De Zerbi c’è: «Stop o no il mio Sassuolo saprà volare»
●Il nuovo tecnico: «La squalifica non cambia la mia filosofia di squadra Divertiremo, e se resta anche Berardi...»
È
arrivato con un anno di ritardo – fu vicinissimo ai neroverdi anche lo scorso giugno – ma l’impressione è che Roberto De Zerbi voglia a tutti i costi recuperare il tempo perduto. Ieri la presentazione, oggi il primo giorno di lavoro sul campo con un gruppo, dice il tecnico «ancora da completare, ma già pieno di giocatori di qualità. Ho scelto Sassuolo perché le idee della società e le sue ambizioni sono le stesse che ho io: lasciare il segno, giocarsela con tutti rispettando tutti, ma portando avanti la mia idea di calcio». Idea ampiamente condivisa ad alto livello, se è vero che il tecnico bresciano si gioca la terza chance nella massima serie, ma per la prima volta — a Palermo e Benevento arrivò a
stagione in corso — comincia da zero. O meglio, dall’inizio, con un gruppo in divenire che tuttavia a Deze piace già «perché c’è una base importante alla quale aggiungeremo qualità sposandola con la mentalità che il Sassuolo ha sempre avuto». Sarà calcio di «mentalità» quello che il neotecnico bresciano è deciso a far giocare al «suo» Sassuolo, nell’ottica di riaprire un ciclo vincente. Ma soprattutto di riproporre i neroverdi, dopo la transizione della scorsa stagione chiusa comunque con un’ampia salvezza, nel modo giusto.
SHOWTIME Una squadra in grado di sorprendere e giocare un calcio offensivo, di pressing e palleggio «mettendo i tanti giocatori di qualità che abbiamo in condizioni di rendere al meglio; il risultato si raggiunge passando per più strade. Obiettivo? Non c’è un obiettivo particolare, se non quello di fare il meglio possibile». Rilanciando il progetto sportivo di Giorgio Squinzi che posizione, su De Zerbi, l’ha già presa qualche tempo fa paragonando il tecnico bresciano a Di Francesco. «Quello è uno stimolo in più, che mi spingerà a dare ancora di più. Io sono abituato a vivere questo mestiere con grande passione e in modo totale, non sono uomo da scorciatoie né mi siedo su questa panchina per fare la comparsa. La scelta, mia e della società, è quella di essere ambiziosi», spiega ancora De Zerbi, che non si sbilancia sul modulo («conta la mentalità») e nemmeno sul mercato, anche se qualcosa sui singoli lo dice. Spiegando come «Di Francesco lo volevo già a Palermo, Djuricic è un talento, Boateng è un valore aggiunto» e «aprendo» anche alla possibile permanenza in neroverde di Domenico Berardi. «E’ un giocatore importantissimo, che prima del calo accusato di recente ha avuto numeri che nessuno aveva in A, alla sua età. Se rimane con entusiasmo sono contento, anche perché un giocatore così si fa fatica a trovarlo. Diversamente ci penserà la società». Ovvero Giovanni Carnevali e Giovanni Rossi che, insieme al presidente neroverde Carlo Rossi, hanno fatto gli onori di casa al neotecnico che oggi comincia a lavorare ma in panchina potrebbe andare solo ad ottobre.
LO STOP Colpa di una squalifica di tre mesi — ma c’è già il ricorso in appello — che tuttavia, dice lui, cambia poco. «Il mio modo di allenare sarà sempre lo stesso, e in panchina andrà, nel caso, un mio collaboratore. Patteggiando avrei avuto una squalifica più mite, ma ho scelto di non accontentarmi e se accetto la sentenza non la condivido, perché ho buoni motivi per essere prosciolto in appello e un compromesso non lo accetto». Del resto, la definizione è sua, non è uomo da scorciatoie, il neotecnico del Sassuolo.
BOATENG VALORE AGGIUNTO. QUI TROVO LE MIE STESSE AMBIZIONI ROBERTO DE ZERBI ALLENATORE SASSUOLO