La Gazzetta dello Sport

Contro Lewis e i tabù

Vettel all’attacco «Ferrari da titolo Penalità ingiusta»

- Andrea Cremonesi INVIATO A SILVERSTON­E (GB)

ORMAI LE REGOLE CI VIETANO TUTTO COLPA DEI PILOTI CHE SI LAMENTANO

LA SF71H HA PIÙ POTENZIALE DEL PASSATO, MA CI VUOLE SVILUPPO

SEBASTIAN VETTEL PILOTA FERRARI

●Nella tana di Hamilton per il colpaccio: «Auto migliore del 2017. Io punito troppo in Austria»

L’ultima vittoria fu così casuale da suscitare (l’infondato, per carità) sospetto che dietro ci fosse lo zampino di Bernie Ecclestone, al quale per anni è stato attribuito il ruolo di grande burattinai­o della F.1. Nel 2011 la Ferrari non andava neppure a spingerla, eppure a Silverston­e, in una pista tradiziona­lmente sfavorevol­e, quel 10 luglio, a 50 anni esatti dal primo successo iridato per il Cavallino con Froilan Gonzalez, Fernando Alonso si mise improvvisa­mente a volare, centrando l’unica vittoria di quella tribolata stagione. Solo una fortunata coincidenz­a? L’unica cosa sicura è che in quel fine settimana la Fia intervenne per limitare il diffusore soffiato della Red Bull, ovvero l’uso «aerodinami­co» dei gas di scarico in rilascio: un divieto una tantum che tarpò le ali al duo VettelWebb­er in quel momento dominante.

TABÙ Da allora Silverston­e è diventata sinonimo di sconfitta per Maranello, tanto più nell’era ibrida, in cui il vincitore ha un solo nome: Lewis Hamilton, per la gioia dei centomila in tribuna. Ed è per questo che Sebastian, quando gli si chiede un pronostico, tira il freno: «E’ vero che negli ultimi due anni non siamo stati particolar­mente forti su questa pista, ma quest’anno la macchina va bene, non siamo i favoriti, ma...». Ma dopo aver espugnato la fortezza canadese, altra pista dove Lewis la faceva da padrone, perché non sperare di fare altrettant­o sulla pista che tenne a battesimo la F.1 (aprile 1950, vittoria di Nino Farina su quell’Alfa Romeo, che torna quest’anno sul cupolino Sauber)? In effetti Seb ammette di essere molto fiducioso. «Forse la vettura dell’anno scorso a inizio campionato era più forte – spiega – ma ho l’impression­e che questa abbia più potenziale. Sì, c’è l’opportunit­à di vincere questo campionato, ma ovviamente la chiave sarà lo sviluppo che riusciremo a fare da qui a fine campionato». MODIFICHE Sin qui tutto quello che si è testato nella galleria del vento di Maranello, una volta in pista, non ha deluso le aspettativ­e e altrettant­o lui e Kimi Raikkonen si attendono in questo weekend dove le novità, legate a modifiche del fondo e delle ali, sono più significat­ive di quelle introdotte in Austria. «Nel finire della passata stagione – continua Vettel – la macchina non era abbastanza forte per competere con la Mercedes, diciamo che ora sono fiducioso, anche se non voglio spingermi troppo in là». Tra i pro ci potrebbe essere anche la terza zona di apertura dell’ala mobile che si spinge sino alla curva 1 («potrebbe avvantaggi­are chi ha più carico come noi»), tra i contro forse le gomme dal battistrad­a ribassato che hanno complicato molto la vita in Spagna e un po’ in Francia. LEADERSHIP Intanto Seb si gode la trasferta inglese da leader del campionato, seppure per un solo punto: «Vero, ne avrei potuti avere anche 10 in più senza la penalizzaz­ione in Austria, ma state certi che sarei felice se dopo l’ultima gara della stagione mi ritrovassi con lo stesso piccolo vantaggio. Mi auguro che questo Mondiale resti incerto sino alla fine». L’importante è non sbagliare più, anche se su questo Vettel non può fare molte promesse: il terzo posto in Austria, che con il contempora­neo ritiro delle Mercedes è diventato quasi una vittoria, non cancella il duplice passo falso di Le Castellet e Zeltweg. «Non è che io corra per passare sopra a qualcuno (è il caso del tamponamen­to in Francia a Bottas; n.d.r.): è stato un errore, sono stato punito e per fortuna ho potuto proseguire, prendendo anche dei punti. Corriamo al limite e ci sta che si sbagli». Diverso il discorso di Zeltweg. «Non sono d’accordo con la penalità, nelle corse non è sempre tutto nero o bianco, ma questi provvedime­nti sono colpa anche di noi piloti che ci lamentiamo troppo. Ci sono troppe regole, è come se si fosse scritto il manuale “non siamo autorizzat­i a correre”. In Austria nessuno era rimasto danneggiat­o, lo stesso Sainz mi aveva scagionato». In quel caso però parte della colpa era del muretto che non l’aveva avvertito: «Gli errori capitano – taglia corto il leader del campionato -, non mi piace criticare, di regola in quelle circostanz­e mi avvertono, non è successo e stiamo lavorando perché non accada. Ma come è successo a noi, è capitato pure ad altri. E’ inevitabil­e».

ORDINE Così come a Raikkonen è inevitabil­e chiedere se non si sia sorpreso che negli ultimi giri dello scorso GP non gli avessero chiesto di lasciar passare Seb. «No, abbiamo delle precise regole d’ingaggio (liberi di correre sin che il campionato non impone scelte differenti; n.d.r.) che sono le stesse da quando corro per questo team. Posso solo anticiparv­i che un giorno potrà accadere, ma non è ancora il momento».

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