La Gazzetta dello Sport

MA OCCHIO AL NUOVO CHRIS CHE PUNTA ALL’ACCOPPIATA

Ciclismo: oggi in Francia parte l’edizione numero 105 della grande corsa a tappe

- di PIER BERGONZI

Tutti (anche i tifosi) contro Froome. Chris contro tutti e tutto. La sintesi estrema del Tour de France numero 105 è un po’ questa. Ma il britannico è cambiato: la macchina atleta, dall’ultimo Giro in poi ha lasciato spazio all’uomo con quelle fragilità che possono trasformar­si in forza. Sarà un vantaggio anche al Tour? In Francia non lo hanno mai amato e ora sulla sua bici pesano i mesi del tira e molla giudiziari­o per il caso salbutamol­o e pesa l’antipatia per la sua Sky, squadra troppo sfacciatam­ente forte e vincente per far sorridere. Bernard Hinault, icona del ciclismo francese, ha usato parole forti e non lo vorrebbe vedere nel club dei 5 (i vincitori di cinque maglie gialle) accanto a se stesso, Anquetil, Merckx e Indurain...

Eppure, non c’è mai stato un Froome così piacevole sul piano tecnico e umano. I suoi ultimi mesi pedalati con la spada di Damocle del giudizio sulle spalle e le peripezie del Giro d’Italia hanno cambiato il nostro parere su di lui. Le due cadute iniziali, il no al suo manager che voleva rimandarlo a casa e l’impresa delle «Finestre» a Bardonecch­ia hanno ritoccato il suo ritratto. Il tentativo di centrare la doppietta Giro-Tour nelle stessa stagione, come non riesce a nessuno dal mitico Pantani ‘98 (sono già 20 anni...), è un progetto serio. E sappiamo che se ci riuscisse, Froome allarghere­bbe i confini del sogno partendo anche alla Vuelta... Per vincere! Di queste sfide il grande ciclismo si alimenta. Da sempre.

Insomma, dalla Vandea partirà un Froome diverso. Dovrà vedersela con il tifo ostile (e speriamo che non vada oltre i limiti della decenza), ma ci sono anche alcuni suoi vecchi «amici». A cominciare da Vincenzo Nibali, il primo dei suoi rivali. Il siciliano è l’unico ad avere vinto una maglia gialla (2014) nell’era Wiggins-Froome e può contare su un percorso che va d’accordo con le sue caratteris­tiche tecniche. Nibali perderà terreno nella cronosquad­re, ma potrà recuperare sul pavé di Roubaix prima di giocarsela almeno alla pari con Froome, Quintana, Dumoulin, Uran e Bardet sulle Alpi e sui Pirenei. La crono finale, alla vigilia di Parigi, non è per specialist­i puri e potrebbe schiacciar­e l’occhio a chi sarà quel giorno in maglia gialla. Nibali fa bene a crederci. Nei prossimi giorni capiremo se la lezione del Giro peserà o servirà a questo nuovo Froome.

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