andato tutto di fretta, non è stato facile lasciare il Paese a 17 anni, ma ora me la godo». Guardandosi a destra, Lucas vede il coetaneo Nahitan Nandez, del Boca, altra novità; a sinistra l’interista Vecino, che in questo centrocampo è quasi un veterano. Come nelle migliori uscite in nerazzurro, a lui si chiedono un lavoro da un’area all’altra, i tackle e gli strappi.
GLI ESTERNI I tre lasciano pochi spazi ai centrocampisti avversari, ma liberano le corsie per gli ultimi due protagonisti della A: a destra il «vecchio» Caceres, che ha ricostruito fra Verona e Lazio le sue possibilità di gloria mondiale, e che è uno dei leader del gruppo. A sinistra Diego Laxalt: a 25 anni l’ex-attaccante esterno ha completato la sua riconversione in un terzino affidabile. In questo caso Tabarez ha restituito parte dei regali del nostro campionato: nel nuovo ruolo il genoano rischia di diventare ancora più importante. Lo stesso c.t. riassume così il calcio: «Si tratta di attaccare, di difendere, di saper rientrare dall’attacco alla difesa, di saper trasformare la difesa in attacco». Sembra semplice. E forse lo è un po’ di più, con questi cinque: dopo Ronaldo, tocca a Mbappé?