La Gazzetta dello Sport

Il quarto di Mandzu «È pronto a tutto»

●>akitic: «Per la Croazia Mario è fondamenta­le, in ogni fase»

- Filippo Maria Ricci INVIATO A SOCHI

Mario Mandzukic, 32 anni, croato della Juve: 3 gare e 1 gol (alla Danimarca) al Mondiale (GETTY)

In attesa di capire se e come giocherà con Cristiano Ronaldo, Mario Mandzukic continua a fare il suo con la Croazia. Lo juventino è uno di quei giocatori che i compagni tendono sempre ad apprezzare ed elogiare, uno di quelli che vogliono sempre al proprio fianco. Ieri abbiamo chiesto un parere su Mario a Ivan Rakitic, pezzo pregiato del Barcellona e della Croazia.

FONDAMENTA­LE La risposta non lascia dubbi di sorta sulla stima che circonda Mandzukic nello spogliatoi­o della nazionale: «Mario è fondamenta­le. Per l’attitudine generale, per l’approccio alla gara. È il primo ad attaccare e il primo a difendere, sappiamo che possiamo sempre contare su di lui, in qualsiasi situazione e in ogni parte del campo. È uno che dà sempre tutto, che si fa sempre trovare pronto. Spero che continui a giocare al livello mostrato sinora a questo Mondiale».

ANCHE IL GOL Con la Danimarca lo juventino ha anche trovato il gol, che in nazionale gli mancava da ottobre e da 6 partite, comprese quelle con Nigeria e Argentina al Mondiale. Ma nessuno gli può rimprovera­re nulla: «Non ho altro da aggiungere alle parole di Ivan», dice il c.t. Dalic che ascolta e approva la descrizion­e di Mario fatta dal giocatore del Barça. Nella Juve Mandzu si sacrifica allargando­si sulla fascia, in nazionale ha un ruolo più offensivo ma al (grande) cuore non si comanda, e allora lo vedi ovunque, sempre pronto a dare una mano. Se arriverà Cristiano a Torino siamo sicuri che Mario potrà essergli utile tanto quanto lo è stato Benzema a Madrid. Nella nazionale croata non c’è una stella a cui dedicarsi in esclusiva, è un’orchestra guidata da Modric, e Mario suona per tutti e con tutti.

RIPAGARE MODRIC E a proposito di Luka, sentite Rakitic. Prima dei rigori con la Danimarca Ivan ha chiamato a raccolta i compagni e ha detto loro: «Luka ci ha salvato tante volte, ora tocca a noi salvare lui». Modric aveva sbagliato un rigore decisivo, un attimo prima. «Ho parlato con il cuore dice Ivan -. Era ciò che sentivo. Luka è il nostro leader, ci guida, ci accompagna, ci trascina con forza, potenza e fiducia. Dovevamo ripagarlo per tutto ciò che ci aveva dato in tante occasioni. E lui è stato grande, ha voluto tirare il rigore e l’ha segnato, indicandoc­i ancora una volta la strada. Merita che gli stiamo vicino, con lui siamo più coraggiosi». Mandzukic è senz’altro d’accordo: lui cerca di stare sempre vicino a tutti. Se arriverà la cosa varrà anche per Ronaldo.

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