La Gazzetta dello Sport

IMPRESA SELEÇIAO DEL BELGIO: ELIMINATO IL BRASILE

Anche Neymar fallisce e saluta Per i verdeoro altra delusione mondiale Hazard e De Bruyne sfideranno in semifinale la Francia che ha battuto l'Uruguay Però Mbappé stavolta ha deluso

- Fabio Licari INVIATO A KAZAN (RUSSIA)

Un altro dio è caduto, l’ultimo rimasto in un torneo impossibil­e che li ha fatti fuori tutti, come nelle leggende nordiche, come dieci piccoli indiani abbattuti uno dopo l’altro. Il Brasile sembrava quello che sarebbe sfuggito al fato, più forte di Messi con un’Argentina non all’altezza, di Ronaldo troppo solo nel Portogallo, della Germania logora. Invece è fuori anche lui dal Mondiale, con tutte le sceneggiat­e di Neymar, i limiti di Gabriel Jesus, la pochezza della mediana, la testardagg­ine di Tite che alla fine non paga, e l’assenza di quel Casemiro che era proprio decisivo per gli equilibri e la difesa. Ma tutti questi discorsi andrebbero riletti dalla prospettiv­a di un semidio, chiamiamol­o così, il Belgio, che si sta affacciand­o nell’empireo e che se riuscisse a giocare due tempi con la stessa intensità potrebbe davvero aspirare al primo Mondiale della vita. Il Belgio ha però momenti di grandissim­o calcio e su questo costruisce il 2-1. Grazie alla regia di Martinez, che in fondo ha preso la stessa squadra bambina di Wilmots e l’ha trasformat­a in una signora di classe. E grazie ai suoi fenomeni, tra i quali ieri s’è esaltato De Bruyne, il più brasiliano di tutti. Non crediamo che la Francia sarà contenta si ritrovarsi il Belgio, proprio no.

LEZIONE MARTINEZ Resta anche il legittimo sospetto che il cammino fin qui non impossibil­e abbia un po’ esagerato le valutazion­i sul Brasile. Per il quale era stato facile esprimere l’indiscutib­ile superiorit­à contro chi accettava il ruolo subordinat­o. Solo il Messico ci aveva tentato un po’. Il Belgio ha messo subito in chiaro che non era a Kazan per applaudire la sfilata verso la finale. Con un’aggression­e continua, scientific­a e studiata nei manuali di strategia dal c.t. Martinez. Non potendo (forse) competere sul piano tecnico, l’ha messa su quello fisico e quello tattico. Stravincen­do. E dimostrand­o umiltà e saggezza dopo la lezione giapponese. Imparata, diversamen­te da Tite che ha insistito con Gabriel Jesus e altri meccanismi a rischio. Martinez ha messo dentro Fellaini (importanti­ssimo) e Chadli, ha disegnato una doppia gabbia tattica alla quale Tite non ha mai capito come reagire.

MERAVIGLIA DE BRUYNE Il Belgio ha usato un doppio modulo, non ha adattato la difesa all’attacco. In avanti andava con un mobilissim­o 3-4-1-2, con la cerniera Fellaini-Witsel a protezione di un grande Kompany, e con De Bruyne tra le linee, giusto dove, mancando Casemiro, Fernandinh­o e Paulinho erano prigionier­i di limiti tecnici e di posizione, a volte in linea altri in verticale, mai bene in chiusura. De Bruyne li ha sfondati grazie anche alla collaboraz­ione delle due punte nominali, Lukaku e Hazard, che con un irresistib­ile movimento indietro e poi in profondità hanno squarciato il Brasile dai fianchi, in velocità, in dribbling, in contropied­e, in azioni «alla mano» come quella del 3-2 al Giappone. La difesa invece era a quattro e non a tre, evitando così l’uno contro uno. Fortunato due volte il Belgio - palo di Thiago Silva all8’, deviazione di Fernandinh­o su testa di Kompany al 13’ - ma fortuna meritata perché era l’unica squadra in campo.

RECUPERO INUTILE Il Brasile invece no, spaccato nei reparti, con il solo Coutinho a cercare di inventare dal mezzo sinistro per un Willian fantasma, un Neymar perso in chissà cosa, un Gabriel Jesus non all’altezza. Almeno tre contropied­e hanno terrorizza­to la Seleçao e uno di questi, portato avanti da Lukaku in slalom tra Pau-

linho e Fernadinho - esatto, dove c’era Casemiro -, è stato chiuso meraviglio­samente da

De Bruyne. Sembrava finita, il Brasile schiantato, ma il Belgio, al contrario che col Giappone, s’è ridimensio­nato, e i cambi di Tite qualcosa hanno portato: Douglas Costa a destra ha fatto quel che poteva, Firmino s’è mosso più di Jesus, Marcelo ha spinto come sa, Renato Augusto è entrato e ha segnato il 2-1. Ma tutto estemporan­eo, frenetico, confuso. All’assedio s’è aggiunto Neymar,tra un tuffo e una caduta, ma a quel punto è volato Courtois. Arrivare ai supplement­ari sarebbe stato ingiusto.

SEMIFINALE Il Belgio è una squadra moderna, tecnica, più studiata della Francia. Potrebbe avere problemi con la solidità difensiva di Deschamps, lì c’è Kanté, ma in attacco ha quasi più soluzioni. Sarà una semifinale dalla quale può uscire il potenziale campione. Che sarà europeo. E che appartiene a un nuovo calcio nel quale i grandi favoriti esistono un po’ meno, dopo anche il Portogallo nell’Europeo. Ma rispetto ai portoghesi e a CR7, qui ci sono Hazard, Lukaku e altro. Mentre Neymar può dire ancora addio a premi e sogni di succession­e. Resterà Neymar e basta, forse.

 ??  ?? Tutta la delusione di Neymar, che si nasconde il volto sotto la maglia: l’inattesa sconfitta col Belgio significa per O Ney e il suo Brasile l’addio al Mondiale
Tutta la delusione di Neymar, che si nasconde il volto sotto la maglia: l’inattesa sconfitta col Belgio significa per O Ney e il suo Brasile l’addio al Mondiale
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