La Gazzetta dello Sport

IL MILAN NON È PIÙ LI Yonghong non versa i 32 milioni attesi: cessione o Elliott

Il Fondo è pronto a subentrare, ma in queste ore la proprietà cinese sta continuand­o a trattare la vendita

- Alessandra Gozzini Marco Pasotto MILANO

L’ultima volta che erano circolate parole ufficiali di Li Yonghong (non è una ricerca difficile, in quindici mesi il conteggio complessiv­o non arriva alle dita di due mani), il presidente rossonero aveva dato la carica in vista della finale di Coppa Italia: «Ho grandi aspettativ­e». Ecco la parola chiave: aspettativ­e, le stesse che in questi giorni – anzi, in questi mesi – tifosi e addetti ai lavori hanno avuto nei suoi confronti. Ieri per esempio erano altissime, però non c’è stato seguito perché Mr. Li, nonostante giovedì fossero filtrate abbondanti rassicuraz­ioni in merito, non ha rimborsato i 32 milioni a Elliott. Ovvero il denaro che il fondo di Paul Singer aveva versato come aumento di capitale lunedì della scorsa settimana al posto di Li. Ebbene, la deadline per il rimborso era ieri e il bonifico non è arrivato: ciò significa che Yonghong ha rotto uno dei covenant (paletti) contrattua­li ed Elliott può iniziare le operazioni per sostituirs­i all’azionista di maggioranz­a e rilevare il Milan nel giro di una settimana al massimo.

SCELTA Possiamo quindi dire che tecnicamen­te il club rossonero ha cominciato la trafila per il passaggio di mano, se è vero che Elliott ha già allestito il pool legale che si occuperà di fare le prime mosse. L’iter entrerà nel vivo da lunedì, poiché la giornata di ieri è trascorsa soprattutt­o nell’attesa di un riscontro finanziari­o che alla fine non è arrivato. Attenzione però ad eventuali colpi di scena, che in questa vicenda di certo non sono mancati. C’è un altro elemento che filtra e che rischiereb­be di nuovo di sparigliar­e le carte: Mr. Li infatti lunedì potrebbe presentars­i da Elliott con un acquirente. Ovvero con qualcuno disposto a rilevare la qu ota di maggioranz­a del club, mettendo ovvia- sul piatto sia i 32 milioni dell’aumento di capitale, sia i circa 380 del debito complessiv­o rossonero con Elliott. A quel punto il fondo di Singer avrebbe la possibilit­à di scegliere se proseguire l’iter per subentrare a Li, oppure accettare l’offerta, rientrare del prestito (comprensiv­o di interessi ovviamente) e uscire definitiva­mente di scena, lasciando il Milan nelle mani del nuovo proprietar­io. I nomi potenziali sono quasi tutti noti: ci sono tre piste americane che portano a Rocco Commisso – il più vicino a chiudere nell’ultimo mese, e in stand by negli ultimissim­i giorni –, alla famiglia Ricketts e a Stephen Ross; e c’è una pista non americana (asiatica o russa, secondo le indiscrezi­oni), con un nuovo Mister X che nell’ultimo periodo avrebbe guadagnato parecchio terreno.

DOCUMENTI Stiamo chiarament­e parlando di un’ipotesi, ma se si concretizz­asse davvero come potrebbe reagire Elliott? Difficile a dirsi. Potrebbe accontenta­rsi di rientrare dell’investimen­to, abbondante­mente maggiorato degli interessi (oltre 80 milioni), e defilarsi. Oppure andare avanti con la procedura, rilevare il Milan, estromette­re Li e rivenmente dere successiva­mente il club cercando un business migliore. Di certo, tornando alla giornata di ieri, sebbene dal quartier generale del fondo americano siano stati come sempre super abbottonat­i, una cosa è stata fatta capire con chiarezza: la scadenza era questa e i 32 milioni non sono arrivati. Non solo: non sarebbero arrivati nemmeno documenti che potessero attestare e comprovare il bonifico. E viene fatto notare come, da qualunque lato la si guardi, il covenant sia stato rotto. Allo stesso tempo, però, trapela anche un certo stupore: evidenteme­nte il fatto che Li rimborsass­e era considerat­o lo scenario più plausibile.

A LONDRA Tecnicamen­te, se la procedura andrà avanti senza se e senza ma, il Milan potrebbe essere di Elliott già per mercoledì. Possono infatti bastare 48 ore per completare i punti cardine della trafila. Da quanto filtra il fondo non avrebbe l’intenzione di rivendere subito il club, e nemmeno di procedere immediatam­ente a drastici cambi di management, sebbene su questo aspetto non ci siano certezze. Ma qui ci stiamo spingendo già troppo oltre. Il presente dice che ieri Fassone era segnalato a Londra assieme a David Han, infilati in una riunione dietro l’altra: con Elliott o per occuparsi della cessione? O magari entrambi?

TUTELE C’è infine un’ultima strada che potrebbe tentare Mr. Li per evitare di cedere tutto a Elliott: aprire un contenzios­o, un’azione legale aggrappand­osi a qualche clausola, che magari gli farebbe guadagnare ancora un po’ di giorni. Un’ipotesi in realtà con pochi margini di riuscita, in base alle leggi lussemburg­hesi e alle tutele contrattua­li con cui Elliott

>Elliott ha già allestito il pool legale che avvierà la procedura per rilevare la società

>Il presidente potrebbe tentare di prendere tempo avviando un contenzios­o

si era garantito in sede di accordo. Ma la partita a poker di Yonghong potrebbe non essere finita, sebbene il presidente rossonero abbia superato i limiti temporali che lo hanno messo nuovamente nella posizione di inadempien­te. Una cosa sembra certa: se lunedì Yonghong si presentass­e davanti a Elliott soltanto con i 32 milioni, molto difficilme­nte convincere­bbe il fondo a dargli altro tempo.

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Dalla Cina Li Yonghong, 48 anni, ha preso il Milan nell’aprile 2017
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● 1 Li Yonghong, 48 anni, proprietar­io del Milan● 2 Rocco Commisso, 68, patron Cosmos ● 3 Tom Ricketts, 55, a capo dei Chicago Cubs ● 4 Stephen Ross, presidente Miami Dolphins ANSA/AP/AFP

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